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Repubblica-Al via l'era del lavoro flessibile

Consiglio dei ministri ha approvato il decreto attuativo, ultima tappa per l'entrata in vigore della nuova disciplina a settembre Al via l'era del lavoro flessibile Il governo: la riforma Biagi è...

01/08/2003
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la Repubblica

Consiglio dei ministri ha approvato il decreto attuativo, ultima tappa per l'entrata in vigore della nuova disciplina a settembre
Al via l'era del lavoro flessibile
Il governo: la riforma Biagi è storica. Cgil: sciopero in vista

La Confindustria: "Ora siamo fra i migliori dell'Ue". I Ds: il giudizio resta negativo
STELLA BIANCHI

ROMA - Da settembre la legge Biagi entra in vigore e porta una vera rivoluzione nel mercato del lavoro: maggiore precarietà con i lavoratori sempre più deboli, secondo alcuni; una svolta storica che dà all'Italia un sistema più moderno ed europeo, per altri.
E' arrivato ieri l'ultimo tassello che rende operativa la riforma Biagi con l'approvazione del maxi decreto di attuazione da parte del Consiglio dei ministri, a cinque mesi di distanza dall'approvazione in Parlamento della legge delega. "La riforma più significativa degli ultimi anni e forse degli ultimi decenni" per il ministro del Welfare Roberto Maroni secondo il quale "oggi il mercato del lavoro italiano è tra i migliori d'Europa". Per dicembre invece, stando al sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi potrebbe diventare operativa anche la seconda parte della riforma, quella relativa agli ammortizzatori sociali e alle modifiche dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori.
E' stato proprio Maurizio Sacconi a illustrare il decreto di attuazione in Consiglio dei ministri, che oggi ha accolto anche il nuovo ministro all'Attuazione del programma Claudio Scajola. Uno strappo alla regola visto che i sottosegretari non sono ammessi in quella sede, dovuto alla stretta collaborazione tra Sacconi e Marco Biagi, il professore di diritto del lavoro ucciso dalle Brigate rosse a Bologna il 19 marzo scorso, a cui il governo intitola questa riforma "che corrisponde esattamente al suo modo di vedere e intendere il mercato del lavoro".
Molte le novità che diventeranno operative da settembre e ad esse l'esecutivo si affida per raggiungere gli obiettivi fissati a Lisbona tra cui quello di portare il tasso di occupazione al 70% entro il 2010. Si va dalla riforma del collocamento con l'arrivo di agenzie per il lavoro private e della borsa continua nazionale del lavoro alla scomparsa delle collaborazioni coordinate e continuative che diventano lavoro a progetto o veri e propri contratti di lavoro dipendente se le mansioni già svolte sono riconducibili a lavoro subordinato. Arrivano poi tutta una serie di nuove forme contrattuali particolarmente flessibili: contratto a chiamata, con il lavoratore che dà la sua disponibilità a essere chiamato all'ultimo minuto ricevendo in cambio una indennità di disponibilità; contratto ripartito, per cui due o più persone si dividono uno stesso incarico di lavoro, e naturalmente lo stipendio corrispondente; lo staff leasing, per cui un'agenzia potrà fornire manodopera ad una azienda, oltre i limiti previsti oggi per le società di lavoro interinale.
Grande apprezzamento arriva da Confindustria. Per Guidalberto Guidi, vicepresidente con l'incarico delle relazioni industriali, ora al mercato del lavoro "non manca nulla: abbiamo a disposizione una serie di strumenti che non dico mettono l'Italia all'avanguardia in Europa ma certo rendono il nostro mercato del lavoro uno dei più attrezzati". Una riforma che con le nuove forme di flessibilità aumenterà le occasioni di lavoro e che è "il positivo epilogo di una lunga stagione di dialogo sociale".
Intanto la Cgil conferma lo sciopero generale di due ore da tenersi entro settembre con migliaia di assemblee nei luoghi di lavoro contro una legge che, secondo Corso d'Italia, "realizza un self service della precarietà e punta a una totale frantumazione del mondo del lavoro e a una disarticolazione delle forme della rappresentanza". La Cisl dà invece un giudizio moderatamente positivo, soddisfatta per il rinvio alla contrattazione tra le parti sociali per la definizione - entro al massimo nove mesi - dei modi per introdurre le nuove forme contrattuali. Più cauta la Uil che vuole esaminare attentamente il testo licenziato ieri dall'esecutivo. Nettamente contrari i Ds ad una normativa che "attraverso un insieme di deleghe - spiega il responsabile lavoro Cesare Damiano - riscrive parte del diritto del lavoro. Vorremmo continuare ad avere un mercato e non un supermercato del lavoro".


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