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Manifesto-L'istruzione va al negoziato

L'istruzione va al negoziato Il Wto deciderà a Cancun come commercializzare la scuola. Domani protestano gli studenti di tutta Europa: "Education not profit" CINZIA GUBBINI ROMA Domani gli stud...

13/03/2003
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il manifesto

L'istruzione va al negoziato
Il Wto deciderà a Cancun come commercializzare la scuola. Domani protestano gli studenti di tutta Europa: "Education not profit"
CINZIA GUBBINI
ROMA
Domani gli studenti di tutta Europa daranno vita alla giornata "Education not profit". Ovvero vogliamo istruzione e non profitto, asserzione "scandalosa" nel momento in cui l'Europa si prepara, ranghi serrati, a partecipare ai negoziati dell'Organizzazione mondiale del commercio che si svolgeranno a Cancun (Messico) dal 10 al 14 settembre per decidere quali servizi dovranno godere delle regole della "libera concorrenza". Si tratta dei famosi Gats (Accordi generali sul commercio dei servizi), il cui spettro aleggiava già a Seattle, luogo "simbolico" dell'inizio del movimento no-global. Il "round" dell'Omc idividua, come è noto, 16 settori di servizi da quelli finanziari alla fornitura di energia. Tra questi compare anche l'istruzione. L'Unione europea dovrà presentare, entro il 31 marzo, la lista di quelli che intende porre sul tavolo della negoziazione. Il commissario europeo per il commercio, Pascal Lamy, ha già deciso che sanità e istruzione non saranno "merce di scambio". Si potrebbe stare tranquilli, dunque. Ma la questione è molto più complicata. E lo sanno bene gli studenti che durante il Forum sociale europeo di Firenze (le reti più attive sono la Education is not for sale e l'Esib) hanno deciso di avviare una campagna di protesta per difendere il carattere pubblico dell'istruzione. Primo obiettivo: tener d'occhio le trattative inziali, avvolte nel più totale mistero. E di cose ne hanno scoperte: per esempio che le università private rientreranno comunque nei negoziati, in virtù di precedenti accordi. Ciò significa che, in base alle regole stabilite dai Gats, in Europa occorrerà studiare il modo di non interferire nella "libera concorrenza" tra università private. Quanto questo non comporterà una "moderazione" degli aiuti statali per le università pubbliche è tutto da stabilire. Oltretutto, per ora, si tratta di decidere la lista delle offerte, ma in corso di trattativa le carte del gioco potrebbero cambiare. Al di là del "fronte interno", gli studenti protestano anche per come i Gats influiranno nelle politiche e nelle economie dei paesi più poveri, molti dei quali costretti a inserire l'istruzione tra le offerte da proporre a Cancun. "Questo significa che i paesi che hanno economie forti potranno espandere in modo incontrastato i propri mercati, mentre i paesi che hanno economie deboli non avranno alcuna possibilità di rafforzare i propri", denunciano i ragazzi dell'Unione degli studenti. Insomma, il problema è che la riunione di Cancun rischia di rappresentare l'avvio di una "normalizzazione" del commercio di servizi essenziali come l'istruzione, compromettendo irreparabilmente la garanzia del libero accesso per tutti.

Gli studenti, domani, protesteranno in tutta Europa per dire che "l'istruzione non è in vendita". Striscioni di questo genere si affacceranno sui muri delle principali università italiane. Ma chiederanno anche maggiori investimenti nel settore dell'istruzione, pari almeno al 6% del Pil di ogni paese europeo. A Roma, domani, l'appuntamento è alle 15 sulle scalinate della facoltà di Lettere de La Sapienza. Alle 16,30 si svolgerà un'assemblea a cui parteciperanno, tra gli altri, Andrea Baranes della campagna "Questo mondo non è in vendita" e Titti Di Salvo della Cgil, coordinerà Benedetto Vecchi, de il manifesto. A Napoli sarà più marcata la lotta per un'istruzione gratuita e aperta a tutti con l'attacco all'Iraq deciso dagli Usa: una tendopoli di studenti assedierà pacificamente la base Nato di Bagnoli. Inziative anche a Bologna, Vicenza insieme a Attac, Arci, Rete di Lilliput. Nel resto d'Europa sono previste parecchie manifestazioni. Il corteo più numeroso dovrebbe essere quello di Vienna, mentre a Bruxelles gli studenti belgi circonderanno il palazzo della Commissione europea.


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