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Manifesto-Sulla ricerca le bugie della Moratti

Sulla ricerca le bugie della Moratti Oggi il ministro presenta la sua riforma. Senza aver consultato nessuno, nonostante le promesse Tagli e controlli. L'intenzione è quella di presentare il testo ...

23/01/2003
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il manifesto

Sulla ricerca le bugie della Moratti
Oggi il ministro presenta la sua riforma. Senza aver consultato nessuno, nonostante le promesse
Tagli e controlli. L'intenzione è quella di presentare il testo di legge entro gennaio. Previsto lo smembramento del Cnr. Pesanti modifiche all'Agenzia spaziale italiana, all'Istituto nazionale di astrofisica e all'Istituto di meteorologia. Ma anche il controllo politico dei consigli di amministrazione. (Nella foto di Augusto Casasoli, il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti)
LUCA TANCREDI BARONE
E così anche sulla riforma di tutto il sistema della ricerca scientifica pubblica - che la scorsa estate aveva provocato un vespaio di polemiche - il governo ha deciso di procedere senza tanti complimenti. Anche se il ministro Letizia Moratti e il viceministro per la ricerca Guido Possa, avevano promesso che mai e poi mai avrebbero trascurato di coinvolgere comunità scientifica e parti sociali in un "ampio dibattito". Detto fatto. Superato lo scoglio della finanziaria e dopo aver ricominciato a promettere soldi per ricerca e sviluppo, il governo ha dato via al "dibattito": convocando per un paio d'orette stasera i presidenti degli enti di ricerca, le parti sociali, i sindacati per "illustrare" le linee guida della riforma. Con l'idea, confermata lunedì da Possa, di presentarla entro gennaio in consiglio dei ministri per l'approvazione. Ai presidenti non è neppure stata fatta avere una versione e al ministero negano che ce ne sia una definitiva. Ma fatto sta che martedì un testo è stato presentato in preconsiglio dei ministri per una valutazione tecnica. In assenza di versioni ufficiali, sono numerose le versioni che circolano dei quattro decreti di riforma, che coinvolgono il Cnr, l'Agenzia spaziale italiana (Asi), l'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e il costituendo istituto di metrologia. Alcuni punti fermi ci sono: verranno cancellati e inglobati nel Cnr alcuni enti, come l'Istituto nazionale di fisica della materia (Infm), con sede a Genova, che riscuote un grande successo per la sua ricerca fisica all'avanguardia che coinvolge pubblico e privato in una rete di 41 centri sparsi per la penisola. Il Cnr verrà diviso in macroaree di ricerca, tutte volte all'applicazione, perdendo la caratteristica di ente che si occupa anche di ricerca di base. I consigli di amministrazione degli enti poi saranno molto più legati al controllo politico. "Non siamo contrari a una riorganizzazione", dice Flavio Toigo, presidente dell'Infm, "e soprattutto siamo favorevoli alla filosofia che la ricerca debba servire alla società. Solo che la ricerca applicata non può prescindere da quella di base. E poi il modello Infm, che secondo molti funziona bene, si basa sull'integrazione fra la ricerca degli enti e quella universitaria". Il governo dice di voler esportare il modello Infm al Cnr. Ma secondo Toigo, bisogna preparare "il terreno di coltura: l'Infm è un ente piccolo assorbito da uno molto più grande e molto diverso: il rischio è che ci perderemo tutti". Toigo ricorda di non essere riuscito a istaurare un dialogo col ministero: "Più volte ho chiesto un incontro per spiegare le nostre ragioni, ma senza risposte. Credo che soprattutto manchi la conoscenza di come funzioni questo istituto". "Non so se potremo davvero parlare", dice Lucio Bianco, presidente del Cnr. "Se avrò un minuto però chiederò se questo è l'inizio del confronto promesso". Secondo Bianco, la riforma così com'è "lede l'autonomia scientifica e organizzativa della ricerca. Oltretutto - aggiunge - ha una impostazione gerarchica e non a rete, contrariamente alla tendenza in atto nel mondo della ricerca. La riforma del 1999 era certamente perfettibile: ora invece si vuole distruggere tutto senza ascoltare i nostri suggerimenti". Il presidente dell'Inaf Giancarlo Setti sottolinea che comunque "senza finanziamenti la ricerca inaridisce, quale che sia l'organizzazione". An intanto rifiuta di commentare, ma si sa che è critica sulla riforma, così come una parte di Forza Italia (come i deputati genovesi, che vorrebbero difendere l'Infm) e della Lega, che è contraria all'accentramento dei poteri degli enti. In più in preconsiglio sono state sollevate obiezioni tecniche sul testo del decreto: insomma, forse le cose non andranno così lisce.Intanto Possa minaccia di commissariare il Cnr. Il nome del commissario sarebbe quello di Adriano de Maio, ex rettore del Politecnico di Milano e attuale rettore dell'università privata romana Luiss. Bianco risponde: "Non ne ero stato informato, e comunque per un commissariamento ci vogliono motivazioni. Che non ci sono". O forse, come dice Flaminia Saccà, responsabile università e ricerca dei Ds è solo che "il governo ha voluto sferrare un attacco violento al Cnr per poterla occupare, più che riformare. Prima sottraendogli fondi poi accusandola di inefficienza a mezzo stampa, e adesso con le voci di commissariamento". Intanto per venerdì i ricercatori hanno organizzato un'assemblea per fare il punto della situazione. L'appuntamento è per le 10 nell'aula magna del Cnr di Roma.


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