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Manifesto-Un Sant'uffizio per la storia

Un Sant'uffizio per la storia Il centrodestra sollecita la censura ministeriale COSIMO ROSSI Il centrodestra rottama le libertà costituzionali. Una risoluzione approvata ieri dai deputati di maggi...

12/12/2002
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il manifesto

Un Sant'uffizio per la storia
Il centrodestra sollecita la censura ministeriale
COSIMO ROSSI
Il centrodestra rottama le libertà costituzionali. Una risoluzione approvata ieri dai deputati di maggioranza nella commissione cultura impegna infatti "il governo ad attivarsi per far sì che nelle scuole di ogni ordine e grado l'insegnamento della storia, in particolare quella contemporanea, si svolga secondo criteri oggettivi, rispettosi della verità storica e della personalità dei discenti attraverso l'utilizzo di testi di assoluto rigore scientifico che tengano conto, in modo obiettivo, di tutte le correnti culturali e di pensiero, per un confronto democratico e liberale che assicuri un corretto approfondimento del passato, in special modo di quello più recente". Tradotto: il ministero deve censurare l'uso dei cosiddetti "libri di testo faziosi", in barba all'articolo 33 della carta costituzionale, secondo cui "l'arte e la scienza sono liberi e libero ne è l'insegnamento". Essendoci di mezzo la Costituzione - che, almeno sulla carta, resta tuttora in vigore - l'iniziativa del centrodestra ha insomma il valore della pura demagogia: resta infatti da capire in che modo il ministero potrà adempiere alla risoluzione senza incorrere in una palese violazione della carta costitutiva. Sennonché, è il fatto stesso che sia stata votata questa esortazione alla sovversione dei principî costituzionali a indicare il tenore dell'attacco ai "rapporti etico-sociali" sanciti dal titolo III della Costituzione e dello spregio che ne hanno i deputati della maggioranza.

Un rancore che ha radici lontane, come si evince dai toni del dibattito in commissione. Il nazional-alleato Guglielmo Rositani non ha infatti mancato di tirare in ballo la "responsabilità storica" della Dc, rea di "aver consentito al Pci di svolgere un ruolo egemonico nella storiografia degli ultimi 50 anni". Mentre il suo collega di partito Alessio Butti ha attribuito alle case editrici e agli autori la colpa "di aver alimentato le tensioni, latenti e mai sopite, che in Italia durano da cinquanta anni e che hanno offerto a intere generazioni il pretesto per tremendi scontri". Insomma, scolpisce nella sua risoluzione il forzista Fabio Garagnani, "è indubbio che negli ultimi anni nella scuola italiana è prevalsa una visione ideologica che ha sovente alterato fatti storici incontrovertibili per fini di parte, in una pura ottica politica".

Un clima che ha fatto fallire anche l'equivoco tentativo di mediazione del presidente della commissione, Ferdinando Adronato (Fi), che aveva proposto al compagno di partito Garagnani di ritirare l'assurda risoluzione per avviare in commissione una indagine conoscitiva sui libri di testo scolastici. Ma il Sant'uffizio del centrodestra non ha accettato, ed è perciò stata votata la risoluzione.

"neanche il Minculpop aveva osato tanto", attacca Andrea Colasio, capogruppo della Margherita in commissione: "Secondo questi sedicenti liberali compete al governo di stabilire se un manuale di storia sia rispettoso della verità storica - prosegue - In un sol colpo viene lesa l'autonomia scolastica, la funzione pedagogica dei docenti e delle famiglie, il vero pluralismo culturale e quel che non è meno grave, ci si rende ridicoli agli occhi della comunità scientifica". Per l'ex ministra del Pdci Katia Belillo si tratta di "censura degna di un regime oscurantista". Mentre il Ds Carlo Carli osserva che "solo i regimi totalitari, le dittature, le Inquisizioni hanno preteso di intervenire sui testi, stabilendo cosa era possibile studiare e cosa non lo era". E per quanto riguarda l'Italia, conclude Carli, "solo in epoca fascista l'insegnamento della storia non è stato libero, ma controllato dall'autorità politica".

"Non si è mai visto in nessun paese democratico che si invochi il controllo politico da parte del governo sulla scelta dei libri di testo che in qualsiasi società civile è una responsabilità degli insegnanti", commenta il segretario della Querica Piero Fassino invocando un intervento chiarificatore da parte del ministro Letizia Moratti. Mentre il capogruppo dei Ds a Montecitorio, Luciano Violante, in un articolo sull'Unità di oggi ravvisa "in questa ennesima idiozia del centrodestra, una sorta di disperazione autoritaria". E che a questo punto fa parlare Violante di "rischio grande" per le libertà fondamentali che "deve suscitare allarme e mobilitazione" nel paese.


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