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Manifesto-Bossi incassa la devolution

Bossi incassa la devolution Accordo nella Casa delle libertà. Follini: "Ma sarà abbinata alla riforma del titolo V" GIOVANNA PAJETTA ROMA La devolution si farà e del testo già approvato al sen...

21/02/2003
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il manifesto

Bossi incassa la devolution
Accordo nella Casa delle libertà. Follini: "Ma sarà abbinata alla riforma del titolo V"
GIOVANNA PAJETTA
ROMA
La devolution si farà e del testo già approvato al senato, come aveva annunciato minacciosamente lunedì sera Umberto Bossi, non si toccherà una virgola. Detto e fatto, dopo un breve vertice in via del Plebiscito, Alleanza nazionale e l'Udc hanno fatto ritirare ai loro deputati tutti gli emendamenti già presentati. Così ieri pomeriggio la commissione affari costituzionali della camera ha chiuso i battenti e licenziato, intonso, il testo tanto caro alla Lega. Passando la aprola all'aula, dove la devolution sbarcherà lunedì mattina. Una mossa che fa andare su tutte le furie l'opposizione. Il diessino Chiti arriva a dire che "Bossi e la Lega sono i veri padroni della maggioranza al governo del paese", il margheritato Bressa annuncia "opposizione durissima", mentre il suo compagno di partito Monaco dice che ora i meridionali "dovranno lavorare per ingrassare le terre e le truppe padane". Singolarmente, ma non troppo, i più tiepidi sono proprio i leghisti. Fino a tarda sera Umberto Bossi non commenta, e il suo capogruppo alla camera Alessandro Cè frena, dicendo che non è il caso di "piantare bandierine e cantare vittoria". Il fatto è che l'accordo uscito dal vertice di ieri in realtà abbina alla devolution anche la riforma della riforma del titolo V. Ovvero quegli aggiustamenti al testo votato a suo tempo dall'ultimo governo dell'Ulivo tanto cari per l'appunto sia a Alleanza nazionale che all'Udc.

Come spiega al telefono Marco Follini, rivendicando la sua "vittoria", il testo di Bossi rimane sì intatto, ma sarà inserito in una cornice più ampia. "Entro il 10 marzo il governo presenterà una proposta complessiva di riforma costituzionale - annuncia soddisfatto il segretario dell'Udc - La devolution ne farà parte, ma non sarà l'unico punto". Su quali saranno gli altri, Follini si limita a un prudente "questo è argomento di discussione nella maggioranza". Ma è probabile che uno dei punti sarà quel ritorno del con trollo dello stato centrale su materie come l'energia (nella riforma ulivista affidata alla competenza concorrente delle Regioni e dello stato).

La prudenza di Cè però non nasce tanto dal merito del nuovo disegno di legge governativo quanto dai tempi della sua approvazione parlamentare. Lo stesso Bossi ha già detto più volte che in effetti la riforma ulivista va ritoccata, ma la Lega ha sempre diffidato delle obiezioni federaliste degli alleati convinta che in realtà si volesse solo prendere, e perdere tempo. E visto che ora, se le cose andranno come dice Follini, dopo la discussione generale di lunedì mattina la devolution non sarà votata dall'aula di Montecitorio, sospetto e diffidenza sono ancora lì.

Non è detto però che, alla fine, il nuovo accordo nella Casa delle libertà non acceleri in realtà, e non di poco, l'intero processo di riforma dello stato italiano. Come dice infatti, al termine del vertice di via del Plebiscito, il ministro La Loggia "ora si potrà sbloccare tutto il pacchetto delle riforme". Così, dopo devolution e titoloV, la maggioranza potrebbe decidere di mettere subito in cantiere ciò su cui tutti nella Casa delle libertà già concordano. La trasformazione della corte costituzionale con l'immissione di membri eletti dalle Regioni, l'introduzione di un vero e proprio Senato federale (riforma gradita anche all'opposione, o almeno alla sua parte federalista) e infine il presidenzialismo o premierato che sia. "Tutti anelli strettamente collegati" come sottolinea Alessandro Cè, che alla fine si dice comunque "contento di aver raggiunto un accordo con le altre componenti della coalizione, perché significa procedere speditamente con le altre riforme che stanno a cuore a chi ci ha eletti


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