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Nuova Sardegna-Il destino dei poveri maestri

destino dei poveri maestri Perché gli insegnanti maschi fuggono dalla scuola elementare L'appello di Marco Lodoli sul quotidiano "La Repubblica" di Franco Enna Ho letto anch'io, martedì scor...

20/02/2003
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Nuova Sardegna

destino dei poveri maestri
Perché gli insegnanti maschi fuggono dalla scuola elementare
L'appello di Marco Lodoli sul quotidiano "La Repubblica"

di Franco Enna

Ho letto anch'io, martedì scorso su "la Repubblica", l'accorato appello di Marco Lodoli ai maestri maschi italiani affinché ritornino all'insegnamento, proprio nel giorno in cui una Camera blindata ha approvato la legge delega sulla controriforma della scuola italiana, firmata dalla ministra interista Letizia Brichetto Arnaboldi, coniugata Moratti (l' unica donna italiana che si firmi ancora col cognome del marito, e questo dovrebbe spiegare molte cose, a proposito di controriforme).
Lodoli è un buon insegnante, un ottimo scrittore e un attento osservatore della realtà italiana. Leggendo le statistiche, ha scoperto anche lui che i maestri maschi si sono ridotti ormai al 4,8 per cento del personale in servizio, mentre i professori delle medie sono ancora al 25% e quelli delle superiori al 41 per cento. Alla base di questa fuga dalla scuola, scrive Lodoli, c è "uno stipendio micragnoso oppure la mancanza di riconoscimenti sociali. Una volta, così ci raccontano, la gente nei paesi si toglieva il cappello quando incontrava per strada il signor maestro". In verità se lo toglieva anche quando incontrava il parroco, il farmacista e il medico di famiglia. Oggi, a parte i parroci, farmacisti e medici, almeno negli stessi paesi, sono ancora riveriti perché hanno avuto l'accortezza, o forse il pudore, di non mostrare il loro stipendio "micragnoso", mentre quello dei maestri e dei parroci è ben noto a tutti.
Purtroppo, con la riforma Moratti le percentuali ricordate da Lodoli sono destinate inevitabilmente a diminuire, visto che è prevista una riduzione di circa 70 mila insegnanti nel giro di pochi anni, una buona percentuale dei quali svanirà proprio dalle elementari, grazie al ritorno del maestro unico. Anzi, della maestra unica e sola, in pratica una vice-mamma, detta di volta in volta "Prevalente" oppure "Tutor", secondo una definizione delle prestigiose "Primary Private Schools" in cui hanno studiato i figli della nostra "Instruction Minister" e del suo ineffabile "Premier", il quale, secondo alcuni deputati della maggioranza, dovrebbe presiedere anche il supremo organismo per l'"Unified Italian Grammar" (Grammatica Italiana Unificata, per i non anglofoni).
A proposito di "tutor" (che significa letteralmente "istitutore", "ripetitore": insomma, per dirla con Gramsci, un intellettuale organico che più organico non si può), proprio nei giorni scorsi, alla vigilia della presentazione della nuova legge in Parlamento, il ministero dell' istruzione ha reso noti i dati della sperimentazione avviata all inizio dell'anno, da cui risulta che ben 800 scuole sperimentali (di cui circa la metà "parificate" e dunque private), in quattro mesi scarsi di collaudo, hanno esternato tutta la loro soddisfazione per il grandioso successo dell esperimento. "Mancu s'archibusada de Mastr Anghelu!" dicevano i nostri vecchi, intendendo per Mastr Anghelu un allegro contaballe, che riusciva ad infilare con un colpo solo ben dodici anatre in formazione, proprio come il Barone di Münchausen.
E pensare che quei "tirapiano" del Centro Europeo della Formazione avevano impiegato ben dieci anni per monitorare la validità della vecchia riforma dei moduli didattici della scuola elementare, piazzando il nostro Paese al quarto posto in Europa per il conseguimento degli obiettivi formativi, intellettivi e delle capacità logiche dei bambini delle elementari.
Per dirne una su ciò che ci aspetta con la nuova scuola di stampo berlusconiano, lo stesso giorno della votazione alla Camera, un deputato di Alleanza nazionale, senza nemmeno arrossire un po', ha proposto di epurare dai libri di testo la teoria evoluzionistica di Darwin, che avrebbe dato origine al marxismo, a favore della teoria creazionista, da lui ritenuta "scientificamente" più esatta. Se questi sono i presupposti culturali della riforma, non c è proprio da meravigliarsi se son ritornati di moda i tempi della suddivisione gentiliana di scuola superiore a due marce: una per i figli dei notabili e l'altra per la mano d'opera qualificata.
A quale delle due marce credi che saranno assimilati i futuri maestri, caro Lodoli?


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