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Manifesto-Questa scuola è una croce

Questa scuola è una croce Resta il Crocifisso l'unico simbolo religioso ammesso nelle aule scolastiche italiane. Lo ha affermato, ieri, il ministro dell'istruzione Letizia Moratti dopo un incontro ...

25/09/2003
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il manifesto

Questa scuola è una croce
Resta il Crocifisso l'unico simbolo religioso ammesso nelle aule scolastiche italiane. Lo ha affermato, ieri, il ministro dell'istruzione Letizia Moratti dopo un incontro fallimentare con i sindacati
IAIA VANTAGGIATO
Unica e incontrastata, l'immagine gioiosa della crocifissione del Cristo continuerà a campeggiare nelle aule scolastiche italiane e ad alimentare fantasmi di morte e di tortura tra gli studenti di ogni età. Lo ha ribadito il ministro dell'istruzione Letizia Moratti rispondendo ad una interrogazione parlamentare del leghista Federico Bricolo, indignato fuor di misura di fronte alla pretesa di un genitore di fede musulmana di esporre nell'aula del figlio anche il simbolo dell'Islam. L'episodio - recentemente consumatosi in una scuola elementare di Ofena, in provincia dell'Aquila - induce "il ministero a chiarire che non è consentita l'esposizione nelle aule scolastiche di simboli religiosi, fatto salvo il Crocifisso, come è previsto dalla legislazione vigente". Così ha affermato Moratti nel corso di un "question time" tenutosi a Montecitorio nel pomeriggio di ieri per poi sbadatamente aggiungere che il governo intende valorizzare nella scuola "la cultura e i valori del nostro paese incluse le radici cristiane". Ma incluse non vuol dire esclusive e la gaffe è tanto più imbarazzante in quanto pronunciata a soli due giorni dalla ricorrenza del capodanno ebraico e dopo che solo una settimana è passata dalle imbarazzanti e non ancora sanate esternazioni di Berlusconi sulla "benigna dittatura" di Mussolini.

E, tuttavia, nel mirino di un governo intollerante nei confronti di qualsiasi differenza - negri, ebrei, comunisti - questa volta non ci sono i soliti ebrei ma i "nuovi perseguitati". Manco fosse un attendente di Bush o un uomo del ministero degli interni, Bricolo prima allerta il popolo italiano, poi si scaglia contro gli insegnanti "che fanno quello che vogliono e che andrebbero sanzionati quando vanno contro la legge" e, infine, rivendica la necessità di "un atteggiamento chiaro e preciso" nei confronti delle comunità islamiche presenti nel nostro paese: "Sappiamo che ci sono persone vicine al fondamentalismo e al terrorismo, persone che noi dobbiamo considerare nemici; e i nemici al nord, in Padania, non si aiutano, non si ospitano ma si combattono". E viene quasi da immaginarselo, il piccolo scolaro di Ofena, che col suo aereo giocattolo si scaglia contro le Twin Towers.

Ma c'è poco da ragionare col padano partito in quarta sotto le insegne di Alberto da Giussano: "Chi viene a casa nostra, se ci vuole restare, deve rispettare la nostra cultura, tradizioni, storia, simboli e leggi. Altrimenti non è il benvenuto e deve tornare a casa propria". "Casa sua" si dice, signor Bricolo, "casa sua" e non "propria". Ne va del rispetto della nostra e della sua cultura.

Dal canto suo Moratti - non soddisfatta dalla sola professione di fede - ha approfittato del "question time" per attaccare le scelte politiche dei governi precedenti in materia di precariato. "Le politiche dell'Ulivo - ha detto rispondendo a una interrogazione parlamentare di Titti De Simone di Rifondazione comunista - hanno prodotto un numero di aspiranti enormemente superiore ai posti disponibili per le assunzioni". Poco male, perché a risolvere la situazione ci sta pensando questo governo. Sarebbe, infatti, in fase di avanzata definizione l'istruttoria finalizzata all'autorizzazione per 21mila assunzioni nella scuola. Anzi, ci ha già pensato considerato che - come dichiara Moratti - già nel 2001 ha effettuato circa 60mila assunzioni. "Siamo allibiti - ha dichiarato Maria Chiara Acciarini, capogruppo della commissione istruzione del senato - di fronte all'atteggiamento demagogico e disonesto del governo perché Moratti sa bene che le assunzioni compiute nel 2001 facevano parte di un piano complessivo del governo di centrosinistra". Insomma, Moratti sarebbe salita su un treno già in corsa senza nessuna intenzione di fermarlo.

Dubbiosi e scettici anche i sindacati che - sempre ieri - hanno incontrato il ministro Moratti ed espresso forti preoccupazioni per una legge finanziaria che non prevede impegni per la scuola pubblica. E - in assenza di segnali concreti - già lasciano intendere che, nel mondo della scuola sta per aprirsi una stagione di lotte.

Altro che istruttoria in fase di avanzata definizione: "Tante parole ma nessun segnale di interesse e di svolta" commenta secco il segretario generale della Cgil scuola Enrico Panini. E spiega: "Dall'incontro di oggi emerge che si continua a considerare la scuola pubblica un lusso per il nostro paese. Niente investimenti, niente immissioni in ruolo, nessuna risorsa per l'attuazione della riforma ma solo tagli di risorse e personale". "Deludente ed elusivo" definisce l'incontro con Moratti anche Daniela Colturani della Cisl che denuncia assenza di risposte e mancata assunzione di impegni precisi. Dello stesso tono, il commento di Massimo Di Menna della Uil: nessuna risposta né impegno concreto. Dura anche la reazione dello Snals che minaccia di proclamare, già a partire dalle prossime ore, dure azioni i lotta "contro una politica che non offre prospettive di sviluppo".Intanto, a Firenze, si prepara la manifestazione di protesta indetta dalla Sinistra giovanile. Titolo: "Calpestano il presente, tagliano il futuro". L'appuntamento è per sabato.


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