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Manifesto-L'Ulivo nel torchio Cgil

L'Ulivo nel torchio Cgil CARLA CASALINI La palma della gag più divertente, ancorché involontaria, negli scontri verbali tra sindacati, tra Cgil e Ulivo, Cgil e governo, ieri l'hanno conquistata a...

23/10/2002
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il manifesto

L'Ulivo nel torchio Cgil
CARLA CASALINI
La palma della gag più divertente, ancorché involontaria, negli scontri verbali tra sindacati, tra Cgil e Ulivo, Cgil e governo, ieri l'hanno conquistata a pari merito il ministro delle attività produttive Antonio Marzano, e il segretario dello Sdi Enrico Boselli. Serata in tv: Guglielmo Epifani, presente a Porta a Porta con i segretari di Cisl e Uil, conferma che la linea della Cgil non si cambia - "è giusta", e confermata dal "grande consenso" nello sciopero generale. Non si tiene il sottosegretario all'economia Baldassarri, e aggredisce, ma il duetto gustoso avviene con Marzano. Il segretario della Cgil contesta la vantata "diminuzione delle tasse": in realtà il governo ha sottratto soldi ai cittadini, giacché "questa" diminuzione dell'Irpef era stata programmata dal governo dell'Ulivo per l'inizio del 2002, e la destra invece l'ha già ritardata di un anno.

E l'ineffabile Marzano: certo, ma "è facile fare promesse" per anni in cui un governo "non sa se sarà ancora al potere". Insomma quasi quasi l'Ulivo, sicuro della morte, avrebbe cucinato una bella patata bollente da sfornare sul piatto di Berlusconi. Vagamente paranoico, il ministro, ma indubbiamente gustoso.

Dal centrosinistra, che ieri sera andava in pezzi, Enrico Boselli si guadagna però la menzione per la sortita più surreale: la raccomandazione di "esportare dall'Ulivo al sindacato un po' di unità". Privi di autoironia, scivolano sullo stesso crinale Fassino, Rutelli.

La sponda sono, invariabilmente, Cisl e Uil, che ieri si sono fatte più precise quanto al prezzo che la Cgil dovrebbe pagare per una eventuale, ancorché improbabile nelle loro stesse parole, ritrovata "unità sindacale": primo, la Cgil sconfessi la Fiom, le faccia ritirare la decisione di una "piattaforma separata" peril contratto dei metalmeccanici. Poi sia disposta a lottare a sostegno del "Patto per l'Italia", firmato da Cisl e Uil con Berlusconi accettando "l'orizzonte" della sua politica economica, e che oggi tocca far rispettare, sostengono Pezzotta e Angeletti, a un governo fattosi elusivo.

La Fiom si dà subito la pena di ricostruire in un comunicato ufficiale, le tappe che hanno impedito un percorso comune con Fim e Uilm, e rinnova la proposta della discordia: il punto discriminante, oltre le divergenze di merito, è la democrazia, il diritto "di tutte le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici di votare con referendum sia sulla piattaforma, sia sull'ipotesi d'accordo" confezionata dai sindacati.

Ma il segretario dei Ds non pare avere problemi sul "merito", i fondamenti della democrazia, la legittimità della rappresentanza, e insiste: "L'unità sindacale è un valore in sé". Rispone, dalla segreteria Fiom, Giorgio Cremaschi: "per noi l'unità è strumento fondamentale per le conquiste dei lavoratori, ma mai un 'valore in sè', mai a prescindere dai contenuti e dalle regole democratiche". E Fassino "faccia danni dove ne ha la competenza, e la smetta di scambiare le questioni sindacali per una dépendance del dibattito interno all'Ulivo".

Anche la Cgil si fa sentire, reagiscono i segretari Nerozzi e Patta. Paolo Nerozzi chiarisce che "non ci può essere unità" tra chi considera il Patto per l'Italia "la panacea di tutti i mali", e chi pensa sia un grave errore e "un morto che cammina". Quanto al governo, bocciata l'apertura" di Fini, con un avvertimento anche a Cisl e Uil: sia chiaro che "sul Mezzogiorno eventuali iniziative comuni dovranno essere contro la politica del governo e contro la finanziaria", e: "noi non ci accontenteremo di piccole regalie".

Poi Nerozzi torna ai Ds, così come Gian Paolo Patta, che estende la risposta all'Ulivo, dopo che Rutelli ha manifestato "rispetto" per le scelte di tutti i sindacati, ma ha ammonito "chi non vuol vedere i risultati importanti sull'articolo 18 ottenuti da Cisl e Uil". Patta all'Ulivo: se si vuole l'unità "si chieda che venga ripristinata la democrazia lesa da Cisl e Uil, e basta appelli in una sola direzione". E Nerozzi, implacabile su Fassino: "sarebbe meglio si occupasse dell'unità delle forze di opposizione, e di costruire un chiaro quadro di valori alternativo al centrodestra".


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