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Nuova Sardegna-Pericolosa indifferenza nei confronti della pubblica istruzione

L'INTERVENTO Pericolosa indifferenza nei confronti della pubblica istruzione Ciriaco Davoli assessore provinciale Pubblica istruzione e Università I bambini di San Giuliano di Puglia avevano a...

07/11/2002
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Nuova Sardegna

L'INTERVENTO
Pericolosa indifferenza nei confronti della pubblica istruzione

Ciriaco Davoli assessore provinciale Pubblica istruzione e Università

I bambini di San Giuliano di Puglia avevano appena iniziato e si preparavano, con la gioia e la felicità dello stare insieme come succede nei primi giorni di scuola, a vivere una nuova fase della propria vita, a scoprire l'importanza e la bellezza del conoscere, a impadronirsi dei primi strumenti del sapere, quando una scossa tellurica, col suo tremendo boato, ha trasformato quell'aula, carica di entusiasmo e vitalità, in un agghiacciante luogo di morte. Un silenzio terrificante ha avvolto la vallata di San Giuliano di Puglia. Poi le macerie, il disastro, la tristezza e le lacrime nei volti dei bambini scampati alla morte, nei loro genitori, negli anziani del paese.
Forse tra qualche settimana non sentiremo più parlare dei bambini e delle maestre di San Giuliano, come purtroppo è già avvenuto in Irpinia, nel Belice, a Sarno e a Noverato.
I mass media torneranno alle cronache abituali, quella rosa e quella nera, ai palinsesti, ai quiz, agli spettacoli di varietà che tranquillizzano e nascondono la realtà. Può anche darsi che si faccia qualche servizio, magari a "Porta a porta" di Bruno Vespa o al Costanzo Show, sulla fatalità dei terremoti o sulla loro ipotetica prevedibilità, sul mancato adeguamento della carta sismica ecc. Ci sarà anche l'avvio di un'inchiesta da parte della magistratura. Poi l'oblio.
Tutto già visto, già vissuto.
Sicuramente, continueremo a sentir parlar, invece, di grandi infrastrutture per modernizzare il paese, sentiremo parlare del ponte sullo stretto di Messina, dei lavori dell'alta velocità e delle urbanizzazioni alle pendici delle zone vulcaniche e, ovviamente, di nuovi condoni edilizi.
Anche questo tutto già visto.
Ma i 26 bambini di San Giuliano, morti sotto il crollo della loro scuola, pongono una domanda cui è necessario dare una risposta. Perché è crollata solo la scuola, ripiegata su se stessa, mentre tutti gli altri edifici, intorno, sono rimasti in piedi pur rimanendo lesionati? Una scuola costruita negli anni '50 e ristrutturata da appena un anno. Qualche tecnico azzarda già l'ipotesi che se non si fosse costruito il secondo piano in cemento armato sopra il primo di pietra, il crollo non ci sarebbe stato. Forse non è proprio così, sono solo le prime supposizioni.
Quello che invece risulta è l'evidente mancanza di un'azione preventiva; non si è minimamente pensato a monitorare, in maniera dettagliata, le aree a rischio, nonostante già da qualche anno ci fosse una richiesta della Protezione civile di inserire la zona di San Giuliano in quelle a rischio medio-alto. Tutto ciò era prevedibile.
L'immagine della scuola crollata sembra stia lì, con il suo carico di morte, a evidenziare e a notificare un atteggiamento d'indifferenza e superficialità dello Stato nei confronti della Pubblica istruzione a cominciare dai problemi relativi all'edilizia scolastica.
Com'è possibile che di fronte a un obbligo di legge, la messa a norma entro il 2004 di tutti gli edifici scolastici, il Governo con il suo ministro Moratti sospenda la L.23 per il secondo anno consecutivo? Legge che ha consentito in qualche modo a diverse scuole almeno di sopravvivere, permettendo attraverso poche risorse di programmare interventi, a volte importanti, sulla sicurezza. La rivuole cancellare definitivamente?
In Sardegna, per fortuna, il pericolo sismico è pressoché inesistente e quindi non sono necessari indici e parametri specifici, ma abbiamo una situazione preoccupante e molto seria che riguarda il degrado degli edifici, la mancanza di strutture, di laboratori, di palestre, di spazi adeguati.
Un Comitato, formato unitariamente dalle quattro province e da rappresentanti dei comuni della Sardegna, grandi e piccoli, ha chiesto ripetutamente al ministro, per quanto è di sua competenza, e alla Giunta Regionale, nella persona dell'assessore Beniamino Scarpa, di rispettare gli impegni presi dal precedente assessore Onida e inseriti nella finanziaria regionale (400 miliardi di vecchie lire da ripartire tra province e comuni nel triennio 2001-2003) per interventi di edilizia scolastica. Finora non abbiamo avuto nessuna risposta.
Quell'accorato appello della mamma di Luigi, uno dei bambini morti nel terremoto, chiedeva per tutti semplicemente una scuola più sicura. Sarà ascoltato? Speriamo proprio di sì.


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