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Manifesto-Buoni scuola nell'urna

Buoni scuola nell'urna VENETO Raccolte oltre 36 mila firme. La sinistra unita chiede il referendum FRANCESCO PATANE' - VENEZIA La sinistra per una volta si è dimostrata unita contro il p...

06/02/2002
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il manifesto

Buoni scuola nell'urna
VENETO Raccolte oltre 36 mila firme. La sinistra unita chiede il referendum
FRANCESCO PATANE' - VENEZIA

La sinistra per una volta si è dimostrata unita contro il progetto della giunta Galan di favorire le scuole private. E la protesta non si è fermata nelle aule di palazzo Ferro Fini ma è arrivata nelle piazze di tutte le province venete con la raccolta di firme per un referendum che abroghi la legge regionale sui "buoni scuola". Dal 3 agosto 2001 al 3 febbraio scorso sono state raccolte 36297 firme dai circa 600 banchetti sparsi nelle città e nei paesi veneti. L'annuncio è stato dato nella sede della Regione dalla responsabile del Comitato promotore Giuliana Beltrame e dai gruppi del consiglio regionale che hanno sostenuto la raccolta delle firme: Prc, Ds, Sdi, Verdi e Comunisti Italiani. "Considerando che la quota minima di firme prevista dalla legge referendaria è di 30 mila, si tratta - ha affermato il capogruppo di Rifondazione Mauro Tosi - di un risultato di grande importanza per il quale vanno ringraziati in modo particolare i sindacati, soprattutto la Cgil, che hanno organizzato nelle fabbriche e in altri luoghi di lavoro punti di raccolta. Adesso la parola spetta alla speciale commissione che avrà l'incarico di verificare la validità delle firme. Tre esperti designati dal presidente della corte d'appello e nominati dal presidente della giunta regionale. Sarà nostra cura verificare che si tratti di un organismo veramente al di sopra delle parti".
Entro fine aprile la commissione dovrà essere nominata e dovrà valutare in due mesi la regolarità delle firme. "Il secondo passaggio - ha aggiunto Tosi - avverrà nell'aula del consiglio che, entro il 30 giugno, dovrà dichiarare l'ammissibilità del referendum. Dopo di che o la legge verrà ritirata dalla maggioranza che l' ha così caparbiamente voluta oppure su di essa, in una delle domeniche del prossimo ottobre, gli elettori veneti si esprimeranno con il referendum. Crediamo che, nel frattempo, per ovvi motivi, sarebbe opportuno sospendere l'applicazione della legge stessa".La battaglia nasce sul diritto allo studio sancito dalla costituzione che nella legge della giunta Galan non è tutelato in ugual misura. In particolare la franchigia di 150 euro (300 mila lire) sulla tassa d'iscrizione e sulla retta di frequenza di fatto esclude 500 mila studenti delle scuole pubbliche dai contributi, riservando quindi i 17 miliardi del 2001 che diventeranno 21 nel 2002 ai soli 25 mila studenti delle scuole private che rientrano nella franchigia.


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