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Organici e risorse ancora insufficienti

Il primo test linguistico per gli immigrati a Piacenza

04/02/2011
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Libertà

E sul primo test a Piacenza arriva la posizione della Flc Cgil provinciale. «Il tema dei test di lingua oggi avviati nella nostra città è seguito con grande attenzione dalla Flc Cgil - spiega Manuela Calza, segretario provinciale - perché sulla questione si intrecciano due grandi aspetti di grande interesse: da un lato i processi di regolarizzazione degli immigrati presenti nel Paese e, dall'altro, il ruolo della scuola - e segnatamente dei Ctp - nell'insegnamento dell'italiano L2 e nell'acquisizione di conoscenze e competenze utili alla partecipazione alla vita sociale degli immigrati stessi. Si riconosce di fatto il ruolo istituzionale, imprescindibile, della scuola pubblica nella promozione dell'inclusione sociale, ma non si supportano adeguatamente i CTP, i cui organici e le cui risorse sono oggi insufficienti a fronteggiare una domanda che si prevede molto ampia. L'impegno dei docenti e del personale Ata componenti le commissioni che provvedono alla predisposizione, somministrazione e correzione dei test - prosegue la Calza - si configura come attività aggiuntiva, ma i fondi stanziati coprono non più di 15 ore di lavoro per ciascuna sessione.
Nella nostra città, rileviamo che il personale dei Ctp ha dato prova di grande responsabilità, accettando di assumere un carico di lavoro aggiuntivo, difficile ed impegnativo, senza un corrispettivo economico adeguato.
Crediamo che, in questa fase, l'obiettivo di tutti sia quello di non contrapporre i diritti dei migranti e quelli dei lavoratori della scuola e di trasformare un provvedimento nato come un'ulteriore vessazione da parte del governo in opportunità di integrazione e contemporaneamente di valorizzazione e potenziamento dell'offerta formativa per gli adulti.
Allo scopo sarebbe necessario un piano di interventi che consenta l'effettiva promozione dell'apprendimento e dell'alfabetizzazione della lingua italiana per favorire i processi di integrazione. Rileviamo invece che all' obbligo di certificare un certo livello di conoscenza dell'italiano non corrisponde alcun impegno a finanziare l' arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa, la formazione degli insegnanti, una dotazione specifica delle scuole, la garanzia di organici adeguati e di un potenziamento della struttura organizzativa dei Ctp».

 


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