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Manifesto-Università e ricerca, lo scontro arriva alla camera

Università e ricerca, lo scontro arriva alla camera La contestata riforma Moratti domani in aula. E riparte la protesta: si bloccano lezioni e esami. Il 2 sciopero Una settimana che si annuncia c...

21/02/2005
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il manifesto

Università e ricerca, lo scontro arriva alla camera
La contestata riforma Moratti domani in aula. E riparte la protesta: si bloccano lezioni e esami. Il 2 sciopero
Una settimana che si annuncia cruciale. Numerose le mobilitazioni cui hanno aderito tutte le organizzazioni e i sindacati dei docenti insieme agli studenti
IAIA VANTAGGIATO
Approda lunedì alla camera - dopo essere stato approvato dalla commissione cultura - il tanto contestato disegno di legge delega sullo statuto giuridico dei docenti universitari. Una controriforma da sempre nella bufera. Gli atenei infatti tornano a mobilitarsi per una settimana che si annuncia cruciale non solo in parlamento. Mozioni, prese di posizione di presidi, senati accademici, consigli di facoltà e assemblee di docenti e studenti stanno organizzando un pacchetto di iniziative destinato a culminare - il 2 marzo prossimo - in uno sciopero generale dei docenti e in una manifestazione nazione a Roma. L'obiettivo è quello di contrastare la messa a esaurimento del ruolo dei ricercatori e sostenere la differenza tra tempo pieno e tempo definito nonché una riforma dei concorsi che preveda la netta distinzione tra reclutamento e avanzamento di carriera. Praticamente tutte le organizzazioni e i sindacati dei docenti hanno aderito all'iniziativa: Adu, Andu, Apu, Cisal-università, Cisl-università, Cnru, Firu, Flc-Cgil, Snals-università, Sun e Uilp-Ur. Senza appello le accuse al provvedimento Moratti che "mortifica l'università pubblica, rinnega l'autonomia universitaria, precarizza la docenza e disconosce il ruolo dei ricercatori".

Critica nei confronti del provvedimento anche la Conferenza dei rettori che non più di tre giorni fa aveva ribadito la necessità di affrontare la revisione dello statuto giuridico dei docenti con una legge ordinaria e non attraverso il ricorso alla solita legge delega.

Dell'ipotesi dello stralcio, in realtà, si era già parlato: Moratti - intervenendo ai lavori della commissione cultura - aveva lasciato intendere di essere disposta alla trattativa: stralciare la parte di ddl relativa ai ricercatori e sottoporla a legislazione ordinaria. Per ora una mera dichiarazione d'intenti che deve ancora essere supportata da dichiarazioni ufficiali in parlamento. Una ipocrisia contro la quale Ds e Margherita hanno risposto giovedì abbandonando i lavori della commissione prima del traghettamento definitivo della riforma nell'aula di Montecitorio. Lo stesso presidente della commissione, il forzista Ferdinando Adornato si è mostrato consapevole e imbarazzato dalla inconsistente forzatura morattiana, e ha promesso di investire della questione Pierferdinando Casini.

In attesa della battaglia parlamentare, e aspettando il 2 marzo, intanto si riaccende la mobilitazione. Già a partire da lunedì con l'occupazione simbolica di alcuni rettorati, lunedì alle 11 si inizia con quello di Salerno. Seguiranno un sit-in di fronte al parlamento e numerose altre iniziative decise dai singoli atenei. Tutto si concentrerà tra il 21 e il 25 febbraio, fino all'interruzione della didattica e al blocco degli esami del 2 marzo. Una protesta che cresce anche on line, perché aumentano di ora in ora le adesioni dei ricercatori a una petizione da presentare al presidente della Camera Casini lanciata nei giorni scorsi dal Coordinamento dell'assemblea di ateneo dell'univesità di Salerno. Mentre la settimana scorsa circa 500 precari dell'Enea (che si sono costituiti in Rdb) hanno protestato davanti la sede di Roma dell'istituto per chiedere maggiori garanzie occupazionali e diritti sindacali. Una protesta alla quale il direttore generale Giovanni Lelli ha risposto chiamando la polizia.

I ricercatori precari dell'Università della Calabria, perenni "cervelli in fuga", hanno protestato in piazza a Rende vicino Cosenza contro il ddl Moratti sventolando i propri passaporti.

Ad arroventare un clima di per sè già caldo ci ha pensato anche una nota resa nota nei giorni scorsi dal ministero dell'Università. La ministra Moratti infatti ha chiesto agli atenei di bloccare i concorsi. Un atto dovuto secondo il Miur per mettere in ordine al caos che si respira negli atenei anche dopo il decreto legge che fissa al 31 marzo la data entro cui le università devono trasmettere al ministero i dati sul loro fabbisogno.


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