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Messaggero-I presidi: senza soldi la riforma non si fa

Oggi inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico al Vittoriano con il Presidente Carlo Azeglio Ciampi e il ministro Letizia Moratti I presidi: senza soldi la riforma non si fa Nel piano d...

17/09/2003
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Il Messaggero

Oggi inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico al Vittoriano con il Presidente Carlo Azeglio Ciampi e il ministro Letizia Moratti
I presidi: senza soldi la riforma non si fa
Nel piano del Governo 8 miliardi in 5 anni. "Ma quando li avremo in cassa?"
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - I presidi lanciano l'allarme. "Non si può attuare la riforma senza soldi, per ora non abbiamo avuto un euro in più". I capi d'istituto ora attendono la Finanziaria. Vogliono vedere quanto arriverà nelle loro casse. "Gli otto miliardi di euro promessi dal Governo (16 mila miliardi delle vecchie lire) verranno distribuiti in cinque anni. Le Finanziarie, di anno in anno, decideranno quanto e come suddividere lo stanziamento. La prima tranche verrà definita entro Natale. Secondo i calcoli dei sindacati arriverà alle scuole a metà anno scolastico, se tutto va bene.
"Ma così la riforma è monca: mancano i mezzi. L'anno scolastico 2003-2004 è partito come il precedente, senza un soldo aggiuntivo", afferma Margherita Valenti, direttrice didattica di un Circolo di Guidonia, in provincia di Roma, con 8 sedi e 1.300 bambini, parte di un Consorzio che comprende anche istituti di Tivoli e Castel Madama. Valenti aggiunge: "La riforma non può essere fatta a costo zero, resterà sulla carta finché non arriveranno i fondi. E' vero, stanno mandando qualche insegnante di inglese. Ma niente di più. Per l'informatica vorrei i finanziamenti per l'acquisto dei pc. In ogni caso, molte cose della riforma Moratti nelle scuole si fanno da anni. Il bilinguismo, e a volte il trilinguismo, noi lo abbiamo attuato. Ci siamo prodigati per garantire l'anticipo a chi lo ha chiesto, pur non condividendolo, ma la riforma deve essere sostenuta con stanziamenti adeguati".
Il ministero replica: "La riforma prevede un'applicazione graduale. Le innovazioni per ora riguardano soltanto i primi due anni della scuola primaria. Gli istituti sanno che possono anche anticipare tratti della riforma, ma tutto a seconda delle loro disponibilità".
Pochi giorni fa a Fiuggi, in un incontro tra direttori e presidi delle scuole di tutta Italia, organizzato dall'Anp, la loro associazione di categoria, il malumore si toccava con mano. "La logica è sempre la stessa: senza le circolari del ministro non si fa niente - ha detto Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale -. L'autonomia non è rispettata e il preside rischia di diventare il parafulmine e non il gestore di un processo importante". Rembado lancia il j'accuse su autonomia e fondi. "La realtà - sottolinea Rembado - è che si continui a riproporre la formazione e l'istruzione come la base per il futuro del Paese, senza risorse adeguate, senza gambe per dare concretezza a questa aspirazione finora irrealizzata".
Da ieri sono iniziate le lezioni per tutti gli 8 milioni di studenti e 800 mila docenti. Oggi verrà inaugurato ufficialmente l'anno. Il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti e il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi parleranno a 1.500 studenti provenienti da tutta Italia. Intanto i ragazzi dell'Uds, l'Unione degli studenti, rivolgono un appello a Ciampi: "Lei apre simbolicamente l'anno: lo scorso settembre ebbe parole da noi apprezzatissime per la scuola pubblica; purtroppo, dobbiamo farle notare come siano cadute nel vuoto, dimenticate da una maggioranza, da un ministro e da un presidente del Consiglio completamente sordi quando si tratta di pensare alle giovani generazioni. Il ministro Moratti ha firmato un decreto che assegna 30 milioni di euro (ne sono previsti altri 60 per i prossimi 2 anni) ai soli studenti delle paritarie, denaro strappato dalle già esigue casse delle scuole pubbliche, le nostre scuole". Domani e dopo inoltre ci sarà la protesta dei precari davanti al Parlamento.
Ma torniamo ai presidi. Mario Rusconi, preside della media Majorana di Roma, e membro del gruppo dei saggi nominati dal ministro Moratti, avverte: "Tra una ventina di giorni, da quello che verrà messo in Finanziaria, capiremo quale credibilità ha la riforma. Se non ci saranno fondi adeguati vuol dire che siamo di fronte al solito effetto annuncio". Alle superiori i presidi stanno a guardare. Natale Finocchiaro, capo del tecnico Bachelet di Roma, osserva: "Al momento le casse degli istituti sono esangui: in tre anni gli stanziamenti sono stati tagliati del 40 per cento. Se calano i soldi, si riduce anche la programmazione. Abbiamo 24 handicappati e solo 4 insegnanti di sostegno. Ridotto anche il numero delle cattedre: con lo stesso numero di classi abbiamo 6 insegnanti in meno, la scuola pubblica viene sistematiamente impoverita. Sperare nella riforma? Vedremo". I dubbi arrivano anche dagli ambienti vicini al Cnpi, il Consiglio scolastico nazionale: "Nel dpf è tutto molto vago, non c'è granchè sulla scuola. Se dobbiamo giudicare dal documento programmatico c'è da stare in allerta".


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