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Manifesto-Buon anno

Buon anno ROBERTA CARLINI Settembre, riaprono le scuole, si aprono le borse del governo, i ritardatari accorrono a rispondere agli appelli papali e vescovili prima che suoni la campanella d'inizio....

03/09/2003
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il manifesto

Buon anno
ROBERTA CARLINI
Settembre, riaprono le scuole, si aprono le borse del governo, i ritardatari accorrono a rispondere agli appelli papali e vescovili prima che suoni la campanella d'inizio. Ieri i ministri Tremonti e Moratti hanno firmato il decreto che eroga 30 milioni di euro all'anno per aiutare le famiglie che preferiscono la scuola privata a quella pubblica, attuando così una misura decisa già nella scorsa finanziaria ma rimasta - come tante - lettera morta in attesa dello sblocco dei fondi. Che adesso è arrivato: gli indecisi potranno in extremis dirigersi presso gli istituti parificati, sapendo che nelle loro segreterie troveranno già bell'e pronto il modulo per chiedere il contributo dello stato. Mentre nelle segreterie delle scuole pubbliche è già tanto se troveranno una segretaria a spiegare loro che della tanto sbandierata riforma Moratti anche per quest'anno non si vede alcuna traccia tra i banchi. La libertà di scelta della scuola è garantita dalla nostra Costituzione senza oneri per lo stato. Con il decreto firmato ieri, l'onere si concretizza in un bollettino che sarà riscuotibile in contanti presso gli sportelli postali. Il governo della Casa delle libertà trasforma di fatto il "senza" in "con", evitando anche furbescamente che il nuovo regime passi per il vaglio dei controlli di legittimità. La strada gliela aveva spianata - in questo come in tanti altri casi - il governo dell'Ulivo mettendo la parità scolastica in testa alle urgenze del nostro sistema dell'istruzione. Il centrodestra l'ha poi imboccata e percorsa con l'abituale noncuranza per regole e garanzie, frenato solo dalla penuria delle casse di Tremonti, e ci ha aggiunto il suo tratto ideologico tipico: libero mercato a spese dello stato.

E' vero che i soldi alla scuola privata erano stati promessi, stanziati, annunciati da mesi e anni. Ma l'attuazione rapida di questa riforma - che segue, è bene ricordarlo, l'immissione in ruolo degli insegnanti di religione cattolica - spicca per contrasto con la lentezza delle altre. Nello scuole italiane pubbliche di ogni ordine e grado la "riforma" (per fortuna, forse) è rimasta sulla carta, l'abbassamento dell'età dell'ingresso alle materne e alle elementari sta avvenendo senza alcun altro cambiamento in termini di risorse, strutture, didattica, i mitici corsi di inglese e informatica (due delle "i" del programma elettorale di Berlusconi, la terza era l'impresa e chissà che non mettano nei programmi anche questa) restano dove già c'erano, non partono dove non c'erano. Non è inettitudine, non è noncuranza: lasciar marcire il pubblico per aiutare il privato - nell'informazione come nell'istruzione come nella sanità - è una strategia precisa.

Dodici mesi fa all'inaugurazione dell'anno scolastico la festa di Letizia Moratti fu turbata da un discorso di Ciampi a difesa solenne e un po' pomposa della scuola pubblica. Non potrebbe essere quest'anno la stessa scuola pubblica - i suoi insegnanti, i suoi studenti - a guastare la festa alla sua demolitrice?


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