FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3767503
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » nità-Maroni conferma: voglio sapere quanti scioperano con la Cgil. Cofferati: un'intimidazione

nità-Maroni conferma: voglio sapere quanti scioperano con la Cgil. Cofferati: un'intimidazione

Maroni conferma: voglio sapere quanti scioperano con la Cgil. Cofferati: un'intimidazione di Gigi Marcucci DALL'INVIATO FERRARA "È oggettivamente un'intimidazione, ma noi che siamo democratici ...

23/06/2002
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Maroni conferma: voglio sapere quanti scioperano con la Cgil. Cofferati: un'intimidazione
di Gigi Marcucci

DALL'INVIATO
FERRARA "È oggettivamente un'intimidazione, ma noi che siamo democratici non ci faremo intimidire da nessuno". Un applauso scuote la piazza Municipale di Ferrara, dove almeno 400 persone, armate di cappellini rossi della Cgil e bottigliette di acqua minerale, sfidano l'aria bollente di metà mattina. Sergio Cofferati, appena giunto da Firenze, partecipa nel cuore medievale della città estense a un dibattito indetto dal Forum permanente per la pace. Circa a metà della discussione, rispondendo alla domanda di una ragazza del movimento no global, parla dell'ordine impartito da Roberto Maroni alle strutture periferiche del ministero del lavoro e, in seconda battuta, a polizia e carabinieri: raccogliere dati sulla partecipazione agli scioperi indetti dalla Cgil. "Non è solo un atto singolare", commenta Cofferati,"ma si configura come decisione, nei suoi effetti combinati, particolarmente grave, tesa a ledere dei diritti costituzionali e ad assumere oggettivamente il carattere dell'intimidazione".

Il segretario generale della Cgil annuncia che il sindacato "non si farà in alcun modo condizionare, proseguirà la sua azione di contrasto e di lotta a quei provvedimenti del governo che non condivide, a partire dal patto scellerato che si è definito nei giorni scorsi sui temi del mercato del lavoro, che introduce norme lesive di diritti fondamentali delle persone che lavorano, come quelli riconosciuti dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori".

Cofferati ricorda anche che il ministro dell'Interno Claudio Scajola aveva definito gli scioperi come iniziative pericolose per la democrazia. "Se il ministro del Lavoro dà indicazione perché vengano registrati gli scioperanti, questi sono atti pericolosi per la democrazia, non quelli di chi esercita un diritto costituzionale", dice il segretario della Cgil, che poi passa a parlare degli incidenti del G8 a Genova e alla possibilità che alcune prove utilizzate per giustificare la violentissima irruzione alle scuole Diaz siano state preconfenzionate da uomini delle forze dell'ordine. "Quanto sta emergendo a proposito degli avvenimenti di Genova", dice Cofferati, "e, in particolare,dell'intervento della polizia legittimato dal ritrovamento di bottiglie molotov portate, come pare, sul luogo come per giustificare il fermo dei ragazzi è notizia particolarmente grave e inquietante". Secondo Cofferati, la notizia è grave "non solo per ciò che oggettivemente dimostra su quegli avvenimenti, ma anche perché allunga l'ombra, a questo punto legittima, del sospetto che ci fossero intenzioni ostili verso i manifestanti e i ragazzi che erano presenti a Genova con le loro organizzazioni. Intenzioni costruite in precedenza e fatte scattare in quel momento. Questo è un fatto grave e inquietante sul quale è opportuno che non scenda rapidamente il silenzio come capita troppe volte su queste materie". Naturalmente al centro del dibattito rimane l'accordo separato che Cisl e Uil si apprestano a sottoscrivere col governo. Lo chiama indirettamente in causa una lavoratrice di Coop Estense, dove le trattative sull'integrativo aziendale si sono interrotte perché, spiega la lavoratrice, l'azienda pretenderebbe di introdurre regime separato per i neoassunti. "Avete fatto bene a interrompere la trattativa, perché rischia di diffondersi a ogni livello la divisione tra garantiti e non garantiti", risponde Cofferati, tratteggiando il tentativo del governo di dividere i lavoratori che già sono protetti dall'articolo 18 da quelli che fanno il loro ingresso nel mondo del lavoro. "Ai primi si dice di stare tranquilli, perché tanto verrà tolto a chi viene dopo", spiega, "ma come si può dare una prospettiva alle giovani generazioni adoperandosi per creare occasioni di lavoro in cui sono prive di diritti, oppure offrendo loro un lavoro uguale, ma pagato di meno?".

Adesso, dice Cofferati riferendosi a Cisl e Uil, "circola anche questa cosa curiosa, se bisogna o meno firmare o no un patto tra chi l'ha contratto. Il problema non è se firmare o no, il problema è se si è d'accordo o non si è d'accordo. Se poi uno è d'accordo e non firma si sfiora il ridicolo".

Intanto sull'ordine di Maroni relativo agli scioperi della Cgil si registra la presa di posizione di Giorgio Caprioli, segretario dei metalmeccanici della Cisl. Interpellato dall'Unità, Caprioli precisa che la sua valutazione non è giuridica ma politica. "Il mio è un giudizio negativo", dice Caprioli, "perché il ministro del lavoro dovrebbe preoccuparsi di altre cose e perché la sua decisione sgradevolmente insiste su una tesi che il governo ha ampiamente annunciato: isolare in modo irriversibile la Cgil". Caprioli aggiunge di non aver mai condiviso questo "disegno politico": "Sono convinto, nonostante le mie forti ragioni di dissenso con la Cgil e Cofferati, che quando i sindacati sono divisi poi arrivano i guai".


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL