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“No alla scuola delle Regioni”

Il 16 gennaio inizia il suo iter il Ddl Calderoli. I sindacati scrivono ai senatori: salvaguardare il carattere unitario e nazionale del nostro sistema pubblico

10/01/2024
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Collettiva.it

Stefano Iucci

Un appello per dire no all’autonomia differenziata nella scuola. Il testo è stato sottoscritto dalla Flc Cgil e da tutti i maggiori sindacati rappresentativi del settore ed è stato inviato al presidente del Senato e a tutti i senatori in vista dell’iter di discussione sul disegno di legge 615 sull’autonomia differenziata (Ddl Calderoli) il cui avvio è previsto il prossimo 16 gennaio.

Scuola e sanità, come è noto, sono due tra i settori nevralgici che sarebbero duramente colpiti da un progetto che punta a minare l’unità nazionale. Un obiettivo di pura matrice leghista che esaspererebbe le già rilevanti diseguaglianze territoriali e il cui esito sarà, fatalmente, una distinzione ancor più netta tra un’Italia di serie A e un’Italia di serie B. Per la scuola – con un tempo in aula già fortemente ridotto al Sud rispetto al Nord, edilizia fatiscente e mense spesso non pervenute – sarebbe un colpo di grazia, soprattutto se sommato all’altro provvedimento nefasto contenuto in legge di bilancio. Quel dimensionamento che porterà alla soppressione di decine di migliaia di scuole dell’autonomia.

L’appello dei sindacati contiene dunque una richiesta forte: “La piena salvaguardia del carattere unitario e nazionale del nostro sistema pubblico di istruzione”, che deve perciò restare fuori dal dal processo di regionalizzazione avviato dal Governo".

I sindacati manifestano infatti grande preoccupazione “in merito agli esiti deprecabili che possono determinarsi ove giungesse a compimento l’iter del Ddl n. 615”.

In particolar modo preoccupano le ricadute sulla scuola. Infatti, continua l’appello, “attraverso le intese regionali si prevede che si possa giungere a far diventar le norme generali sull’istruzione - oggi legislazione esclusiva dello Stato - oggetto di legislazione concorrente". Il che significherebbe “regionalizzare” e quindi differenziare le norme che disciplinano le finalità della scuola e che - al contrario - dovrebbero essere applicabili in tutto il territorio nazionale in modo uniforme”.

Facendo appello alla Costituzione, la Flc e gli altri sindacati ricordano che essa attribuisce al sistema scolastico “valenza necessariamente generale e unitaria che identifica un ambito di competenza esclusivamente statale”.

Per le organizzazioni sindacali “esiste un tema che chiama direttamente in causa la missione principale della scuola ovvero la costruzione della cittadinanza, la condivisione di valori e il senso di appartenenza, che fondano la convivenza democratica. Questo ruolo del sistema di istruzione statale sarebbe inevitabilmente pregiudicato da una scelta regionalistica e territorialistica. Per queste molteplici ragioni crediamo che tutto ciò vada scongiurato”.

La richiesta esplicita dei sindacati è una sola: “Si tenga la scuola ‘organo costituzionale’ fuori dal processo tracciato dal Ddl n. 615. Perché nella scuola - unica nelle finalità, nazionale nell’ordinamento, uguale nei diritti dell’alunno - risiede la nostra appartenenza alla comunità nazionale, il nostro orgoglio di essere europei in quanto italiani e italiani in quanto europei”, si conclude l’appello.


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