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Messaggero - "Sciopero generale dei prof"

2002 Scuola, i Confederali mobilitati: "Investimenti per l'istruzione pubblica e rivalutazione degli stipendi" "Sciopero generale dei prof" Cgil, Cisl e Uil minacciano: "Aumenti in busta paga o s...

11/03/2002
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Il Messaggero

2002
Scuola, i Confederali mobilitati: "Investimenti per l'istruzione pubblica e rivalutazione degli stipendi"
"Sciopero generale dei prof"
Cgil, Cisl e Uil minacciano: "Aumenti in busta paga o sarà guerra"
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Cappellini colorati, fischietti e bandiere d'ordinanza. I prof di Cgil, Cisl e Uil si sono radunati all'Ergife, a Roma, per dare il via alla mobilitazione. Sono compatti nel difendere la scuola pubblica, pur con punti di vista diversi criticano molti aspetti della riforma e rivendicano salari adeguati per tutto il personale della scuola: tra insegnanti, amministrativi e ausiliari un milione di dipendenti. "Vogliamo dare l'ultimatum alla Moratti - dicono - e decidere una strategia comune".
Per ora è una minaccia: "Sarà sciopero generale - affermano i leader sindacali - se il governo non darà risposte immediate e soddisfacenti". Sull'annosa questione degli stipendi si consuma l'ennesimo scontro. Il 5 febbraio i Confederali con gli altri comparti del pubblico impiego avevano siglato il rinnovo del contratto, accettando le offerte di Palazzo Chigi: 210 mila lire lorde mensili in due anni, ovvero 105 euro lordi. Nulla di più della copertura dell'inflazione.
Scontro sugli stipendi. Il secondo round è l'equiparazione con i salari europei. Una partita iniziata quando c'era il governo dell'Ulivo, ripresa successivamente, che giunge ora nella fase calda. "Talloniamo il governo su tutti gli aspetti che non condividiamo della riforma - sostiene Enrico Panini, segretario nazionale della Cgil scuola - Vogliamo un contratto di qualità, risorse adeguate e retribuzioni europee. La trattativa deve partire subito perché la scuola non può aspettare ulteriormente. Basta con gli annunci, costruiamo una protesta comune". Intanto, la Cgil brucia le tappe: lo sciopero di categoria confluisce in quello indetto da Cofferati. "Chiediamo il ritiro della delega - aggiunge Panini - perché la riforma è di tutti e non può essere decisa da un governo".
Parole dure anche dal segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna: "Non possiamo lasciare un milione di lavoratori in questo stato di incertezza, c'è bisogno di un contratto serio. Il governo mantenga gli impegni. Se entro aprile le questioni relative al piano pluriennale di investimenti e all'avvio del negoziato non saranno avviate, l'unica risposta possibile sarà la mobilitazione generale fino allo sciopero unitario".
Difesa sistema pubblico. Cgil, Cisl e Uil si schierano in difesa della scuola statale. Una priorità. "Indipendentemente dalle divisioni che comunque restano - sottolinea Daniela Colturani, segretario della Cisl scuola - sulla scuola saremo unitari. Diciamo "no" alla svendita della scuola statale, ai compromessi al ribasso e a presunte convenienze di mercato. E diciamo "no" ad una scuola che emargina i poveri, dando libero campo ai ricchi". Sulla necessità di fare chiarezza sulle statali nessuno ha dubbi. Di Menna, Uil, ribadisce: "Tutto dipenderà dal piano pluriennale. Non può essere rinviato, ma vogliamo garanzie sulla destinazione di quei 19 mila miliardi promessi dal governo. I soldi dello Stato non possono andare ai privati. Ci sono capitoli da risanare: dagli stipendi all'edilizia, allo sviluppo dell'informatica, all'inglese per tutti, alle attrezzature più moderne. Investimenti reali per elevare la qualità".
Gli altri "no". Bocciata la devolution della scuola, i programmi regionali e la riforma degli organi collegiali.


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