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Messaggero-Gli intellettuali attaccano la riforma:

Gli intellettuali attaccano la riforma: così viene compromessa la laicità ROMA - Molti intellettuali sono intervenuti con uno scritto. Domenico Starnone ha messo nero su bianco attaccando la rifo...

15/04/2002
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Il Messaggero

Gli intellettuali attaccano la riforma:
così viene compromessa la laicità
ROMA - Molti intellettuali sono intervenuti con uno scritto. Domenico Starnone ha messo nero su bianco attaccando la riforma Moratti: "Dopo la separazione netta tra istruzione liceale e professionale - scrive il commentatore - altro elemento rimarchevole è l'erosione della laicità della scuola. Il Centro-sinistra a suo tempo ci ha messo del suo, ma il governo di centrodestra ne fa un momento decisivo: tutela come può insegnanti di religione e insegnanti delle private, progetta di saldare insieme sapere e morale". E ancora: "La Moratti cerca consensi. Promette di promuoverli a categoria contrattualmente autonoma, cosa che sembra un regalo, e invece è solo un ulteriore indebolimento sindacale".
Lo storico Nicola Tranfaglia e il filosofo Gianni Vattimo, invece, criticano la "situazione dell'Università italiana, che in questo momento soffre di gravi problemi ai quali la politica del governo Berlusconi non intende in alcun modo rispondere. Il primo problema è quello della ricerca scientifica. Per colpa dei tagli l'Italia si colloca in coda a tutte le percentuali esistenti in Europa. Quanto alla riforma della didattica universitaria, le continue incertezze del ministro espresse non in Parlamento ma nelle interviste stanno provocando conseguenze disastrose: ostacolano l'applicazione di una riforma già complessa appena entrata in vigore".
Mentre Margherita Hack, astrofisica, attacca la riforma sia in campo scolastico che universitario: "Ci riporta indietro di 50 anni. Occorre rendersi conto che la ricerca è fondamentale per lo sviluppo del Paese, l'Italia spende in questo settore meno dell'uno per cento del prodotto interno lordo, mentre la Francia, la Germania, la Svizzera e l'Inghilterra spendono oltre il 2%".


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