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Mattino-LA SCUOLA NELLA BUFERA

LA SCUOLA NELLA BUFERA BEATRICE RUOCCO Il titolo non è valido, l'attestazione e i timbri apposti sui documenti sono falsi. Le poche righe tratte dal documento del ministero dell'Istruzione, tras...

11/04/2003
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Il Mattino

LA SCUOLA
NELLA BUFERA
BEATRICE RUOCCO
Il titolo non è valido, l'attestazione e i timbri apposti sui documenti sono falsi. Le poche righe tratte dal documento del ministero dell'Istruzione, trasmesso ai Direttori scolastici regionali, sollevano ancora una volta lo scandalo sui corsi di sostegno per insegnanti, intorno al quale da anni gira un business con cifre da capogiro. A Napoli e in Campania l'effetto è immediato: vengono licenziati circa cento docenti che sono stati nominati dal Csa o dai singoli presidi per insegnare agli alunni diversamente abili. Sulle cattedre lasciate vuote, in questi giorni sia i presidi che il Provveditorato stanno provvedendo a nominare i nuovi insegnanti, scorrendo le graduatorie permanenti o quelle d'istituto.
La vicenda prende il via il 24 marzo scorso quando il ministero in una nota comunica che il Miur "sta operando un controllo sulle graduatorie allo scopo di verificare se vi siano inseriti aspiranti che abbiano il titolo di specializzazione per l'insegnamento su posti di sostegno rilasciato dal Ciferp di Bari (Centro italiano formazione e ricerche in psicomoricità)". Il controllo parte in seguito ad accertamenti condotti da un dirigente scolastico, circa la validità legale del titolo rilasciato dal Ciferp "che hanno evidenziato che l'Università di Bari non ha attivato convenzioni con enti privati per l'organizzazione dei corsi di specializzazione per l'attività di sostegno e che l'attestazione è falsa, compreso il timbro posto sul documento". Il direttore generale, Alberto Bottino, con una circolare, allerta i presidi ai quali chiede di fare tutti i controlli necessari per verificare se gli insegnanti in servizio hanno presentato il titolo rilasciato dall'ente di Bari e di darne comunicazione sia alla Direzione generale che all'autorità giudiziaria.
Partono i controlli, si aprono i fascicoli personali dei prof e una volta accertata la presenza dei docenti con il falso titolo comincia la raffica dei licenziamenti. La maggior parte dei prof che ha avuto la notifica è caduta dalle nuvole, molti di loro tra pianti e disperazione hanno ammesso di non sapere nulla e di aver sempre ritenuto valido il loro titolo. Ma la versione sembrerebbe un'altra: i prof avrebbero pagato oltre 30 milioni di vecchie lire per ottenere l'attestato addirittura non frequentando corsi e senza sostenere esami. Ne è convinto Giuseppe Gambale, deputato della Commissione Cultura della Margherita, che in un'interrogazione al ministro dell'Istruzione chiede di sapere se siano stati effettuati davvero i controlli richiesti e quali risultati abbiano dato, se è già stata attivata l'autorità giudiziaria e se il ministro non ritenga opportuno avviare un'ispezione per verificare quanti diplomi falsi siano stati presentati al fine dell'inserimento nelle graduatorie per l'insegnamento. "È necessario sapere anche se non risultino omissioni nei controlli o coinvolgimenti di pezzi dell'amministrazione nella vicenda - precisa Gambale -. Bisogna fare la massima chiarezza sui corsi di sostegno da anni ormai al centro di scandali e business milionari. Gli insegnanti, pur di ottenere un posto di lavoro, attraverso la corsia preferenziale del sostegno, hanno danneggiato non solo gli alunni ma anche gli altri docenti che si sono visti scavalcare nelle graduatorie".


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