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Manifesto-La carta segreta del governo: il taglio delle pensioni

La carta segreta del governo: il taglio delle pensioni" Parla Morena Piccinini (Cgil): i prossimi interventi, lo scandalo degli indebiti e la possibile intesa con Cisl e Uil PAOLO ANDRUCCIOLI Il go...

13/03/2003
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il manifesto

La carta segreta del governo: il taglio delle pensioni"
Parla Morena Piccinini (Cgil): i prossimi interventi, lo scandalo degli indebiti e la possibile intesa con Cisl e Uil
PAOLO ANDRUCCIOLI
Il governo Berlusconi, in silenzio, si prepara a intervenire sulle pensioni, mentre i sindacati cercano di trovare una possibile intesa contro l'operazione Tfr. Sono infatti in corso in queste ore prove di unità sindacale sulle pensioni. I sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil stanno preparando un documento comune contro la delega del ministro del welfare, Roberto Maroni. In particolare i punti di avvicinamento delle tre segreterie confederali che continuano peraltro ad essere divise su tutto il resto (Patto per l'Italia soprattutto) riguardano appunto proprio il Tfr e la decontribuzione. Non è solo la Cgil infatti a opporsi al modello di previdenza privata e integrativa che propone il governo. Anche la Cisl e la Uil confermano il loro no all'obbligo del trasferimento del Tfr ai fondi pensione e al taglio dei contributi per i nuovi assunti. In particolare, secondo i sindacati, ma anche secondo molti economisti, il taglio dei contributi determinerebbe in pochi anni una crisi irreversibile dell'Inps e quindi della cassa principale di tutte le pensioni pubbliche. Ma nel frattempo si avvicina a grandi passi il semestre europeo di presidenza per l'Italia e il nuovo Dpef, il documento di programmazione econonica e finanziaria. Il governo pensa quindi di accelerare proprio sulle pensioni. Abbiamo chiesto a Morena Piccinini, entrata a far parte della segretaria confederale nazionale della Cgil da circa un anno dove è responsabile delle politiche della previdenza e dei nuovi diritti, dopo una esperienza nella Cgil modenese e all'Inca, a che punto siamo.

Cominciamo questa intervista dal problema degli indebiti richiesti dall'Inps a pensionati che spesso sono poveri, o vivono sulla soglia di povertà. Non è una contraddizione rispetto alla campagna per l'aumento delle pensioni al minino e uno scandalo rispetto alla finanziaria dei condoni per gli evasori fiscali?

Il fatto crea effettivamemte molto scandalo perché riguarda un numero consistente di pensionati. Molti di questi pensionati a cui è stato richiesto di restituire soldi che non gli spettavano risiedono nelle regioni del mezzogiorno. Si tratta di un problema che non deriva certo da dolo o da cattiva coscienza dei pensionati, ma dal fatto che gli istituti previdenziali chiedono di tanto in tanto una verifica e i pensionati rispondono. Quando ci sono i controlli si scopre che sono state erogate pensioni più alte, ma con anni di ritardo. Il problema quindi sono i controlli e i ritardi. Noi, insieme alla Cisl e alla Uil, abbiamo chiesto una sanatoria e il blocco delle trattenute che sono cominciate proprio con questo mese. Il governo ci ha risposto che non se ne parla neppure. E noi consideriamo questa scelta vergognosa, proprio pensando ai condoni. Siamo nel paese dei due pesi e due misure: ricchi condonati e pensionati poveri bastonati. Noi però continuiamo a chiedere che venga sospesa la trattenuta e che il ministero del welfare si faccia carico del problema anche perché le cifre, sia quelle che riguardano ogni singolo pensionato, sia quelle complessive non sono poi così consistenti. E forse ci sono anche novità positive. (Proprio ieri, infatti, c'è stata un'audizione del commissario dell'Inps, Gian Paolo Sassi alla commissione lavoro del senato che potrebbe far sperare in una possibile soluzione, ndr)

E invece per quanto riguarda la delega previdenziale a che punto siamo? E' vero che il governo continua a non convocarvi?

Intanto io considero molto positivo il lavoro che stiamo svolgendo con gli altri sindacati. L'intento è anche quello di arrivare a iniziative comuni nel contrasto alla delega previdenziale. Noi pensiamo che la delega sia inemendabile. Anche i provvedimenti positivi - come le nuove regole per chi decide di rimanere al lavoro pura avendo maturato la pensione - che abbiamo ottenuto alla camera non ci fanno cambiare idea. La decontribuzione e l'obbligatorietà nel prelievo del Tfr sono rimaste intatte nel testo della delega e il governo a quanto pare intende mantenerle. Per noi, o si cambia radicalmente, oppure rifiuteremo tutta la delega. Con Cisl e Uil dobbiamo ora decidere cosa fare anche perché il governo continua a non convocarci. Io penso che se la delega rimarrà così, dovremmo mettere in campo iniziative di mobilitazione. Dobbiamo decidere cosa fare insieme rispetto al governo e cosa fare per i nostri pensionati.

Oltre la delega, che cosa si può prevedere sulle pensioni? Il governo Berlusconi ha confermato che realizzerà tutte le riforme annunciate, compresa dunque questo nuovo intervento sul sistema previdenziale, che pure è in perfetto equilibrio dopo le riforme degli anni `90.

Il governo ha intenzione di portare avanti la delega, ma quando si parla di riforma non si pensa esattamente solo a queste cose. Io mi sono fatta un'idea molto precisa. Paradossalmente se la delega venisse applicata così com'è e naturalmente con le coperture fiscali necessarie per equilibrare il taglio della contribuzione sembrerebbe quasi quasi di essere nel paese di Bengodi. Io penso invece che quando arriveremo al Dpef il governo sarà molto tentato di agire sul terreno della previdenza, ovvero agire anche sulle pensioni di anzianità e sui disincentivi. Precipeteranno allora i punti veri della "controriforma". In realtà il governo si sta preparando ai tagli delle prestazioni e non perché ce lo chiede l'Europa. I nostri conti pensionistici sono stati analizzati e le riforme realizzate sono state definite perfino draconiane. Il problema, per l'attuale governo Berlusconi, è un altro. Il problema vero che devono risolvere è quello dei conti pubblici. Si è quindi solo tentati di affrontare il risanamento dei conti ripartendo dalle pensioni. Per questo cercheranno di fare presto con la delega, per passare poi a cose ancora più consistenti, tra cui il taglio delle prestazioni pensionistiche, cioè delle pensioni.


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