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Manifesto: Tra i banchi nuove generazioni di cittadini crescono

«Italiani, per esempio» di Giuseppe Caliceti e «Una classe a colori» di Vinicio Ongini e Claudia Nosenghi

05/05/2010
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il manifesto

F. V.
Nelle scuole italiane un alunno su sedici è figlio di genitori immigrati. Il decreto Gelmini vorrebbe per loro tetti massimi del 30 per cento per classe, la Lega Nord li vedrebbe volentieri in «classi ponte» per non rallentare l'apprendimento degli allievi italiani. Eppure molti dei figli dell'immigrazione non sono stranieri, ma «seconde generazioni» nate, cresciute e scolarizzate in Italia, paese che spesso conoscono meglio rispetto a quello dei genitori, a cui la politica li vorrebbe invece legare con marchio indelebile.
Per dare voce a tutti loro, Giuseppe Caliceti, maestro elementare di Reggio Emilia con una lunga esperienza di insegnamento nelle classi multiculturali, ha realizzato un dizionario unico nel suo genere: Italiani, per esempio. L'Italia vista dai bambini immigrati (Feltrinelli 2010, pp. 240, euro 14), è una raccolta di «voci bianche» scritte dagli alunni di Caliceti da cui emerge un ritratto inedito e profondo del nostro paese. Appunti, riflessioni e battute raccolte dal maestro con amore e dedizione, che tra speranze e paure, tristezza e gioia di vivere ci aprono le porte di una classe di una scuola italiana di oggi, in cui bambini provenienti dalla Cina, dalla Romania, dal Marocco, dal Perù, dalle Filippine si raccontano, e raccontandosi ci parlano delle nostre famiglie, della nostra televisione, delle nostre città e della nostra politica. «In Italia ci sono due re», scrive Lili, 9 anni, dalla Cina. «Un re è Berlusconi, l'altro il Papa. Berlusconi comanda l'Italia, il Papa comanda gli italiani». E la democrazia? «Democrazia è quando si sente alla tv che si picchiano per la democrazia» (Sheela, 9 anni, Sri Lanka). L'uguaglianza? «È quando due si assomigliano» (Damian, 9 anni, Romania). Ed è proprio il diritto alla somiglianza, e non all'assimilazione, che l'Italia dovrebbe garantire ai 700.000 «italiani col trattino» (cino-italiani o afro-italiani che siano) che siedono oggi ai banchi di scuola, in modo che non siano solo «allievi in classe e stranieri in città», ma cittadini a tutti gli effetti.
Per accompagnare dirigenti scolastici, personale amministrativo e insegnanti in questo difficile compito Vinicio Ongini e Claudia Nosenghi hanno scritto Una classe a colori. Manuale per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri (Vallardi 2009, pp. 144, euro 12). Il volume, agile e di semplice lettura, fornisce esempi di buone pratiche, spunti di lavoro e di riflessione che potranno essere utilissimi non solo a chi lavora nella scuola, ma anche a quei genitori che guardano con curiosità o timore alle classi interculturali. Dall'iscrizione alla formazione del gruppo classe, dalla biblioteca di classe al ruolo dei mediatori culturali, dall'attenzione al bilinguismo alla valutazione delle conoscenze acquisite dagli alunni nelle scuole del paese d'origine, gli autori presentano un vademecum che non potrà che diventare un punto di riferimento per chi fa e frequenta scuola oggi in Italia.


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