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Manifesto-La scuola che non vogliamo

La scuola che non vogliamo I tagli delle cattedre e l'aumento delle iscrizioni mettono in ginocchio l'istruzione. Parlano i dirigenti scolastici CINZIA GUBBINI ROMA Nelle scuole di Nonantol...

14/05/2004
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il manifesto

La scuola che non vogliamo
I tagli delle cattedre e l'aumento delle iscrizioni mettono in ginocchio l'istruzione. Parlano i dirigenti scolastici
CINZIA GUBBINI
ROMA
Nelle scuole di Nonantola le classi il prossimo anno saranno più affollate del solito. In quelle di Trigoria gli alunni con handicap dovranno fare a meno dell'insegnante di sostegno. A Reggio Calabria già dall'anno scorso sono stati sospesi tutti i progetti di aiuto per i ragazzi con qualche problema in famiglia. In questi giorni la polemica sul taglio degli organici arroventa lo scontro: dietro i numeri, sono migliaia le storie - tante quante sono le scuole in Italia - che raccontano di dirigenti scolastici alle prese con la calcolatrice, alla disperata ricerca di districarsi tra un tot di cattedre in meno e un tot di ore obbligatorie che diminuiscono. Oppure, come nell'istituto tecnico "Molinari" di Milano, con due classi quinte da accorpare: mancano gli insegnanti, gli studenti sono pochi (una quindicina per classe). Però ogni tanto torneranno a fare lezioni separatamente, perché fanno parte di due indirizzi di specializzazione diversi. Va da sé che alla manifestazione di domani a Roma indetta dai comitati per la difesa del tempo pieno, figli della contestazione alla riforma Moratti, una delle parole d'ordine sarà "no ai tagli degli organici", che se ne porta dietro un'altra: "sì alla scuola di qualità".

Perché anche se nella scuola si cerca sempre di far quadrare il cerchio, i buchi cominciano a farsi sentire. Da tre anni non ci sono assunzioni, ma i tagli continuano - 2.200 alle elementari, 590 alle medie, 2.513 alle superiori. E i 625 posti in più promessi dal ministro, sono briciole. Magari con l'organico di fatto (i posti che vengono concessi a settembre per tappare i buchi) qualcosa si aggiusterà, ma il prossimo anno scolastico si annuncia in salita.

Abbiamo chiesto a qualche scuola come faranno. "Per fortuna che per quest'anno sono stati confermati gli organici sulle classi di tempo pieno dell'anno passato", osserva la dirigente del circolo didattico di Nonantola (Modena), Adriana Querzè: "Da noi, infatti, sono aumentate le iscrizioni alle elementari e le richieste di tempo pieno. Il numero di insegnanti è esattamente lo stesso dell'anno scorso, mi arrangerò facendo classi di 24-25 bambini". "Certo - continua la dirigente - sarebbe meglio di no, 25 bambini di prima sono tanti da gestire. Ma poteva andare peggio". Cioè? "Per fortuna abbiamo fatto terrorismo sugli anticipi, sconsigliando alle famiglie di iscrivere i bambini un anno prima, come permette di fare la riforma: su 108 alunni, solo due sono `anticipatari', entrambi vengono da scuole dell'infanzia private". Ma anche alla scuola dell'infanzia ci sono dei problemi: "Ci sono trenta bambini in lista di attesa. Dubito mi verrà concessa una sezione in più: a livello provinciale mancano 21 sezioni, cioè circa 42 insegnanti. E pare che con gli organici di fatto non si arriverà a più di 400 posti a livello nazionale".

Stesso problema a Ladispoli (Roma), che per altro è un territorio particolare. Qui, infatti, grazie ai prezzi più bassi sul mercato delle case si trasferiscono molte giovani coppie dalla capitale, oltre che un gran numero di immigrati. Il 20% degli studenti, a Ladispoli, sono stranieri, provenienti da ben 54 paesi diversi. Si tratta di famiglie in cui, in genere, entrambi i genitori lavorano a Roma. Quindi la scuola dell'infanzia, come anche il tempo pieno, serve come il pane. "I bambini in lista d'attesa alla scuola dell'infanzia sono 112 - spiega il dirigente del circolo scolastico, Niccolò Accardo - nonostante il comune ci abbia dato un nuovo plesso, mancano gli insegnanti. Ce ne vorrebbero almeno altri quattro".

E se parliamo di territori particolari che dire del circolo didattico Nosside di Reggio Calabria, che confina con zone difficili come Ravagnese e Saracinello? Fino a due anni fa racconta la dirigente del circolo, Silvana Borgese, la scuola si era organizzata in modo da avere sempre qualche insegnante al lavoro su progetti personalizzati, cercando di aiutare i ragazzi con famiglie svantaggiate alle spalle. "Solo in questo modo possiamo combattere la dispersione scolastica, e assicurare un futuro potenzialmente uguale per tutti", spiega Borgese. Ma da due anni tutto è sospeso, perché alle scuole non viene più riconosciuto il cosiddetto "organico funzionale", cioè una quota di insegnanti in più da impiegare su progetti specifici. Stesso problema si sta verificando a Concorezzo (Milano) dove da anni è in piedi un progetto di intercultura. Ci lavora a tempo pieno un'insegnante, che però quest'anno potrebbe tornare in classe, perché è stato tagliato un posto mentre sono aumentate le iscrizioni, e nascerà una classe in più.

Altro fronte: gli insegnanti di sostegno, 800 posti in meno quest'anno. Nel circolo didattico di Trigoria (Roma), ad esempio, la situazione è ancora più preoccupante: "Dobbiamo aspettare la definizione degli organici di fatto - spiegano dalla direzione - ma per ora questo è il quadro: 22 bambini con handicap alle elementari, 6 alla scuola dell'infanzia. Alle elementari abbiamo cinque posti e mezzo di sostegno, uno e mezzo all'infanzia".


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