FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3767585
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Messaggero-Troppi soldi ai dipendenti pubblici

Messaggero-Troppi soldi ai dipendenti pubblici

I magistrati contabili denunciano: in quattro anni stipendi cresciuti del 12,7%. Cgil, Cisl e Uil: "Ora si lamentano, ma i contratti li hanno approvati anche loro" "Troppi soldi ai dipendenti pubbl...

01/07/2002
Decrease text size Increase text size
Il Messaggero

I magistrati contabili denunciano: in quattro anni stipendi cresciuti del 12,7%. Cgil, Cisl e Uil: "Ora si lamentano, ma i contratti li hanno approvati anche loro"
"Troppi soldi ai dipendenti pubblici"
La Corte dei conti: aumenti superiori all'inflazione. I sindacati: il grosso a dirigenti e medici
di PIETRO PIOVANI

ROMA '#8212; Gli stipendi dei dipendenti pubblici crescono troppo. I dipendenti pubblici probabilmente non se ne sono neanche accorti, ma questa è un'altra storia perché a parlare è la Corte dei conti, che non prende in considerazione le rivendicazioni individuali. La Corte dei conti di mestiere fa i conti, e tutti gli anni fra l'altro conta i soldi in tasca agli statali. Risultato: secondo i calcoli dei magistrati nel 2001 le retribuzioni pro capite sono cresciute del 5,2%, cioè quasi il doppio dell'inflazione. E se andiamo indietro negli anni, nel quadriennio 1998-2001 le retribuzioni sono lievitate del 12,7% mentre i prezzi solo dell'8,8%.
"Se si considera che i dati non comprendono per intero gli effetti della contrattazione integrativa '#8212; scrive la Corte dei conti '#8212; ne discendono ragioni di preoccupazione per una dinamica salariale che si discosta sensibilmente dalle regole di evoluzione del costo del lavoro". Così si legge nella 'Relazione sul rendiconto generale dello Stato" redatto dalla Corte, che non manca di richiamare il governo a una maggiore moderazione in occasione dell'imminente rinnovo dei contratti. La dinamica salariale, scrivono i giudici contabili, si deve "ricondurre a regolarità con la tornata contrattuale 2002-2005". E ancora: si ricordi che il Dpef e l'accordo del '93 sul costo del lavoro "sono incentrati sul recupero, da parte delle retribuzioni, delle diminuite 'ragioni di scambio" prodotte dall'inflazione e non già sull'adeguamento della spesa complessiva all'andamento dell'inflazione". Tradotto in parole più semplici la Corte invita il governo a stringere i cordoni della borsa. E in particolare lo esorta a rimangiarsi quell'accordo già firmato (il 4 febbraio scorso) in cui si promettono ai sindacati 730 milioni di euro in più per recuperare la perdita di potere d'acquisto subita dal personale pubblico nel biennio 2000-2001 a causa dell'inflazione.
L'uscita della Corte dei conti ovviamente non fa piacere ai sindacati. Non si tratta di una semplice divergenza di opinioni, qui sono in discussione anche le cifre. Antonio Foccillo, segretario confederale della Uil, contesta la metodologia seguita nella relazione: i magistrati, dice, uniscono tutto il personale pubblico in un unico pentolone. "Mettono insieme gli incrementi sostanziosi decisi dal governo per i dirigenti e quelli dei medici. E così per i presidi che una legge ha parificato ai dirigenti. Depurati da questi aumenti, per il restante personale sono stati rispettati i tetti d'inflazione programmata". Foccillo sospetta "che il vero obiettivo sia quello di allontanare i rinnovi contrattuali che sono scaduti da ben sei mesi. L'accordo con il governo sui rinnovi contrattuali è stato firmato a febbraio e ancora a giugno non ci siamo seduti attorno a nessun tavolo contrattuale".
Per Lia Ghisani della Cisl la Corte commette "un errore nel mettere insieme entità non comparabili tra loro come medici o dirigenti. Siamo convinti, invece, che, nonostante le osservazioni della Corte, sarà rispettato l'accordo raggiunto col governo a cominciare dal Dpef. Se così non fosse, i lavoratori registrerebbero una perdita del potere d'acquisto delle loro retribuzioni".
Per Michele Gentile della Cgil "ammesso che i dati della Corte dei Conti abbiano una loro veridicità, sempre difficile da dimostrare, l'accordo del '93 prevede la difesa del potere d'acquisto delle retribuzioni dall'inflazione e che ci sia una quota di produttività definita con la contrattazione di secondo livello. La Corte poi dovrebbe sapere che la contrattazione di secondo livello si fa solo nell'ambito delle disponibilità di bilancio".
Tutti i sindacalisti inoltre obiettano: se la Corte dei conti giudica troppo generosi i contratti degli anni scorsi, perché allora li ha sempre registrati? Perché ha dato il via libera agli accordi che ora contesta?
Questo genere di polemiche ripropongono il solito problema: quando si parla di personale pubblico i numeri non sono mai un dato certo. Si osservi, nella tabella qui in alto, la differente valutazione degli andamenti salariali presentata dall'Aran (l'agenzia che rappresenta il governo e gli enti locali nelle trattative pubbliche). L'Aran calcola le 'retribuzioni contrattuali", ovvero gli aumenti determinati dai contratti nazionali e integrativi: un dato omogeneo, comparabile anno dopo anno. Invece la Corte dei conti di solito elabora le cifre scritte nella contabilità nazionale, ottenendo dati magari più completi ma che rischiano di essere poco uniformi da un anno all'altro.
Va ricordato inoltre che negli ultimi due anni i governi hanno scelto di riconoscere aumenti superiori all'inflazione nei contratti di alcune categorie di lavoratori pubblici. In particolare sono stati premiati i presidi e in generale i professori, i medici (come ricordato dai sindacati), gli infermieri, e le forze di polizia.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL