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Messaggero-Colturani (Cisl): Non è tempo di furbizie

Colturani (Cisl): "Non è tempo di furbizie" ROMA - "Duecento scuole? Troppe. Si rischia di bruciare la riforma prima che sia approvata dal Parlamento. Glielo avevo detto, limitatevi a poche scuole,...

08/08/2002
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Il Messaggero

Colturani (Cisl): "Non è tempo di furbizie"
ROMA - "Duecento scuole? Troppe. Si rischia di bruciare la riforma prima che sia approvata dal Parlamento. Glielo avevo detto, limitatevi a poche scuole, quelle che hanno le condizioni per sperimentare sul serio la riforma, altrimenti sarà un boomerang". Daniela Colturani, segretario nazionale della Cisl-scuola, usa toni molto critici.
Colturani, come giudica il piano della Moratti?
"C'è un aspetto inquietante. Riguarda il maestro unico, o prevalente, secondo la dizione del ministero. Se la riforma non è altro che un piano per tagliare gli organici non passerà".
Perchè parla di taglio degli organici?
"Con il maestro che dovrebbe avere 21 delle 27 ore settimanali salta il team. E salta un terzo dei 25 mila maestri in servizio: significa che scompaiono 80 mila posti di lavoro. Ma non è tempo di furbizie. La categoria contro una misura del genere darà battaglia con il sostegno di tutti i sindacati".
Se i maestri saranno in allarme la riforma sarà in pericolo?
"Certamente, nessuno sarà disposto a fare "karakiri" e a sperimentare un progetto che in prospettiva prevede la riduzione dei posti di lavoro. La Cisl inviterà alla disobbedienza civile, la Cgil assumerà altre iniziative, così tutti gli altri. La riforma non la attueranno se non verrà fatto salvo l'organico".
Ma studi internazionali dicono che la qualità delle nostre elementari è scaduta. Pare che la colpa sia dei troppi maestri che ruotano intorno ad una classe.
"Non è così. I team hanno funzionato e hanno arricchito la scuola italiana. Perché i bambini dovrebbero tornare nelle mani dei tuttologi? Abbiamo dimenticato i danni fatti dai maestri "sbagliati"?".
L'idea di sperimentare la riforma le pare positiva?
"A un mese dal via, mi sembra positiva solo se resta nei limiti di un test. E se viene impostata con criteri di flessibilità, partendo dalle motivazioni delle singole scuole, altrimenti diventa un'operazione di immagine senza nulla di sostanziale".

A. Ser.


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