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Manifesto-La scuola va in aula. Blindata

La scuola va in aula. Blindata Oggi la riforma a Montecitorio. Sconcerto dell'opposizione e dei sindacati E i soldi? Mistero sulla copertura finanziaria della legge delega. Oggi si pronuncerà la ...

06/02/2003
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il manifesto

La scuola va in aula. Blindata
Oggi la riforma a Montecitorio. Sconcerto dell'opposizione e dei sindacati
E i soldi? Mistero sulla copertura finanziaria della legge delega. Oggi si pronuncerà la Commissione bilancio. La Cgil convoca un sit-in a Montecitorio
CINZIA GUBBINI
ROMA
Blindatissimo, nonostante le assicurazioni bipartisan del ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, la legge delega sulla riforma scolastica approda stamattina alla camera. Tutti gli emendamenti presentati dall'opposizione sono stati rigettati dalla Commissione cultura, la maggioranza, da parte sua, ha ritirato i suoi. Lo stesso presidente della Commissione, Adornato, avrebbe confermato che la maggioranza ha blindato il testo per "valutazioni di ordine politico". Risultato: la legge esce dalla Commissione senza nessun cambiamento (cioè miglioramento) apprestandosi ad essere approvata - visti i tempi contingentati decisi per la discussione in aula - nel giro di pochi giorni. Eppure la legge che in sette agili articoli stabilisce i principi su cui, entro 24 mesi, il governo dovrà emanare i decreti attuativi che daranno sostanza alla riforma, è zoppicante su più piani. Il primo, quello più immediato, riguarda la copertura finanziaria della legge. Nella finanziaria di quest'anno non c'è un euro per la riforma targata Moratti, e nessuno si preoccupa di specificare dove dovrebbero essere presi i soldi per attuare uno stravolgimento tanto radicale della scuola. La Commissione bilancio si esprimerà solo questa mattina e difficilmente, considerati i rapporti di forza, boccerà la legge delega. I dubbi, però, sono legittimi. Il secondo piano è quello costituzionale. Il segretario della Cgil scuola, Enrico Panini, convocando un sit-in a Montecitorio per l'11 febbraio, ha invocato ieri l'intervento della Consulta "perché la legge non è solo pessima, ma anche incostituzionale, visto che si ricorre alla delega non potendolo fare". E proprio questa mattina il dibattito in aula si aprirà con la presentazione delle pregiudiziali costituzionali. Rifondazione comunista, spiega l'onorevole Titti De Simone, ne presenterà due: "La prima riguarda l'annullamento dell'obbligo scolastico, trasformato in un ambiguo "diritto-dovere", l'altra affronta la delega alle regioni di una più ampia decisione sui curricola che, violando l'articolo 117 della Costituzione".

Unanime la critica per l'atteggiamento della maggioranza in Commissione. Preoccupati si dicono i sindacati, dalla Cgil, alla Cisl, alla Gilda. La blindatura del testo, secondo il capogruppo in commissione Cultura della Margherita, Andrea Colosio svela "l'impotenza della maggioranza, incapace di recepire qualsiasi indicazione". Una decisione scaturita, sicuramente, dalla volontà di non rimandare il testo al senato. Ma, osserva Alba Sasso dei Ds anche perché "La loro stessa maggioranza si sarebbe spaccata, visto che alcuni dei nostri emendamenti trovano orecchie sensibili anche nei partiti di governo. Per esempio quello che chiedeva di porre attenzione, nella formazione degli insegnanti, anche ai problemi di apprendimento degli alunni. Istanza presentata nelle audizioni dalle associazioni per i bambini dislessici e che avrebbe soltanto arricchito il testo". Sulla riforma di Moratti è intervenuto ieri anche Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil: "La riforma ripropone il modello degli anni `50, che già faceva capire chi avrebbe comandato e chi subito", ha detto.

Infine, un rapido ripasso degli elementi gravissimi introdotti dalla legge delega della Moratti: diversificazione dei percorsi di studio (tra formazione e istruzione) a 13 anni, abbassamento dell'obbligo scolastico, ripristino del voto in condotta, regionalizzazione estrema dei curricula, nonché la dizione che la scuola "contribuisce alla formazione spirituale e morale" degli studenti.


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