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Messaggero-I sindacati: "Addio stipendi europei"

Lunedì 12 Maggio 2003 Inizia una settimana decisiva per i professori: negli altri paesi Ue la media mensile rimane di 260 euro in più I sindacati: "Addio stipendi europei" Scuola, il contratto...

13/05/2003
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Il Messaggero

Lunedì 12 Maggio 2003
Inizia una settimana decisiva per i professori: negli altri paesi Ue la media mensile rimane di 260 euro in più
I sindacati: "Addio stipendi europei"
Scuola, il contratto a una svolta: il governo offre 'solo"150 euro al mese
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Gli insegnanti hanno sperato negli stipendi europei, ma resteranno delusi. Rispetto al resto d'Europa le loro buste paga sono più 'leggere" di 410 euro mensili lordi (800 mila vecchie lire). Ma anche dopo la firma del nuovo contratto il divario sarà notevole: 260 euro mensili lordi (500mila lire). L'aumento offerto dal governo non supera i 150 euro lordi mensili pro-capite (1.800 euro all'anno), che rispetto agli 80-85 proposti all'inizio delle trattative costituiscono già un passo avanti. "Un passo avanti insufficiente", commentano in coro i sindacati. Anche perché l'adeguamento dei salari agli standard europei non era una promessa vaga, ma un "impegno" sottoscritto dal precedente governo, con Amato premier.
"Impegno che l'attuale governo non ha onorato - sostiene Enrico Panini, segretario nazionale della Cgil scuola - L'intesa siglata nel dicembre del 2000 prevedeva che l'equiparazione dovesse essere fatta a partire dal 2001, però non sono stati stanziati fondi sufficienti". Panini ammette che i 150 euro di aumento sono comunque "un passo avanti, anche se inadeguato". "Berlusconi - continua il leader della Cgil - ha dichiarato che coprirà d'oro gli insegnanti, vedremo".
Le trattative sono ora alla stretta finale. La settimana appena iniziata sarà decisiva e non è escluso che si arrivi alla firma entro venerdì. I sindacati sono intenzionati ad accelerare. Anche perché è rischioso far coincidere la "verifica" dei risultati ottenuti con la smobilitazione delle scuole, che quest'anno sarà anticipata per effetto delle elezioni. "Vorremmo chiudere rapidamente la trattativa - afferma Massimo Di Menna, segretario della Uil-scuola - per far avere gli aumenti il prima possibile. Il contratto è scaduto da dicembre dell'anno scorso e le retribuzioni progressivamente erose nel loro potere di acquisto. In busta paga? Per ora non si riesce a strappare di più. Abbiamo fatto uno sciopero e la mobilitazione continuerà: nell'ultima Finanziaria non c'era traccia degli impegni assunti dal governo. Del piano pluriennale di 15-19 mila miliardi di vecchie lire non si è saputo più nulla. Vogliamo mettere il governo con le spalle al muro perché dica che cosa vuole fare concretamente per la scuola".
I più penalizzati sono gli insegnanti delle superiori. Dopo 15 anni di servizio, rispetto ai colleghi degli altri Paesi europei, guadagnano 529 euro in meno al mese (circa un milione di vecchie lire). Nella scala del confronto seguono gli insegnanti della elementare con 430 euro mensili in meno e quelli delle medie con buste paga più leggere di 360 euro. All'inizio della carriera, invece, il divario è inferiore. In Italia gli insegnanti non hanno mai avuto sbocchi di carriera. E anche i salari sono uguali per tutti. Unica diversificazione viene dal grado di scuola e dall'anzianità di servizio.
Ma che fine ha fatto la "valorizzazione" della professione docente, tanto decantata? Per ora non se ne parla. Se nelle ultime ore non ci sarà un cambio di rotta i 150 euro mensili verranno distribuiti "a pioggia", anche se gli aumenti uguali per tutti fanno a pugni con l'obiettivo sindacale e governativo di "valorizzare" gli insegnanti. La verità è che per la "valorizzazione", cioè per gli aumenti legati alla professionalità e al merito individuale, non ci sarà neanche un euro. L'Aran, l'agenzia governativa delegata al negoziato, ha chiarito ai sindacati che i 150 euro sono di fatto un tetto invalicabile. Tanto più che l'Aran è intenzionata a rinviare l'adeguamento dei salari, in attesa che vengano equiparate anche le "prestazioni" professionali dei docenti.


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