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Nuova Venezia-Una politica miope

"Una politica miope" La critica di Cgil e Snals MESTRE. "Una politica miope". Così Snals e Cgil bollano la proposta di tagli da parte di Enzo Martinelli, il responsabile dell'Ufficio scolastico...

30/10/2002
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Nuova Venezia

"Una politica miope"
La critica di Cgil e Snals

MESTRE. "Una politica miope". Così Snals e Cgil bollano la proposta di tagli da parte di Enzo Martinelli, il responsabile dell'Ufficio scolastico regionale che in una lettera inviata al sindaco ha sottolineato la necessità di accorpare alcuni plessi "improduttivi", a Murano, Burano, Chirignago e Asseggiano.
"Non capisco dove voglia andare a parare Martinelli - si interroga Giovanni Giordano dello Snals - perché la decisione di chiudere plessi scolastici o di accorpare spetta soltanto all'amministrazione comunale. In questo contesto Martinelli può solo dare un indirizzo, o meglio, esprimere la propria opinione in merito. Ma niente più. Dunque, non ha alcuna competenza in merito". Per Giordano le critiche mosse nei mesi scorsi contro la politica dei tagli, alla luce dei fatti, dimostrano che non erano parole gettate al vento. "Finora il governo centrale e regionale ha sempre parlato di efficienza - ha proseguito Giordano - ma l'invito ad accorpare le scuole dimostra chiaramente che l'interesse primario è quello del risparmio a scapito della qualità. Tuttavia è giusto ricordare a chi poi deve prendere le decisioni che alunni e numeri non sono gli unici parametri da prendere in considerazione quando si ragiona di scuola".
Parla di qualità anche Luigi Rossi, della Cgil Scuola che chiede che vengano prese delle decisioni collegiali, ascoltando prima tutte le parti in causa. "Vero che spetta soltanto al Comune decidere di accoprare - rimarca Rossi - però è bene che quando si parla di qualità della scuola si sentano tutti: sindacati, studenti, docenti, genitori. Invece, la sensazione è che l'unica cosa importante sia risparmiare. Citare quelle di Murano e Burano, poi, come scuole da accorpare è emblematico. Perché significa non tenere presente lo specifico di ogni realtà, bensì ragionare con dei criteri generali che fanno solo danni". "Che si può fare? Beh - conclude infine Rossi - innanzitutto continuare la battaglia iniziata che mira a mantenere un giusto equilibrio tra risparmi e qualità. E poi sensibilizzare l'opinione pubblica su questa questione. In questo momento sembra che l'unica priorità sia soltanto quella di tagliare senza tener conto di molti altri aspetti ben più importanti, come la qualità dell'insegnamento".


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