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Manifesto-Il pubblico smontato

Il pubblico smontato Tagli per scuola e sanità, dirigenti statali rimossi, paralisi della ricerca, blocco dei contratti PAOLO ANDRUCCIOLI Questa mattina il ministro della funzione pubblica, F...

15/10/2002
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il manifesto

Il pubblico smontato
Tagli per scuola e sanità, dirigenti statali rimossi, paralisi della ricerca, blocco dei contratti
PAOLO ANDRUCCIOLI
Questa mattina il ministro della funzione pubblica, Franco Frattini incontrerà i sindacati. All'ordine del giorno, i contratti del pubblico impiego. Il ministro, che si è detto disponibile a trovare le risorse necessarie, dovrà dire ai sindacati se ha avuto il via libera dal consiglio dei ministri. Per i sindacalisti si tratta di una sorta di "operazione verità", dato che la finanziaria per il 2003 si traduce in tagli e riduzione dei servizi. Sono anche scomparsi quei soldi che il vicepremier, Gianfranco Fini, era riuscito a trovare il 4 febbraio scorso, per chiudere l'accordo con Cgil, Cisl, Uil. Oltre i tagli alla finanziaria i pubblici avrebbero perso così per strada 750 milioni di euro e hanno scoperto che l'inflazione reale, quella della borsa quotidiana dei prezzi, è molto più alta di quella prevista sulla carta. La vertenza del pubblico impiego piomba così sullo sciopero generale di venerdì prossimo come un ulteriore elemento di battaglia sindacale e politica, anche se in questo settore anche la Cisl e la Uil sono molto preoccupate. Il segretario generale della funzione pubblica della Cisl, Rino Tarelli, dice per esempio che il ministro Frattini dovrà chiarire oggi quali sono le reali intenzioni del suo governo. "Con il passaggio dell'inflazione programmata dall'1,3% all'1,4% - dice Tarelli - il governo ha già ammesso la crescita dell'inflazione. Ora però deve trovare le risorse per garantire gli accordi, a partire da quello del 4 febbraio scorso".

Ma che cos'è oggi il pubblico impiego? Chi viene interessato dalle scelte della finanziaria per il 2003? E chi sarà coinvolto dallo sciopero generale della Cgil? I lavoratori del pubblico impiego sono circa 3.500.000, di cui quasi il 60% dipende direttamente dalle scelte della legge finanziaria: si tratta dei dipendenti della scuola pubblica (docenti e non docenti), delle forze di polizia (carabinieri esclusi), dei ministeriali e dei lavoratori del parastato. L'altro 40% dei dipendenti pubblici dipende indirettamente dalla finanziaria perché si tratta dei dipendenti della sanità e degli enti locali, che comunque saranno colpiti pesantemente perché la finanziaria stabilisce il taglio dei trasferimenti agli enti locali, cosa che non solo può avere pesanti ricadute sui servizi pubblici, ma potrebbe addirittura rimettere in discussione il rinnovo dei contratti di lavoro.

"E' proprio questa complessità della pubblica amministrazione - dice Gian Paolo Patta della segreteria nazionale della Cgil - che determina oggi la difficoltà della partita in corso. In genere, infatti, i contratti pubblici con le amministrazioni centrali fanno da battistrada per il rinnovo dei contratti degli enti locali e della sanità. Ora invece siamo al blocco, perché il governo non ha detto ancora una parola definitiva neppure sul rinnovo dei contratti pubblici centrali". Per il rinnovo del contratto dei pubblici dipendenti, spiega ancora Patta, la legge finanziaria è essenziale perché l'Aran, l'agenzia del pubblico impiego, non può prendere impegni a prescindere dalle risorse stanziate dal governo essendo il tutto sotto controllo della Corte dei Conti. "Ebbene - spiega di sindacalista della Cgil - tutti i contratti pubblici sono scaduti ormai dal 13 dicembre 2001. Siamo già in ritardo di otto mesi e nel frattempo l'inflazione ha galoppato da quando cioè noi dichiarammo lo sciopero di Cgil, Cisl, Uil del pubblico impiego con una manifestazione nazionale a Roma". Da allora le cose, per i pubblici, sono peggiorate, anche se il governo era riuscito in febbraio ha trovare una mediazione con lo stanziamento aggiuntivo di 750 milioni di euro. L'inflazione ha però eroso ulteriormente il potere d'acquisto degli stipendi dato che si calcola una perdita di 2500 miliardi di lire l'anno per ogni punto di inflazione. Anche per Patta, insomma, Frattini non potrà nascondersi oggi dietro un ulteriore rinvio. "I motivi per scioperare - spiega ancora Patta - vanno comunque ben oltre perché oltre al blocco dei contratti pubblici e di quelli della sanità e degli enti locali, ci sono gli effetti che produrrà la legge finanziaria in ogni settore, a partire proprio dalla sanità e della scuola".

Per la scuola c'è il blocco del contratto, c'è la finanziaria, ma in più c'è una politica precisa del governo Berlusconi che mira a ridurre al minimo la scuola pubblica. "Molto prima della finanziaria - dice Enrico Panini, segretario della Cgil scuola - ci fu la famosa lettera del ministro Moratti al ministro Tremonti. Ebbene Moratti disse che bisognava tagliare 12 mila miliardi di lire. E' stata la prima volta che un ministro di un settore ha chiesto al ministro del tesoro si tagliare le risorse per se stesso". Il governo, spiega Panini, in realtà "non attribuisce alcun valore all'istruzione pubblica" e con questa finanziaria le cose non fanno che peggiorare. Saltano i diritti per gli studenti handicappati, vengono messi in gioco 7000 posti di lavoro di insegnanti che si sono ammalati ma che sono ancora idonei all'insegnamento, vengono tagliati circa 12 mila posti di personale non docente. "E soprattutto - spiega ancora Panini - con la legge finanziaria si attua surrettiziamente la riforma della scuola dato che l'offerta sarà modulata in base alle cattedre degli insegnanti". Ma nella scuola, spiega il sindacalista, non c'è mai stato uno sciopero così "boicottato" come quello di venerdì prossimo anche sulla base di vere e proprie falsità come l'eventuale multa a chi sciopera.

"L'affare dello spoil system - dice Laimer Armuzzi, segretario della funzione pubblica della Cgil - dimostra come ci sia in corso un vero e proprio attacco all'amministrazione pubblica. Il governo vuole una pubblica amministrazione asservita al potere politico. Per questo si sono cacciati dirigenti di alto livello (come il dottor Romano che alle Finanze ha contribuito al recupero di 85 mili miliardi di evasione) e ora si passa ai dirigenti a livello intermedio e di seconda fascia". Per quanto riguarda le risorse, anche secondo Armuzzi, siamo vicini allo zero. "Sia il taglio delle risorse in finanziaria, sia il taglio dei trasferimenti per gli enti locali e la sanità, insieme all'operazione dei dirigenti dello Stato lanciano messaggi terribili a tutti i dipendenti pubblici", spiega ancora il segretario della Cgil funzione pubblica. La cosa più grave è che insieme ai diritti dei lavoratori, si colpiscono i diritti di tutti: dalla sanità, alla scuola, dai ministeri agli enti locali. "E si colpisce per la prima volta - dice Armuzzi - anche la libertà delle persone. I dirigenti della pubblica amministrazione non vengono più giudicati in base alla loro professionalità, ma in base al grado di fedeltà con il governo".


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