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‘Noi le scuole non le avremmo mai chiuse’: INTERVISTA a Sinopoli

Più passano i giorni e più quel 7 gennaio diventa una data improbabile': così Sinopoli sulla riapertura della scuola

20/12/2020
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da SCUOLAINFORMA

E’ una posizione sicura e decisa, quella che Francesco Sinopoli ha espresso a ScuolaInforma, quando gli abbiamo chiesto cosa pensava della riapertura del 7 gennaio. Col segretario generale della FLC CGIL abbiamo avuto modo di toccare diverse tematiche. Di seguito quelle sulla riapertura della scuola.

Che posizione avete in merito alla riapertura delle scuole il 7 gennaio? Vi sembra prematuro, oppure siete d’accordo con la data scelta dal Governo? E perché?

“Fosse dipeso da noi, passato lo spavento di fronte ad un male aggressivo e sconosciuto come era il COVID 19 nella fase di febbraio maggio, le scuole non le avremmo mai chiuse. Perché la didattica a distanza è una didattica di emergenza, che non può sostituire la ricchezza di quella in presenza”.

Sinopoli continua: “Avremmo assunto in ruolo il personale con una procedura semplificata, aumentato il personale, potenziato i trasporti, messo a disposizione strutture esterne (come da raccomandazione della task force che ha lavorato al Ministero per tre mesi rilasciando alla fine un documento di proposte), investito su un rapporto efficace tra Asl e istituzioni scolastiche orientato all’istituzione di una medicina scolastica.

Si sarebbe dovuto mobilitare il Paese e invece da quando alcuni presidenti di Regione prima e il governo con un Dpcm poi, hanno deciso di fermare la scuola in presenza, non è stato fatto abbastanza.

Quindi più passano i giorni e più quel 7 gennaio diventa una data improbabile, a meno che non vengano presi tutti gli accorgimenti per ripartire in sicurezza”.

Rientro in sicurezza

Qual è il numero ideale di alunni per classe?

“Nella situazione attuale della scuola italiana, non più di venti alunni, da ridurre sensibilmente nel caso di presenza di alunni con disabilità”.

Cosa dovrebbe fare il Governo adesso, per garantire un rientro in sicurezza?

“Fare esattamente quello che stiamo predicando da molto tempo a partire dal potenziamento e dalla stabilizzazione dell’organico, promuovere un forte coordinamento fra tutti i livelli istituzionali, coinvolgere le rappresentanze sociali.

Prevedere un potenziamento dei trasporti o meglio ancora, un trasporto esclusivo per la scuola, raccordare efficacemente scuola e Asl.

Attualmente il sistema dei tracciamenti è fallito e non si è riusciti neanche a creare una corsia preferenziale per i tamponi. Chiediamo anche che chi lavora a scuola abbia la precedenza nella somministrazione dei vaccini. L’attuale situazione, complicata da tutti i punti di vista, richiede la messa in moto dell’intelligenza collettiva per fare in modo che ognuno possa dare il proprio contributo di competenza e di conoscenza.

Ma vorrei dire che quelle misure che si prendono oggi per l’immediato, per aprire tutte le scuole, di tutti i cicli, in sicurezza, dovrebbe essere solo un passo che inizia un percorso che traguarda i prossimi anni:

  • aumento strutturale del tempo scuola,
  • obbligo a 18 anni,
  • generalizzazione della suola dell’infanzia,
  • ripristino del tempo pieno e del tempo prolungato,
  • potenziamento della didattica laboratoriale,
  • edilizia scolastica moderna,
  • fine delle classi pollaio”.

“E da ultimo, ma per primo, fine del precariato”

“E da ultimo, ma per primo, fine del precariato: immissione massiccia semplificata per anni e poi concorsi regolari triennali in un continuum ininterrotto fino alla scomparsa totale del precariato.

Una scuola con un corpo docente che cambia al 20 per cento classe ogni anno abbassa la “produttività formativa” in maniera rovinosa peri nostri ragazzi: è uno scandalo che deve finire. Arriva il Recovery Fund, se ne faccia buon uso”.

Nella nostra intervista alla FLC CGIL, abbiamo parlato con Francesco Sinopoli anche di didattica digitale integratastipendi e aumento delle ore di insegnamento dei docenti. Anche su queste domande, così come sulla riapertura della scuola, abbiamo ricevuto risposte chiare e decise.

Rinnovo del contratto: come dovrebbe essere gestita la DDI?

La DDI va gestita come abbiamo concordato con un apposito Contratto al Ministero dell’istruzione; contratto che, nella nostra consultazione della categoria dopo la sua sottoscrizione, ha ricevuto il 92 per cento di approvazione. Né più né meno che questo: applicare il Contratto.

Si prevede un aumento delle ore di insegnamento?

Per quanto concerne un aumento delle ore di insegnamento va chiarito un fatto: potenziare l’insegnamento con ore aggiuntive può sempre andare bene con lo stanziamento necessario di risorse per retribuire chi volontariamente sarà chiamato a farle.

Se invece parliamo di aumentare l’orario prestato dai docenti è cosa assurda dal momento che i docenti italiani lavorano al pari e di più della media oraria settimanale dei loro colleghi europei. E già in questa fase di pandemia hanno profuso un impegno straordinario che non può essere liquidato con una pacca sulle spalle.

Stipendi: quali aumenti?

Aumento degli stipendi: da che cifra si dovrebbe partire, affinché ci si possa ritenere soddisfatti?

I docenti italiani hanno diritto di essere pagati come i docenti europei. Oggi percepiscono un terzo di stipendio in meno. Si persegua questo traguardo, magari da raggiungere nel tempo di due contratti, e le cifre seguiranno.


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