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Manifesto-La maturità ai tempi del Polo

La maturità ai tempi del Polo Tra i temi d'esame un pensiero di Silvio Berlusconi sull'importanza dell'acqua (nonché degli investimenti). E come argomento storico il "Libro nero del comunismo". Ma...

19/06/2003
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il manifesto

La maturità ai tempi del Polo
Tra i temi d'esame un pensiero di Silvio Berlusconi sull'importanza dell'acqua (nonché degli investimenti). E come argomento storico il "Libro nero del comunismo". Marcello Veneziani applaude: "Finalmente una traccia corretta ed equilibrata"
IAIA VANTAGGIATO
S'intitola "Il piacere dell'onestà" il brano di Pirandello che gli studenti alle prese con la prima prova scritta degli esami di maturità sono stati invitati - ieri - ad analizzare. Si chiama, però, Silvio Berlusconi l'autore della frase inserita tra gli allegati necessari a svolgere la seconda delle prove di italiano previste, quella che richiede la redazione di un saggio breve o di un articolo di giornale: "Affinché vi sia cibo - si legge nella sua citazione stralciata dall'introduzione alle "Celebrazioni ufficiali italiane per la Giornata mondiale dell'alimentazione" - occorre che vi sia acqua". Ci voleva il pensiero del presidente del consiglio nonché padrone della Casa delle libertà per partorire una simile scoperta. Tanto lapalissiana e ragionevole da non sfuggire agli studenti che la scelgono nell'altissima percentuale del 39% e l'attestano al primo posto tra le prove scelte. Vero è che, nella concezione del premier, l'importanza vitale dell'acqua si accoppia con quella persino più determinante degli investimenti: "E' quindi fondamentale - continua il Berlusconi-pensiero- investire per garantire la disponibilità e l'uso efficiente delle risorse idriche".

Rimossa la batosta delle amministrative e rifocillatosi grazie al mancato quorum referendario, Silvio Berlusconi torna a calcare le scene e a presidiare cattedre, distribuendo pillole di saggezza.

Già, Berlusconi, lo stesso che - solo due giorni fa - era stato costretto a lanciarsi in una appassionata autodifesa di fronte ai giudici milanesi; lo stesso che da mesi lotta perché venga approvato il Lodo Maccanico; lo stesso che da anni si dichiara vittima di toghe rosse e bolscevichi. Berlusconi e Pirandello, due autori accomunati da un'unica passione: il piacere dell'onestà.

Ironia del caso? Difficile a credersi visto che è un estratto del Libro nero del comunismo la documentazione offerta per lo svolgimento di un'altra prova: quella che - sempre nella forma del saggio o dell'articolo - chiede agli studenti di interrogarsi sul terrore e la repressione politica nei sistemi totalitari del Novecento. Si tratta, per chi lo avesse dimenticato, di quel testo sacro che Berlusconi in persona si incaricò di far distribuire gratis in megliaia di copie nel corso del congresso nazional-alleato di Verona.

Una sorpresa assoluta per lo stesso Fini, che aveva appena finito di invitare a dimenticare e a seppellire gli odi del passato e che prese malissimo la trovata del Cavaliere.

La oculata selezione dei temi, del resto, è tale da suscitare lo sdegno di uno storico come Nicola Tranfaglia. "Grottesca e caricaturale", definisce la traccia. E prosegue: "Mi sembra che venga offerta una visione unilaterale del Novecento, un secolo in cui il fascismo non avrebbe commesso nessun delito e persone come Matteotti e Rosselli non sarebbero mai esistite. Dove si attribuisce al nazismo solo il massacro per eutanasia di 70mila tedeschi e si classificano i sei milioni di ebrei come `vittime di guerra'".

Particolari che non turbano affatto la "testa pensante" della nuova destra, nonché consigliere d'amministrazione Rai, Marcello Veneziani. A suo parere la traccia sarebbe "corretta e molto equilibrata". Finalmente, esulta, "si fa riferimento a totalitarsimi rossi e neri. Cosa che non mi sembra fosse avvenuta con il ministro della Pubblica istruzione Luigi Berlinguer nel `99, decennale dell'abbattimento del muro di Berlino".

Difficile immaginare un simile trionfo del revisionismo storico, ma probabilmente non c'è neppure troppo da stupirsene. In fondo, si tratta della maturità 2003, dell'anno cioè in cui la ricorrenza del 25 aprile è diventata occasione per un'offensiva senza prcedenti contro la memoria della Resistenza.

Ma di quale totalitarismo arrischiarsi a parlare visto il marchio della citazione? Ci provano comunque in tanti visto che la prova viene svolta dal 14% degli studenti: terza posizione, e del tutto onorevole.

E tuttavia per molti è meglio defilarsi e discettare sulla "poesia nella società delle comunicazioni di massa" (argomento preferito dal 16% dei maturandi), buttarsi sui "diritti umani e di cittadinanza" (oggetto della prova di argomento storico che comunque guadagna solo il 7% delle preferenze) che tanto a quelli ci tengono (o fanno finta) di tenerci tutti - maggioranza e opposizione, non si sa mai di che colore è l'esaminatore o sulla solita traccia di carattere generale che ancora si trastulla con "la forza delle immagini nel nostro tempo". Si può fare, avrà pensato qualcuno, basta non tirare in ballo la guerra in Iraq. Pochi però, vista l'aria che tira: il tema si attesta in quarta posizione con solo il 10% dei consensi.

Uno, nessuno, centomila. Sgomento e confuso, qualcuno avrà pensato:è un'opera di Pirandello o una definizione del poliedrico premier?


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