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Quei bimbi fragili, strumento dei nuovi mostri

Elena Stancanelli

24/07/2019
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La Stampa

quei bimbi fragili strumento dei nuovi mostr i


L'affido è un atto di pura generosità. Come l'adozione, ma persino di più perché è temporaneo. Difficoltà economiche o una situazione affettiva che non offre garanzie sono ragioni per cui un minore viene affidato. Qualche volta, ma solo in rari casi, si prevede un affido quando nella famiglia di origine sono stati riscontrati comportamenti criminali che metterebbero a rischio il minore. Date queste circostanze un'altra famiglia, o anche un uomo o una donna da soli, si mettono a disposizione. Offrono una casa, cibo e affetto sapendo che non ne avranno in cambio niente, neanche quel minore. Pura generosità. Questo tipo di comportamento sociale, il mutuo sostegno, è il fondamento di ogni comunità. Ti salvo perché tu mi salveresti. Offro il mio aiuto per accrescere la riserva aurea di umanità, dalla quale chiunque potrà attingere se ne avrà bisogno. Tutti, anche io. Il più forte viene in soccorso del più debole, il sano del malato, il ricco del povero. Chi sa, insegna, chi è anziano condivide la sua esperienza, chi è giovane la sua energia. Questa è una comunità e questa è la base di una società civile. In una società civile è il male a destare sospetto, non il bene. Persino se di quel bene se ne fa un uso non ortodosso, strumentale, egocentrico. Il cosiddetto «buonismo», in una società civile può essere considerato ridicolo, poco elegante, fastidioso, ma mai sospetto. A differenza della cattiveria, l'intolleranza, la malevolenza, che invece attentano alle radici della comunità e della società. 
Noi stiamo invertendo il paradigma. La solidarietà, il salvataggio in mare, l'accoglienza, l'affido temporaneo hanno iniziato a essere giudicate illecite, riprovevoli. Wunkerkammer allestite per nascondere chissà quali nefandezze. Di fronte a un comportamento virtuoso le nostre antenne vibrano, cercando malizia. Esiste la possibilità che nella vicenda di Bibbiano qualcuno abbia compiuto dei reati? Certamente. Indagheremo, lo scopriremo.
Per adesso sappiamo già che avevamo capito male, e quando credevamo che nelle intercettazioni ci si riferisse all'elettrochoc, si trattava invece di un apparecchio che trasmette stimoli acustici e tattili ai pazienti, del tutto innocuo e anche abbastanza utile per decifrare l'indicibile nei ricordi dei bambini. E che l'inchiesta che riguarda il sindaco Andrea Carletti non ha alcuna relazione con l'affido dei minori. La sua, eventuale, colpevolezza riguarderebbe la relazione col centro studi Hansel e Gretel e relativa procedura di appalto. Ma sto parlando di pregiudizi, non di fatti. Chi fa qualcosa per gli altri senza ricevere niente in cambio, non è più pregiudizialmente buono ma pregiudizialmente sospetto. Per quale ragione lo fa, se a lui non ne viene vantaggio, ci chiediamo. E quindi ci ostiniamo, spendendo tempo e denaro, a cercare legami oscuri, tracce nascoste di secondi fini, passi falsi. Stiamo procedendo spediti sulla strada aperta dalle fake news. Siamo nella seconda fase, quella nella quale si inverte la polarità etica. Quella in cui si cammina a testa in giù, e le cose sono interpretate moralmente al contrario. E questo è molto pericoloso. Ogni società che smembra le forme comunitarie e governa attraverso l'irrazionalità è pericolosa. 
Di Bibbiano non si parla, diciamo mentre tutti quanti ne parlano ostinatamente. Chi salva qualcuno che affoga è colpevole, chi affida un ragazzino o una ragazzina in difficoltà a una nuova famiglia lo fa per denaro, chi li accoglie avrà ragioni mostruose che non tarderemo a scoprire. Come sempre a Bibbiano, a prescindere dall'inchiesta che avrà le sue ragioni e una sua conclusione, abbiamo già i nostri mostri. Solo che stavolta i mostri sono quelli che fino a ieri erano i buoni. —


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