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Per i precari un piano piccolo piccolo

Non si tratta di un avvenimento epocale perché avviene a costo zero e lascia sul terreno solo per il prossimo anno quasi i due terzi dei posti lasciati liberi dal turn-over.

14/07/2011
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ScuolaOggi

di Osvaldo Roman

Con l’incontro di oggi a Palazzo Chigi tra il sottosegretario Letta, i ministri Brunetta e Gelmini e i sindacati è stato dato il va libera a 67 mila assunzioni nella scuola dal prossimo 1 settembre. Verranno immessi in ruolo nei prossimi tre anni scolastici 30.482 docenti e 36.488 ausiliari tecnici e amministrativi (Ata).

Non si tratta di un avvenimento epocale perché avviene a costo zero e lascia sul terreno solo per il prossimo anno quasi i due terzi dei posti lasciati liberi dal turn-over.
 
Il comunicato ministeriale è infarcito di propaganda e di falsità. In realtà i posti disponibili già dal prossimo anno, anche causa dei pensionamenti, sarebbero molti di più dei miseri 10 mila posti di docenti e dei 10 mila posti di Ata che con tale programma potranno essere coperti nel prossimo anno scolastico 2011-12 con le nuove assunzioni a tempo indeterminato.
 

Ma vediamo le falsità del comunicato di Palazzo Chigi. Innanzitutto non è vero che:
 
“il Piano, eviterà in futuro la formazione di nuovo precariato e risponde ad una
nuova filosofia: prevede infatti esclusivamente assunzioni basate sul reale fabbisogno
del sistema d'istruzione”
 
Come si è detto i posti disponibili e vacanti non creano nuovo precariato ma
semplicemente continuerebbero come nel passato a essere occupati da insegnanti
precari.
 
I posti disponibili occupati da insegnanti precari nell’anno scolastico 2011-12
sarebbero circa 66.000 il piano governativo forse ne stabilizza 10 mila. Così per gli
ATA: a fronte di circa 38 mila posti vacanti ne stabilizzerà non più di 10.000.
 
Non si comprende perché nel decreto legge di recente approvato dal Parlamento si
sia rifiutato di stabilizzare tutti i posti disponibili e vacanti lasciandone invece una
grande parte, spezzoni equivalenti a cattedra e posti di sostegno, ancora occupata da
personale precario.
 
Con la Gelmini questa politica di non stabilizzare i precari in servizio era legata alla
necessità di tagliare quei posti ed era funzionale al loro licenziamento nell’ordine di
svariate decine di migliaia in questi ultimi anni.
 
La Gelmini parla molto dei precari in graduatoria per non parlare di quelli in servizio
che occupano i posti che sta tagliando.
 
Infatti una seconda falsità del comunicato governativo riguarda proprio questo
aspetto:
 
“I provvedimenti contenuti nel Decreto per lo sviluppo consentono, all'interno del
quadro di riorganizzazione del personale della scuola, di ridurre i tempi previsti e
dunque di risolvere definitivamente un problema nato nei decenni passati, a causa di
scelte politiche irresponsabili che hanno fatto lievitare fino a 250mila il numero degli
insegnanti abilitati, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento."
 
Si tratta di un’affermazione falsa per due ordini di motivi.
 
In primo luogo perché il problema principale per coloro che si sono opposti
all’aggressione alla scuola pubblica è stato quello di impedire il licenziamento dei
precari respingendo la politica dei tagli. Quello delle graduatorie é un problema ch e
si è posto ossessivamente, come diversivo, solo la Gelmini. In realtà le graduatorie
potranno essere esaurite anche in tempi brevi solo se si mettono a disposizione tutti i
posti vacanti e stabilizzati. In tal caso sarà anche possibile destinare il 50% dei posti
ai nuovi concorsi che il governo non vuole avviare.
 
In secondo luogo perche per ridurre il numero degli aspiranti all’insegnamento, in
graduatoria o meno, non basta neppure, come è stato fatto, bloccare la formazione
universitaria, ma sarebbe necessario come questo governo di destra sta facendo per la
prima volta in Italia tentare di ridurre il numero degli studenti. E perché no? Anche
quello delle nascite


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