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Manifesto-La crisi di donna Letizia

La crisi di donna Letizia La maggioranza non sostiene la legge, definita dal ministro dell'istruzione "la riforma più importante del governo Berlusconi". Salta per la quinta volta il voto dei senat...

07/03/2003
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il manifesto

La crisi di donna Letizia
La maggioranza non sostiene la legge, definita dal ministro dell'istruzione "la riforma più importante del governo Berlusconi". Salta per la quinta volta il voto dei senatori, per mancanza del numero legale. E il Tar del Lazio non lascia appello al governo: "Eccesso di potere" sul Cnr
Incagliata in senato la riforma della scuola, bocciato il commissariamento del Cnr
LUCA TANCREDI BARONE
E'stata un'altra giornata decisamente no per Letizia Moratti. La prima batosta ieri le è arrivata dalla sua stessa maggioranza, che per l'ennesima volta ha fatto mancare il numero legale in senato: così la tanto decantata riforma della scuola è di nuovo rimasta al palo, e l'esame del provvedimento è slittato a martedì della settimana prossima. Poi è arrivata la bacchettata sulle dita del Tar: nella sentenza definitiva sul ricorso presentato dal presidente del Cnr Lucio Bianco c'è scritto non solo che il commissariamento dell'ente è illegittimo, ma che si profila un vero e proprio "eccesso di potere" da parte del governo. Ma andiamo per ordine. Nell'ordine del giorno dei lavori del senato ieri mattina era previsto, dopo l'approvazione della camera, l'esame in terza lettura del provvedimento che proprio ieri il viceministro per la ricerca Possa aveva definito "la riforma più importante del governo Berlusconi", quella della scuola. Ma sono stati proprio i senatori della maggioranza a disertare l'aula e a far mancare per ben cinque volte il numero legale. E questo nonostante Moratti stessa, presente alla débacle, avesse assicurato "ampio spazio al confronto sui decreti attuativi dopo l'approvazione". Alla fine, sono stati proprio i senatori di Forza Italia a chiedere l'inversione dell'ordine dei lavori per consentire il rinvio.

Dunque il "dettaglio tecnico" della mancata copertura finanziaria della legge (causa della terza lettura del provvedimento) sembra essere molto più che un incidente di percorso. "La maggioranza ha scaricato il suo ministro", dice Gavino Angius, Ds. Parla invece di "giovedì nero per Moratti" Albertina Soliani, ex sottosegretario all'Istruzione della Margherita. "Ad oggi - hanno fatto sapere i senatori dell'Ulivo - questa legge non è finanziata. Ma non basta: la maggioranza non solo taglia i soldi alla scuola ma nel merito della riforma ha perplessità tali da averle codificate in oltre una quarantina di ordini del giorno alla camera, spesso in contrasto loro. Ciò la dice lunga sul malessere presente e la confusione all'interno della maggioranza".

La seconda batosta arriva sulla testa del ministro-manager nel primo pomeriggio: il Tar del Lazio ha bloccato definitivamente il decreto del consiglio dei ministri del 31 gennaio che mandava a casa Bianco insediando un commissario straordinario (Adriano De Maio). I giudici amministrativi di primo grado hanno ravvisato nel provvedimento del governo "il profilo di eccesso di potere" - si legge nelle 13 pagine della sentenza - e un effetto "latamente sanzionatorio di opinioni, espresse dagli organi di vertice del Cnr, non del tutto coincidenti con i progetti di riforma". La scelta di procedere allo scioglimento anticipato degli organi del Cnr "non può essere giustificata con riferimento a riforme ancora in fieri" e le argomentazioni addotte in tal senso dall'amministrazione, "sono da un lato svianti, dall'altro prive di legittimità".

Comprensibilmente soddisfatto Bianco, per il quale la decisione del Tar "riporta gli atti di governo a un livello di legittimità" e "garantisce al Cnr una voce istituzionale in grado di fare le dovute osservazioni ai decreti di riordino, che presentano molti lati oscuri".


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