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Manifesto-La vendetta di Tremonti

La vendetta di Tremonti Passa al senato il decreto blocca spese che attribuisce poteri straordinari al ministro dell'economia. Oggi alla camera il voto sul decreto fiscale PAOLO ANDRUCCIOLI Il min...

23/10/2002
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il manifesto

La vendetta di Tremonti
Passa al senato il decreto blocca spese che attribuisce poteri straordinari al ministro dell'economia. Oggi alla camera il voto sul decreto fiscale
PAOLO ANDRUCCIOLI
Il ministro dell'economia si è preso ieri una piccola rivincita: ha ottenuto il via libera dal senato per il suo decreto legge blocca spese. Prima scena: alla camera sono tutti concentrati sulla battaglia degli emendamenti alla finanziaria per il 2003. La battaglia è in pieno corso, con sgambetti fuori e dentro la maggioranza, presentazione di sub-sub emendamenti da parte dello stesso governo, riunioni tattiche per cercare di portare a casa qualche risultato in una confusione generalizzata, condita da annunci ripetuti (soprattutto di fonte An) che il testo di Giulio Tremonti sarà sicuramente cambiato cosicché - dicono sempre quelli di An - si potrà recuperare un buon rapporto con i firmatari del Patto per l'Italia. Tecnicamente la commissione bilancio è in piena attività per dare l'ok definitivo ai vari emendamenti (di cui la maggioranza risulta a tuttoggi all'insegna dei condoni), dopo la prima scrematura che ne ha bocciati quasi mille. Si voterà, forse, fino a domenica. Almeno così annuncia il presidente della commissione, il leghista Giancarlo Giorgetti, che non se l'è sentita di dare l'ok all'emendamento dell'onorevole Tabacci (Udc) che chiede di mettere le mani nei forzieri di Bankitalia per ridurre il debito pubblico. Proposta troppo estrema. Giorgetti ha voluto quindi passare prudentemente la palla al presidente della camera, Pier Ferdinando Casini, che dovrà scegliere se permettere il voto in aula di quell'emendamento, oppure cestinarlo.

Seconda scena. Al senato la commissione bilancio da il via libera al decreto legge blocca spese, creatura del ministro dell'economia, Giulio Tremonti, nonostante i dubbi e gli emendamenti dello stesso relatore, Ivo Tarolli. "E' stato un atto di fiducia e sostegno al governo - dichiara Tarolli - ma con la consapevolezza che il problema non è chiuso e a brevissimo termine dovrà essere rideterminato". Posizione diplomatica, che tradisce comunque qualche problemino, visto che si ammette che lo strumento varato ieri è "atipico" e in ogni caso permetterà di modificare (senza passare per il parlamento) la legge di bilancio. "Aremmo preferito - spiega sempre Tarolli - che il parlamento fosse protagonista, ma oggi siamo costretti ad accettare questo percorso accidentato perché la situazione è preoccupante".

Molto più drastica la versione del senatore Ds, Enrico Morando: "Un mostro giuridico, che è stato peggiorato dalle modifiche introdotte alla camera". Il decreto che viene convertito in legge era già stato giudicato incostituzionale da molti, ma poi aveva subito qualche piccolo ritocco. Il problema era il potere attribuito a un uomo solo (Tremonti) nel decidere quali spese (di qualsiasi ministero) bloccare. Nonostante le modifiche, Morando spiega che il decreto attribuisce al ministro dell'economia "poteri che non aveva neppure il re Sole".

La Cgil ha sempre messo in allarme rispetto a questo decreto. Beniamino Lapadula spiega che, nonostate le modifiche apportare alla versione originaria del decreto legge, il giudizio della Cgil rimane fortemente negativo. Il problema vero sarà infatti l'applicazione pratica di una legge di questo genere, che potrebbe rendere perfino virtuale le norme della stessa finanziaria, se poi il ministro dell'economia, in corso d'opera, avrà il potere di modificarle. "Il fatto vero - spiega Nicola Rossi, deputato Ds - è che il governo sta davvero raschiando il fondo del barile". Sono cioè alla disperata ricerca di soldi e lo fanno attraverso la moltiplicazione dei condoni, dai videopoker al condono edilizio che però trova l'opposizione sia di An che della Lega (a Bergamo i condoni edilizi - dicono i leghisti - non servono). Il bisogno di soldi e di risorse finanziarie diventa ancora più acuto ora proprio alla luce delle possibili modifiche della legge finanziaria volute dalla maggioranza o da pezzi importanti della maggioranza. Basti pensare alle risorse che serviranno per rifinanziare gli incentivi allo sviluppo del sud (voluti da quasi tutti, meno Tremonti e la Lega), alla Dit, al credito di imposta e a molti altri emendamenti che presuppongono una copertura di spesa.

Intanto sia il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Paolo Bonaiuti, sia il ministro per le attività produttive, Antonio Marzano, parlano di un'imminente presentazione del maximendamento governativo che si profila quasi come una seconda finanziaria. Mai nessuna legge di bilancio ha avuto tanti nemici - ha detto ieri il capogruppo della Margherita in commissione bilancio, Gianfranco Morgando - e mai nessuno governo ha cestito le sue stesse proposte. Si vedrà già da oggi il seguito sui condoni, su quello edilizio in particolare e soprattutto sul fisco. Ieri è infatti slittato il voto sul decreto fiscale e questa mattina i lavori parlamentari si dovrebbero aprire con il pronunciamento della commissione bilancio sugli effetti del decreto fiscale sui "saldi finali" della finanziaria.

Prosegue nel frattempo l'attività delle opposizioni anche all'interno dello spazio ristretto degli emendamenti. Ieri Pietro Folena, Nicky Vendola, Pecoraro Scanio, Ermete Realacci e Raffaele Di Gioia hanno presentato un emendamento trasversale sulla questione dell'acqua come risorsa e contro la privatizzazione delle municipalizzate e degli acquedotti.


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