FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3779299
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » ManifestoSciopero "inevitabile"

ManifestoSciopero "inevitabile"

Sciopero "inevitabile" Cgil, Cisl, Uil al governo: no al varo della delega sulle pensioni insieme alla finanziaria "Aspettate": Maroni e Fini tentano ancora un pressing sulla Cisl, per evitar...

24/09/2003
Decrease text size Increase text size

Sciopero "inevitabile"
Cgil, Cisl, Uil al governo: no al varo della delega sulle pensioni insieme alla finanziaria
"Aspettate": Maroni e Fini tentano ancora un pressing sulla Cisl, per evitare uno sciopero dei sindacati sulle pensioni. Li invitano a un confornto domani, ma lunedì il consiglio dei ministri già approverà la delega. E non è l'unico fronte critico: colpi sul governo anche dalla Confindustria che attacca la ricetta Tremonti
CARLA CASALINI
Un virtuosismo da sofisti, quello del governo: la delega sulla riforma delle pensioni sarà approvata "con la finanziaria" ma non entrerà "nella finanziaria". E' lo stesso ministro del welfare Maroni a prodursi nell'arrampicata sugli specchi dopo l'incontro, ieri pomeriggio, con le parti sociali: a garantire il "tempo" per la discussione con i sindacati con i quali sarà aperto un tavolo di confronto domani stesso; a assicurare che comunque le "due questioni", legge di bilancio e previdenza, restano "distinte". Anche Gianfranco Fini ieri è uscito di rincalzo. Ma quale "tempo", quale distinzione può prodursi, dal momento che il consiglio dei ministri, convocato per lunedì in attesa del ritorno di Berlusconi, approverà già in quella sede, assieme alla finanziaria, anche la delega? Sulle pensioni saranno accolte le "modifiche" discusse con i sindacati, si affanna il ministro del welfare: come dire che in due giorni si può risolve una materia incandescente da mesi. I segretari generali di Cgil, Cisl, Uil hanno risposto con chiarezza, uscendo dall'incontro di palazzo Chigi: se la riforma delle pensioni verrà fatta subito, "varandola insieme alla finanziaria", sarà inevitabile la mobilitazione, "compreso lo sciopero generale".

Di sciopero Epifani, Angeletti, e con più misura Pezzotta, avevano già parlato alla vigilia, mettendo in guardia il governo da mosse improvvide sulle pensioni. E il ministro si era adoperato subito a placare gli animi - "una minaccia eccessiva e prematura, di fronte a proposte non ancora formalizzate dal governo" -, promettendo una lunga discussione sui punti che costituiscono l'osso della delega originale sulla previdenza, ossia la decontribuzione per i nuovi assunti e il prelievo dei soldi della liquidazione dei lavoratori per impinguare i capitali dei Fondi; e promettendo, quanto all'età pensionabile, un minuzioso scadenzario per contrastare il diktat di Tremonti sullo smantellamento delle norme sull'anzianità nel 2008.

Insomma, la consueta esca buttata alla Cisl, per impedirle di svincolarsi da quel "dialogo" col governo di destra che le sta sempre più stretto, e da cui non ha ricavato neppure i vantaggi marginali in cui sperava per giustificarlo. E ieri, dal ministero del welfare è venuta un'altra mossa imbarazzante per Cisl e Uil. Alla commissione lavoro del senato, tutti i gruppi dell'opposizione hanno chiesto di stralciare le famose norme sull"art.18" dalla delega in discussione che prevede anche definizione e stanziamento di soldi per gli "ammortizzatori sociali": ma il sottosegretario Sacconi li ha bocciati, usando come argomento il "patto per l'Italia" stretto nell'accordo separato con Pezzotta e Angeletti, che deve avere "completa esecuzione".

Il leader della Cisl, Pezzotta, ieri ha ironizzato sul confronto offerto ai sindacati da un governo che si è fatto la finanziaria "tutto da solo", nonostante le promesse di inizio estate, e che ieri si è limitato a "informarli", per la verità evitando di dire con chiarezza che cosa vuole fare, e con che soldi. Perciò, i "giudizi" più precisi verranno "dopo aver visto i testi". Dalla segreteria Cisl Pier Paolo Baretta assicura che sulle pensioni "la nostra posizione resta ferma": no sulla decontribuzione, no sull'obbligo di trasferire soldi dal tfr ai fondi pensione, no alle manovre sull'età pensionabile.

Quanto all'imbarazzante chiamata in causa ministeriale del "patto per l'Italia" sulla delega al senato, Baretta risponde: "ma figuriamoci, non ci sono neppure i soldi per gli ammortizzatori sociali". E per altro soldi il governo non ne mette neppure per chiudere i contratti dei pubblici dipendenti, per i quali i tre sindacati stanno lottando insieme: mancano ancora all'appello 6mila miliardi di lire. Redditi da lavoro e pensione che precipitano in caduta libera mentre i prezzi crescono: ma quando la Cisl ieri ha chiesto di adeguare "l'inflazione programmata" fissata dal governo a un minimo dato di realtà, i ministri non hanno neppure risposto. La caduta in servizi pubblici, in salute, si aggrava per i tagli agli enti locali: l'esecutivo li nasconde affermando, oggi, che "non ci saranno nuovi ticket" sulla sanità, che per altro le regioni guidate dal centrodestra hanno già aggravato.

"Governo ermetico, senza idee, e senza soldi": così le critiche dei tre sindacati sono state tradotte da Guglielmo Epifani , che annuncia una decisione della Cgil sulle risposte da dare a Berlusconi e soci, nel direttivo nazionale del 6 e 7ottobre, dopo una discussione unitaria con Cisl e Uil sulle iniziative da prendere.

Ma le critiche ieri sono piovute, pesanti, anche dagli imprenditori: "pochi soldi e spalmati in mille rivoli", denuncia il direttore generale della Confindustra Stefano Parisi attaccando la "Tecno-Tremonti", che il governo ha partorito invece di centrare "pochi obiettivi prioritari" usando le leggi "che già esistono".


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL