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Manifesto-Tony Blair ripensa (forse) alla sua scuola

Tony Blair ripensa (forse) alla sua scuola La riforma in vigore, basata su test e standard da raggiungere, sarà "addolcita". Resta la selezione di classe Produttivi a 7 anni Secondo il...

21/05/2003
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il manifesto

Tony Blair ripensa (forse) alla sua scuola
La riforma in vigore, basata su test e standard da raggiungere, sarà "addolcita". Resta la selezione di classe
Produttivi a 7 anni Secondo il governo, il sistema dei test - che impone anche ai bambini pesanti stress da esame - resterà in vigore, ma in un quadro più generale
ORSOLA CASAGRANDE
LONDRA
Target, standard, verifiche, valutazione, esami. La vita di uno studente inglese fin dalla più tenera età è condizionata da queste continue barriere. Il calvario comincia addirittura a sette anni con i primi test, in matematica e inglese (ortografia e calligrafia): quelli dello scorso anno (gli esami vengono valutati da insegnanti esterni alle scuole) sono stati così al di sotto dei target fissati dal ministero da costringere l'allora ministra dell'istruzione, Estelle Morris, a dimettersi. Il suo successore, Charles Clarke, ha ribadito che "i test non si toccano". Ma ieri, in quello che in molti nel mondo della scuola considerano una parziale inversione di tendenza, ha annunciato che "d'ora in poi l'approccio ai test dovrà essere meno formale: gli esami saranno parte di una valutazione più complessiva della performance di uno studente". Soprattutto quando lo studente ha sette anni e, hanno rivelato numerosi studi, soffre di particolare stress e pressione psicologica nel periodo che precede le temute verifiche. Gli insegnanti per la verità avevano minacciato di boicottare gli esami per i ragazzini di sette anni: inutili e potenzialmente dannosi perché producono disagi e paure nei più piccoli. Anche se il ministro Clarke ha liquidato i timori e le proteste di insegnanti e genitori, ha dovuto ammettere che forse c'è troppa rigidità nel fissare target nazionali ai quali devono arrivare gli studenti delle scuole del regno. Una rigidità che rischia di diventare un'ossessione.

I sindacati degli insegnanti da anni chiedono una revisione del sistema di valutazione ed esami cui sono sottoposti gli alunni inglesi. Ma quando l'ex ministro dell'istruzione del nord Irlanda, Martin McGuinness, ha proposto l'abolizione del famigerato eleven plus c'è stata una levata di scudi. L'eleven plus è l'esame che devono sostenere i ragazzini di undici anni e dal quale dipende nei fatti il loro futuro: perché se lo passano con voti buoni potranno accedere ai licei, ma se lo falliscono l'unica porta aperta sarà quella delle scuole professionali. Abolire l'eleven plus significa colpire al cuore il sistema scolastico britannico, che si basa su una selezione di classe: chi passa gli esami sono normalmente i figli delle famiglie più avvantaggiate, con un retroterra culturale di un certo tipo. Per il socialista McGuinness (come per molti laburisti del new Labour) questa discriminazione doveva essere eliminata.

Il Sinn Fein non è riuscito nel suo proposito. I laburisti a Westminster danno battaglia dentro il loro stesso partito per convincere il governo a non privatizzare le scuole, a ridurre (anziché aumentare come proposto da Blair) le tasse universitarie, che secondo il nuovo progetto di legge andranno pagate al momento dell'iscrizione e non diluite negli anni. Il che significa, chiaramente, una ulteriore selezione basata non più sui risultati ottenuti nelle verifiche scolastiche ma sulle tasche dei futuri studenti universitari.

Ieri il ministro Clarke ha annunciato che il curriculum per le scuole elementari sarà "più creativo", grazie all'introduzione di materie come musica e teatro. Lo studio di una lingua straniera fin dalle elementari soltanto adesso comincia ad essere preso in considerazione. Ma è stata abolita l'obbligatorietà di una lingua straniera negli ultimi quattro anni di superiori. Il governo ritiene che i test, anche a sette e undici anni, sono un buon indicatore. E fa un esempio: soltanto il 12% degli studenti che non ha superato i test degli undici anni raggiungerà buoni risultati almeno in cinque materie dell'ennesimo esame, quello dei sedici anni (i cosiddetti Gcse), quando termina la scuola dell'obbligo. La risposta del sindacato insegnanti a queste statistiche non potrebbe essere più esplicita: "Sostenere che questi test e questi target siano un buon sistema di valutazione di insegnanti o studenti è una clamorosa stupidaggine".


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