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Provincia Pvese-I maestri cattolici manifestano tutte le loro preoccupazioni

Riforma Moratti, la posizione dell'Aimc I maestri cattolici manifestano tutte le loro preoccupazioni VIGEVANO. La riforma Moratti è diventata legge e l'Associazione italiana maestri cattolici p...

22/03/2003
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Riforma Moratti, la posizione dell'Aimc
I maestri cattolici manifestano tutte le loro preoccupazioni

VIGEVANO. La riforma Moratti è diventata legge e l'Associazione italiana maestri cattolici prende posizione. La Presidenza nazionale ha inviato un comunicato, tramite la vicepresidente Lucia Rossi, ex direttore didattico ed ex sindaco di Vigevano, che commenta in modo critico la riforma. "L'Aimc - è scritto nel comunicato - non può non confermare alcune preoccupazioni".
"Preoccupazioni - è scritto - espresse fin dalla presentazione della legge quadro. In particolare si segnalano tre aspetti problematici: l'anticipo, la formazione dei docenti e le quote dei piani di studio".
L'anticipo della frequentazione di scuole materne ed elementari. "Vi è il rischio - scrive l'Aimc - che vengano amplificte sperequazioni nelle diverse zone del Paese: è questa dell'anticipo, infatti, possibilità offerta sotto condizione (innanzitutto la disponibilità da parte degli Enti locali), richiede collegamenti con ciò che precede (e là dove non ci sono gli asili nido?) e garanzie indispensabili quali risorse edilizie, strutturali e umane".
La formazione dei docenti. "Nella formulazione dell'articolo 5 della legge di riforma genera forti riserve - è scritto - Vi s'intravede una scuola subordinata all'università, ricollocata "dietro i banchi", quasi ritenuta incapace di avere un "suo" sapere costruito attraverso la riflessività sulle pratiche; in sintesi, una scuola non all'altezza di reggere un rapporto di vero partenariato. La preoccupazione associativa si focalizza su due aspetti: il tirocinio collocato fuori dal corso di laurea e non parte integrante di questo e la formazione in servizio che non par tenere conto del patrimonio dei "saperi della scuola".
Le quote dei piani di studio. "La ripartizione delle quote dei piani di studio - è scritto nel comunicato fra livello nazionale e livello regionale fa sorgere interrogativi circa gli spazi di effettiva autonomia delle singole scuole. Se tutto è definito dall'alto, sia pure a livelli diversi, come sarà di fatto tradotta l'espressione che pure ritorna "fatta salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche"? Un interrogativo a cui non si riesce a dare risposta significativa e rassicurante".


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