Manifesto-La pace unisce i lavoratori europei

La pace unisce i lavoratori europei"
INTERVISTA Guglielmo Epifani, segretario della Cgil, "incassa" l'unità della Ces
LO. C.
Alla riunione della Ces che si è tenuta ieri ad Atene era presente anche il segretario generale della Cgil. Guglielmo Epifani ha svolto un ruolo importante nella costruzione di un punto di vista e di battaglia politica comuni a tutto il mondo del lavoro della vecchia Europa.

Come valuti la decisione di promuovere uno sciopero preventivo contro la guerra all'Iraq?

Credo che questa scelta abbia un valore straordinario. E' in assoluto la prima volta che si verifichi un'unità così stretta e determinata del mondo del lavoro a livello continentale. La Ces rivendica e intende praticare un ruolo attivo dei sindacati europei per la pace. Nella decisione a cui siamo giunti e che produrrà un documento unitario letto domani (oggi per chi legge) dal presidente Emilio Gabarglio, c'è un aspetto simbolico, oltre che di sostanza, che mi piace evidenziare: in connessione con il dibattito alle Nazioni unite, alla stessa ora, alle 12 del 14 marzo, i lavoratori e le lavoratrici di tutti i paesi europei si fermaranno per uno sciopero "preventivo" e chiederanno ai governi e alle nazioni del mondo di abolire la guerra dalle possibili soluzioni del conflitto con l'Iraq. Tutti insieme chiederanno che si arrivi finalmente a una scelta di vita, cioè di pace. Ma abbiamo anche deciso che le fermate promosse dalla Ces per il 21 marzo in tutt'Europa, per chiedere che vengano introdotti nella carta dell'Ue i valori del modello sociale europeo, si trasformino in manifestazioni per la pace e i diritti.

I due temi, del resto, non sono tra loro estranei: liberismo e guerra sono due facce della stessa medaglia.

Battersi in difesa del modello sociale europeo, messo sotto torchio da politiche che i sindacati contestano nei vari paesi, vuol anche dire battersi in difesa della pace, perché la guerra colpisce e uccide le persone e al tempo stesso cancella i diritti dei cittadini e dei lavoratori, sia quelli dei paesi che sganciano le bombe che quelli che le subiscono.

Se questa importante discesa in campo dell'esercito pacifico dei lavoratori, se le le straordinarie manifestazioni pacifiste in tutto il mondo non riuscissero a fermare Bush e le sue bombe, come proseguirà la mobilitazione sindacale?

Si è già decisa, in questo caso, la riunione immediata della struttura dirigente della Ces per assumere ulteriori decisioni e iniziative e l'orientamento emerso nella discussione è che la risposta dovrà essere uno grande sciopero europeo. Ma io, l'ho già detto al manifesto, seguito a credere che la guerra sia evitabile, dev'essere evitata. Preferisco dunque parlare di iniziative e scioperi per la pace.

Avete trovato resistenze di qualche sindacato nell'assumere un impegno così attivo contro la guerra?

La discussione tra di noi è stata molto impegnativa. Insieme al sindacato tedesco abbiamo trovato forti sintonie con francesi, spagnoli, portoghesi, greci ma anche inglesi e turchi, polacchi e cechi. Sia pure con sfumature diverse. La guerra cambia molte cose, storicamente divide i governi, le nazioni, tragicamente anche i popoli. Perciò penso che il risultato raggiunto qui ad Atene sia straordinario: per la prima volta i sindacati e i lavoratori europei, a prescindere dall'orientamento dei rispettivi governi, si trovano insieme, dalla stessa parte, dalla parte della pace contro la guerra.