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Manifesto-PENSIONI Oggi il governo decide quali tagli fare Fassino si dice disponibile al dialogo. Cgil sul piede di guerra

Lo dice il segretario dei Ds, Piero Fassino, secondo il quale bisogna farla finita con la sinistra che dice sempre "non si tocca". Fassino propone anche quattro punti su cui discutere, alla vigilia de...

03/09/2003
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il manifesto

Lo dice il segretario dei Ds, Piero Fassino, secondo il quale bisogna farla finita con la sinistra che dice sempre "non si tocca". Fassino propone anche quattro punti su cui discutere, alla vigilia del nuovo incontro dei ministri di Berlusconi. La Cgil è contraria a qualsiasi intervento sulle pensioni e invita gli altri sindacati a preparare la mobilitazione contro il governo. La Cisl non vuole "interventi strutturali", ma non rinuncia al dialogo. Il rebus dei cococo, penalizzati due volte
PAOLO ANDRUCCIOLI
IDs sono disponibili a confrontarsi sulla riforma delle pensioni. E anzi propongono quattro punti su cui riaprire il dialogo: incentivi su base volontaria per posticipare il pensionamento, utilizzo del Tfr per far decollare la previdenza complementare, la parificazione progressiva dei contributi dei lavoratori autonomi con quelli dei lavoratori dipendenti, unificazione dei trattamenti dei diversi settori professionali. Lo ha dichiarato ieri il segretario dei Ds, Piero Fassino, alla vigilia del nuovo incontro dei quattro ministri del governo Berlusconi che stanno mettendo a punto la nuova riforma delle pensioni e la finanziaria per il 2004. L'apertura di Fassino viene moltivata dallo stesso segretario con la necessità di superare una certo tipo di sinistra che sa dire solo no e che continua ad attestarsi sulle barricate. "Non appartengo alla sinistra - ha detto ieri a Telese - che dice sempre non si tocca". In cambio di questa disponibilità su un tema così caldo come le pensioni - ribadita ieri anche da altri esponenti ds, tra cui Bersani - il segretario rivolge un invito alla maggioranza di governo a smetterla con la strategia della delegittimazione. Solo così, è la conclusione di Fassino, si potrà avere nell'opposizione un interlocutore. In ogni caso però, tornando al merito dello scontro sulle pensioni, Fassino ha voluto ricordare che in 10 anni sono state fatte tre riforme delle pensioni in Italia, prima della Francia e della Germania, che ci stanno mettendo le mani solo adesso. Si può quindi discutere degli aggiustamenti alle riforme già realizzate e che stanno dando i loro effetti, ma non si possono accettare - al tempo stesso - pericolose sconrciatoie come l'innalzamento dell'età pensionabile. "Dire a un lavoratore in procinto di andare in pensione fra qualche anno - ha spiegato Fassino - che invece dovrà restare a lavorare, crea una situazione non gestibile".

L'apertura dei Ds non coincide - almeno così sembra - con le reazioni dei sindacati confederali alle varie anticipazioni sulla manovra pensioni. Ieri si sono riuniti le segreterie della Cisl e della Cgil. La Cisl, con un documento diffuso alla fine della riunione, si dice pronta anche a mobilitarsi se il governo sceglierà la strada degli interventi "strutturali" sulle pensioni e se si deciderà il blocco delle finestre di anzianità. La Cisl ribadisce dunque la "posizione di netta contrarietà a interventi strutturali in materia di previdenza e all'inserimento di misure restrittive sulle pensioni nella prossima legge finanziaria". Il problema però - ancora una volta - è l'intesa con la Cgil che già propone mobilitazioni e scioperi contro gli interventi sulle pensioni. "Tra lo sciopero e il comunicato di protesta - ha detto ieri Pier Paolo Baretta della segreteria nazionale della Cisl - esiste una vasta gamma di possibilità". Si tratta insomma di vedere che cosa deciderà davvero il governo e magari la riunione dei quattro ministri fissata per oggi potrebbe dare qualche elemento ulteriore.

La Cisl vede comunque di buon occhio gli incentivi proposti dal ministro Maroni con l'attribuzione dei contributi in busta paga e si dichiara già dispobile (come fanno d'altra parte anche i Ds) a discutere dell'innalzamento dei contributi per gli artigiani e i cococo. Un'operazione che potrebbe portare a un'entrata di circa 6 mila miliardi di vecchie lire. Contro questa ipotesi si schiera invece il Nidil, il sindacato dei giovani precari della Cgil, secondo cui sarebbero proprio i cococo a dover pagare senza avere in cambio alcun diritto in termini di prestazioni assistenziali e di pensioni. Molto critica, almeno per ora, anche la Uil di Luigi Angeletti.


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