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Presidi, premi rinviati di un anno

La novità nella direttiva per la valutazione. Oggi pubblici i Rav: il 20% ha dati disallineati

03/11/2015
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ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

Alla fine si è imposta la cautela. Per evitare che l'avvio del sistema di valutazione dei dirigenti possa cadere vittima di errori dovuti alla difficoltà di impostare e far digerire in tempi brevi criteri e modus operandi del tutto nuovi per il panorama scolastico italiano, ai piani alti del dicastero dell'istruzione è maturata la decisione di congelare l'anno in corso ai fini economici. Il 2015/16 insomma sarà un anno di prova, di sperimentazione, un anno zero in vista del prossimo quando il sistema andrà a regime portando ad avere al termine di un triennio completo, insieme ad altri frutti, anche il risultato di premiare i dirigenti più capaci.

Punire i meno capaci è altro discorso, perché l'articolazione del merito prevista in 4 fasce, che vanno dal massimo del 100% dell'aumento allo 0%, non prevede al momento nessuna conseguenza in termini giuridici del rapporto di lavoro in caso di giudizio negativo. Una conseguenza questa che potrebbe invece scaturire da un successivo triennio a zero aumenti, che avrebbe come ultimo approdo il licenziamento del preside. Ma è un'evenienza sulla quale la direttiva sulla valutazione al momento non si spinge.

L'atto di indirizzo è atteso alla firma del ministro Stefania Giannini per metà novembre, risolte alcune questioni giuridiche che risultano ancora pendenti. Ed è legato a doppio filo con il Rav, il rapporto di autovalutazione che ogni scuola ha trasmesso al Miur, e con il nuovo contratto dei dirigenti, che dal prossimo anno sarà articolato in un quadro nazionale, uno regionale e uno individuale. Oggi saranno pubblicati sul portale Scuola in chiaro i dati relativi ai Rapporti di autovalutazione degli istituti. Una pubblicazione sulla quale interverrà lo stesso ministro in un vertice con i direttori scolastici regionali a viale Trastevere.

Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, quasi tutte le scuole statali hanno inserito il proprio Rapporto, con percentuali che superano anche il 99%. E ad un primo esame è emerso che circa il 20% degli istituti presenta dei dati disallineati. Dovranno essere i direttori regionali a sollecitare i singoli presidi affinchè rivedano quello che non va, rimettano a posto gli obiettivi di miglioramento in base ai quali, tra l'altro, il prossimo anno saranno valutati. Un lavoro di affiancamento e di supporto che precede l'invio degli ispettori. I tecnici del ministero hanno lavorato poi a un sistema di lettura dei dati ad uso e consumo delle famiglie, che saranno così messe nelle condizioni di verificare pregi e difetti della scuola dove hanno iscritto il proprio figlio o hanno intenzione di iscriverlo il prossimo anno.

Il 2016 sarà anche l'anno del nuovo contratto dirigenziale: ci sarà un livello nazionale, con gli obiettivi strategici fissati dal ministro, un eventuale livello regionale, affidato agli obiettivi dei direttori scolastici regionali che potranno decidere in autonomia di averne o meno, e poi un livello individuale, che indicherà i risultati da raggiungere. Una costruzione complessa, che richiede solide basi


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