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Mattino-Scuola, sindacati sul piede di guerra

CGIL, CISL, UIL E SNALS CHIEDONO RISORSE CERTE PER IL CONTRATTO Scuola, sindacati sul piede di guerra Al ministero della Pubblica Istruzione oggi Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, avrebbero dovuto di...

11/12/2002
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Il Mattino

CGIL, CISL, UIL E SNALS CHIEDONO RISORSE CERTE PER IL CONTRATTO
Scuola, sindacati sul piede di guerra
Al ministero della Pubblica Istruzione oggi Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, avrebbero dovuto discutere di precari, mobilità e organico dei docenti. Una riunione nella quale la presenza dei sindacati è fondamentale. Invece salta tutto invece perché Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno deciso di non mettere più piede al ministero di viale Trastevere, senza prima avere in mano una certezza sui fondi destinati alla scuola e al contratto, scaduto il 31 dicembre del 2001.
Oggi non saranno dunque al ministero, questo è deciso. Ma i confederali e lo Snals sono andati oltre: hanno proclamato lo stato di agitazione e avviato le procedure per decidere una data per uno sciopero unitario (probabilmente a gennaio) contro la politica del governo sulla scuola.
Da tempo, Enrico Panini della Cgil, Daniela Culturani della Cisl, Massimo Di Menna della Uil e Fedele Ricciato dello Snals, meditavano di proclamare lo stato di agitazione e di bloccare per un giorno le scuole. Una decisione rinviata, fino a quando la situazione, con da una parte il decreto taglia spese di Tremonti e dall'altra i 90 milioni di euro usciti fuori dalla Finanziaria come bonus fiscale per le famiglie che mandano i figli alle private,non è precipitata.
Il contratto è scaduto da due anni. E in confederali vorrebbero rinnovarlo entro il 31 dicembre del 2002 senza andare oltre, l'importante è conoscere le risorse. Il quantum non è mai stato annunciato nè dal ministro dell'Istruzione nè da quello della Funzione Pubblica. Spiega Massimo Di Menna: "Si è sempre sostenuto che i risparmi derivanti dai tagli sarebbero stati utilizzati per il rinnovo contrattuale, fino ad oggi non sappiamo ancora nulla, così non si può andare avanti a lungo".
La Gilda non è sulla stessa posizione. Il coordinatore, Alessandro Ameli, ritiene che "ora una rottura sul contratto sarebbe un grande regalo al governo che proprio su questo tema ha cercato il più possibile di dilatare i tempi della discussione".
Cgil,Cisl,Uil e Snals sottolineano in una nota che "il governo, in merito alle risorse finanziarie, aveva assunto precisi impegni con leggi finanziarie e con intese con i sindacati scuola e con le Confederazioni". La mancanza di risorse finanziarie, però, non è l'unica motivazione dello stato di agitazione. I sindacati intendono protestare anche per "la mancata tutela e stabilità degli organici docenti e Ata" e "per gli interventi oltremodo penalizzanti per la scuola statale previsti dalla Finanziaria 2003 e dal decreto Tremonti" che ha tolto risorse importanti, anche quelle per l'edilizia scolastica.
Entro la prossima settimana i sindacati si aspettano una convocazione dal Ministro che dia certezze, in un momento reso ancora più teso dall'approvazione in prima lettura al Senato della devolution di Bossi. La "regionalizzazione" della scuola preoccupa i sindacati che pensano a docenti con contratti regionali.
e.r.


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