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Manifesto: La lotteria dei sans papiers

Francia Scade oggi il termine per la regolarizzazione degli immigrati con figli a scuola

13/08/2006
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il manifesto

La mobilitazione delle associazioni antirazziste, impegnate ad evitare le espulsioni. E da domani comincia l'attesa per migliaia di famiglie. La destra invoca rigore, Sarkozy ne fa un argomento da campagna elettorale. E la sinistra tace per paura di ripercussioni elettorali alle prossime presidenziali
Anna Maria Merlo
Parigi
L'ultima informazione diffusa via e-mail a tutti coloro che si sono iscritti sulla lista della Rete educazione senza frontiere (Resf) riguarda una famiglia ucraina: i Kosyuba, padre e madre, con un bambino di 3 anni nato in Francia e che ha frequentato il primo anno di asilo a Corbeil-Essonne sono stati arrestati alla Prefettura dell'Essonne giovedì, dove si erano recati in seguito a una «convocazione-trappola», denuncia Resf, e dovrebbero essere messi su un aereo per Kiev. L'appuntamento è a Roissy 2, per fare pressione, parlare con gli altri passeggeri e cercare di impedire l'espulsione. In Francia continua la mobilitazione a favore delle famiglie sans papiers con bambini scolarizzati nel paese : venerdì sono scaduti i termini per presentare le domande di regolarizzazione e adesso per migliaia di famiglie inizia un periodo di incertezza, in attesa della risposta. Il ministro degli interni Nicolas Sarkozy era stato obbligato a socchiudere la porta delle regolarizzazioni, in seguito al forte movimento di solidarietà che è cresciuto alla fine dell'anno scolastico, a giugno, quando la proroga concessa quest'inverno alle famiglie con bambini a scuola era scaduta. Ma Sarkozy, che è favorevole ad istituire in Francia una politica sull'immigrazione legata alle quote, vuole sperimentare questa tecnica sulla pelle delle famiglie che sono uscite dalla clandestinità: a luglio ha affermato che ci saranno 5-6 mila regolarizzazioni, non di più. Cioè un quarto delle richieste, che sono state 25-30mila.
Un quarto delle regolarizzazioni dovrebbero avvenire a Parigi e periferia. Gli ultimi dati noti risalgono al 13 luglio: su 14 mila domande presentate, solo 580 sono state accettate, mentre 700 famiglie avevano già ricevuto il foglio di via. «La situazione è molto grave - denuncia Brigitte Wieser di Resf - quando si vedrà che la quota di 5-6 mila regolarizzazioni è stata raggiunta, le domande rimanenti non verranno neppure più analizzate». Ma Sarkozy afferma che è «assurdo evocare possibili rastrellamenti».
Cosa succederà alle famiglie respinte? La cosa più probabile è che torneranno a vivere nella clandestinità. Ha difatti avuto molto poco successo la politica dell'«aiuto al ritorno»: 7 mila euro per coppia, più 2 mila per bambino (fino al terzo figlio) alle famiglie che accettano di lasciare la Francia. Solo qualche decina di famiglie, a tutt'oggi, ha accettato di rientrare nel paese d'origine. Non dovrebbero però esserci espulsioni di massa, secondo la Cimade, un'associazione di aiuto agli immigrati, «ma operazioni al contagocce, alcune mirate fatte solo per i media, all'avvicinarsi delle presidenziali». Sarkozy, difatti, criticato dalle associazioni di base per la «caccia ai bambini», è attaccato dalla destra estrema, che non vuole sentire parlare di «una nuova filiera dell'immigrazione» attraverso l'iscrizione dei bambini nelle scuole francesi. Sarkozy, che aspira a farsi eleggere all'Eliseo, aveva fissato nel dicembre scorso una «quota» per le espulsioni di clandestini: 25 mila nel 2006. Dal primo gennaio sono state espulse dalla Francia 10.462 persone.
Resf ha chiesto tempi più lunghi per presentare la domanda di regolarizzazione, perché «molte famiglie verranno a sapere di averne diritto solo alla ripresa della scuola». Tra i candidati alla candidatura socialista alle presidenziali, solo Dominique Strauss-Kahn ha preso posizione a favore di questo allungamento dei tempi. Il Ps, in grande maggioranza, è rimasto molto prudente: l'immigrazione resta un tema molto scottante a pochi mesi dalle presidenziali, e lo spettro del ripetersi del risultato del primo turno del 2002 (Le Pen al ballottaggio) frena qualsiasi apertura.
L'avvocato Arno Klarsfeld, il «mediatore» nominato da Sarkozy per risolvere i casi più controversi, accusa la Resf di essere «demagogica»: «L'amministrazione è più umana di quanto dicano le associazioni - sostiene - c'è distorsione tra ciò che affermano e la realtà». Ma la Resf ha riscontrato, sul terreno, una grande arbitrarietà e «una differenza enorme di trattamento» tra le Prefetture, denuncia una portavoce, Anne de Blic, che sta trasformando l'esile spiraglio di regolarizzazioni in un terno al lotto.


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