FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3771091
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto-Solo Tremonti ci crede ancora

Manifesto-Solo Tremonti ci crede ancora

Solo Tremonti ci crede ancora Le misure del ministro Tremonti sul concordato fiscale che potrebbero anche tradursi in condono tombale non piacciono proprio a nessuno. Anche la Corte dei conti boccia...

15/10/2002
Decrease text size Increase text size
il manifesto

Solo Tremonti ci crede ancora
Le misure del ministro Tremonti sul concordato fiscale che potrebbero anche tradursi in condono tombale non piacciono proprio a nessuno. Anche la Corte dei conti boccia le misure "una tantum", ma invoca la riforma delle pensioni. La Cgil (ri)boccia la manovra alla camera, mentre Cisl e Uil cercano di difendere come possono il Patto di luglio. L'Istat prevede una diminuzione di 300 mila poveri per la riduzione delle tasse. L'Isae parla del raggiungimento degli obiettivi di risanamento
P. A.
Una bocciatura su tutta la linea da parte della Cgil, un voto molto molto scarso al limite dell'insufficiente, da parte della Cisl e della Uil, che comunque, come ha detto il segretario confederale Adriano Musi, considerano la finanziaria ancora "un cantiere aperto" che non avrebbe rimesso in discussione il Patto per l'Italia. Anzi, secondo il segretario della Cisl, Savino Pezzotta, proprio quel Patto oggi risulterebbe un argine per difendere determinate politiche e non è un caso che "in molti vorrebbero mettere le mani dentro le risorse previste dall'accordo di luglio". Così ieri i sindacati confederali si sono presentati all'audizione della commissione bilancio della camera per parlare della legge finanziaria per il 2003. Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, ha messo l'accento sullo sfasamento evidente tra la finanziaria e i dati della realtà economica concreta. Le previsioni che la stessa Cgil aveva fatto qualche mese addietro si stanno (purtroppo) avverando tutte e il governo non riesce più a rispondere al peggioramento della crisi e all'impennata dell'indebitamento. Una situazione che oggi risulta ancora più negativa con l'esplodere della crisi Fiat. I contenuti della finanziaria - secondo Epifani - non fanno dunque che confermare e caso mai allargare le ragioni dello sciopero di venerdì prossimo". Il segretario della Cgil ha articolato il suo discorso (presentando anche due testi) mettendo l'accento soprattutto su ciò che manca nella finanziaria (oltre che sugli effetti dei tagli dei trasferimenti agli enti locali). Per Epifani la finanziaria toglie qualsiasi certezza al Sud, sposta gli investimenti per le opere pubbliche a un lontano 2005, non produrrà equità sociale, nonostante la riduzione del carico fiscale e soprattutto è una manovra che non ha alcun rigore e che si basa su misure una tantum dalle quali non è detto che si produrrà il gettito sperato.

Che il concordato-condono potrebbe alla fine rivelarsi un grande plof lo sospettano in molti. Ieri, sempre durante le audizioni alla camera anche il presidente della Corte dei conti, Francesco Staderini, ha avanzato qualche dubbio non tanto o non solo sulle misure legate al condono, quanto su tutta la manovra di correzione. "Le correzioni del disavanzo tendenziale - ha detto Staderini - non appaiono in grado di assicurare effetti permanenti di miglioramento dei conti pubblici". Per i magistrati contabili, infatti, "a fronte dei 13 miliardi di euro di risparmi attesi nel 2003, gli effetti del contenimento si ridurrebbero a poco più di un terzo nel 2004 e a meno di un quarto nel 2005". Nel 2003 l'andamento delle entrate rifletterà gli effetti del concordato fiscale, mentre nel 2004 e nel 2005, "esaurito tale apporto" si produrrà un effetto espansivo sull'indebitamento. Per la Corte dei conti non bastano insomma manovre e manovrette una tantum, ma - per aggredire davvero la questione del debito e del conseguente rapporto con il Pil secondo i parametri europei, non ci sarà che una sola strada: quella delle riforme. Tradotto: anche la Corte dei conti spinge nella direzione della riforma delle pensioni da fare subito sfruttando magari un anno politico senza elezioni in vista.

Se la Corte dei conti mette l'accento sul punto più delicato per questo governo, che risulta essere quello delle pensioni (ci sono le compatibilità e gli equilibri interni alla maggioranza), l'Istat e l'Isae, durante le audizioni di ieri, hanno messo l'accento su altre questioni. L'Istat scopre un dato positivo che andrebbe a favore del governo: con la riduzione fiscale annunciata per i redditi più bassi si potrebbe ridurre il numero dei poveri in Italia. Secondo i calcoli dell'Istituto nazionale di statistica potrebbero esserci alla fine 300 mila poveri in meno. L'Isae scopre invece la bizzarria di un governo di centro destra che fa un politica di centro sinistra sul lato della riduzione fiscale, ma scopre anche che la Dit (inventata dal centro sinistra) non favoriva affatto solo le grandi imprese come continua ad affermare un giorno sì e l'alro no il ministro dell'economia, Giulio Tremonti. Sempre secondo l'Isae il governo era comunque di fronte a una scelta di fondo. Per far ripartire l'economia si poteva ripartire dagli investimenti industriali o dal rilancio dei consumi. E il ministro Tremonti ha scelto questa seconda strada.

Intanto oggi, sul piano delle operazioni tattiche e politiche è previsto un appuntamento importante: il governo incontra le Regioni e gli enti locali. E non sarà una riunione facile.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL