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Messaggero: Università, Conferenza rettori: 500 milioni dal governo o stipendi a rischio

La denuncia della Cattolica: test di ammissione alla facoltà di Medicina vere forche caudine per i giovani

26/11/2009
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Il Messaggero

ROMA (26 novembre) - Conto in rosso per gli atenei. La Crui, Conferenza dei rettori, rende noto che le università non potranno pagare neppure gli stipendi dell'ultimo trimestre dell'anno se nelle loro casse non arriveranno al più presto almeno 500 milioni di euro. Al di sotto di questa cifra, secondo i rettori, non è possibile scendere se non eliminando o compromettendo funzioni e servizi essenziali.
Indispensabile un intervento riparatore. «L'Assemblea della Crui prende atto della dichiarata volontà del Governo di rivedere nella legge Finanziaria in discussione in Parlamento il trattamento riservato alle Università statali e non statali dalla manovra dello scorso anno. Gli ultimi provvedimenti comporterebbero per il 2010 un taglio, per le prime, del 9% del fondo di finanziamento ordinario e, per le seconde, di circa il 50% rispetto alla contribuzione del 2008. Per molte università statali risulterebbe problematica persino la corresponsione degli stipendi nell'ultimo trimestre dell'anno. E' indispensabile un intervento riparatore, in assenza del quale gli Atenei nel 2010 non sarebbero neppure in grado di coprire i propri costi e, in non pochi casi, di pagare le retribuzioni dovute. L'intervento finanziario deve essere di entità adeguata ad assicurare la copertura delle spese insopprimibili e a rendere effettivamente praticabile la distribuzione di una percentuale del Ffo (Fondo di finanziamento ordinario) su basi premiali, secondo indicatori incontrovertibili e condivisi della qualità e dei risultati scientifici e didattici raggiunti da ciascuna università».
Necessari 500 milioni di euro. La Crui dunque individua in non meno di 500 milioni di euro la quota indispensabile di recupero per le università statali e in 50 milioni quella per le università non statali. Un più pieno recupero rispetto ai tagli 2009 dovrebbe avvenire mediante l'assegnazione anche all'Università di fondi strutturali, da destinare a progetti di forte e significativo impatto, da definire con accordi di programma e previa valutazione degli stessi».
Bene i conti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Un sostanziale pareggio di bilancio è stato invece raggiunto quest'anno dall'Università Cattolica di Roma , risultato che «premia gli sforzi di razionalizzazione degli ultimi anni». Lo ha reso noto questa mattina il rettore dell'università Cattolica, Lorenzo Ornaghi, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico 2009-2010. Il rettore ha invece espresso commenti negativi riguardo i test di ammissione alla facoltà di Medicina e Chirurgia della Cattolica. «Sono vere e proprie forche caudine per i giovani, e non assolvono alla necessità di selezione efficace e imparziale degli studenti. Già Padre Agostino Gemelli nel suo ultimo discorso di inaugurazione nel 1958, ebbe a rilevare che è vano chiedere alle nostre conoscenze scientifiche gli strumenti per fare una selezione in modo meccanico e sicuro. Bisogna guardarsi dal trattare i giovani come conigli da esperimento. Rispetto ai test di ammissione e al numero ministerialmente e inflessibilmente determinato c'è da chiedersi se nulla possa davvero essere fatto affinchè la nostra Università riesca liberamente ad assolvere uno dei suoi fini istituzionali: l'iscrizione e l'adeguata formazione di coloro che intendono rispondere alla chiamata di esercitare in terra di missione la professione di medico».
L'università Cattolica di Roma conta oltre 6mila studenti iscritti ai diversi corsi di laurea. Ai nuovi iscritti si aggiungono circa 1.500 iscritti a corsi post lauream, ovvero scuole di specializzazione e master di I e II livello. Riguardo il numero dei laureati, la facoltà di Medicina e Chirurgia ha conferito complessivamente in questi anni 15mila diplomi di laurea. In particolare, ad oggi sono 7.381 i laureati in medicina e 435 quelli in odontoiatria. Quest'anno è stata inoltre istituita, nella sede romana, l'alta scuola di Economia e Management dei sistemi sanitari, Altems.


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