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Manifesto-Berlusconi: l'ultima finanziaria

Berlusconi: l'ultima finanziaria La prossima volta non passeremo per il parlamento. Tremonti difende in aula i suoi condoni. La camera approva PAOLO ANDRUCCIOLI ROMA La camera ha varato ieri la ...

24/12/2002
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il manifesto

Berlusconi: l'ultima finanziaria
La prossima volta non passeremo per il parlamento. Tremonti difende in aula i suoi condoni. La camera approva
PAOLO ANDRUCCIOLI
ROMA
La camera ha varato ieri la legge finanziaria per il 2003. Il presidente Pierferdinando Casini, ha spinto sull'acceleratore per rispettare i tempi strettissimi dovuti ai ritardi del senato e al logorio dei tanti maxi-emendamenti governativi. Quella che esce da Montecitorio e che va alla firma del presidente Ciampi è la terza versione della finanziaria per il 2003 (forse la quarta se si considera il decreto correttivo di palazzo Chigi). Il testo originale del ministro dell'economia Giulio Tremonti non ha retto il dibattito palamentare, ma soprattutto non ha retto la prova dei fatti, dato che la finanziaria è stata piena di errori tecnici, oltre che politici e avrebbe potuto contenere anche una vera e propria amnistia per reati gravissimi come quelli di mafia se non fosse intevenuto all'ultimo momento proprio il presidente Ciampi. Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, e tutti i suoi uomini della maggioranza, prendono al volo l'occasione per dire che la finanziaria così com'è non va più bene. Il governo - che non è stato capace di scrivere una finanziaria coerente in grado di rispondere alla grave crisi economica - scarica quindi tutte le responsabilità sul parlamento. Conclusione: quella del 2003 è l'ultima finanziaria che passerà per le due camere. Dal prossimo anno sarà un atto del governo. Punto e basta.

Per il 2004 - ha spiegato ieri Berlusconi in visita a Larino - la legge finanziaria sarà "immodificabile". "Non ci può essere - ha detto il premier - un unico strumento legislativo in cui confluiscano tutte le esigenze, le aspettative e le speranze che riguardano un intero anno di gestione pubblica". Berlusconi, pressato dalle domande dei giornalisti, non ha voluto anticipare le sue idee sulle possibili nuove procedure per stilare la legge finanziaria. Ha detto solo che siccome si tratta di un atto che riguarda l'attività del governo, la legge dovrà essere sottoposta al parlamento come immodificabile, prendere o lasciare, ovvero votare a favore o contro, votando così a favore o contro il governo e il suo operato. Un vero e proprio stravolgimento ordinamentale. Per evitare l'assalto alla diligenza, invece di ripensare le politiche, si blinda la diligenza, contro le frecce degli indiani.

Ieri, dopo le tante polemiche sulle sue assenze in aula, il ministro dell'economia Giulio Tremonti, si è presentato a Montecitorio per spiegare in pubblico la sua conversione (teorica e pratica) al condono fiscale, dato che in molti continuano a rinfacciargli un suo articolo sul Corriere della Sera in cui definiva il condono roba da dittature latinoamericane. Tremonti si è difeso così, utilizzando due argomenti, entrambi alquanto deboli. Il primo: non è vero che i condoni nella finanziaria sono 12, ma solo due. (Tremonti non ha spiegato tra l'altro lo strano condono sulle scommesse ai cavalli). Il secondo argomento: dopo 10 anni di governo del centrosinistra (Tremonti considera il governo Dini, "il bacio del rospo" già come un governo della sinistra), l'evasione fiscale è cresciuta e i condoni ci sono stati lo stesso, anche se mascherati. In ogni caso, verve polemica a parte e tentativo di giustificare il crollo del gettito fiscale dovuto alla disaffezione del contribente che si attendeva il condono, il ministro dell'economia ha rivendicato comunque come giusti i due condoni più importanti, appunto quello fiscale e quello previdenziale. Sembra una giustificazione, ma in realtà è una grave ammissione politica: gli effetti del condono (anzi dei condoni) fiscali saranno disastrosi per tutto il sistema economico italiano, mentre il condono previdenziale si tradurrà in un vero e proprio regalo alle aziende e agli imprenditori che non hanno versato i contributi per i lavoratori e quindi si tradurrà in un danno enorme per migliaia di lavoratori che avranno le pensioni "lesionate" dal condono di Tremonti.

Dure le reazioni delle opposizioni alla finanziaria. Perfino l'Udc - che certo non fa parte dell'opposizione - si auspica un chiarimento a gennaio nella Casa delle libertà. Il segretario dei ds, Piero Fassino, nota un certo disagio nei confronti di Tremonti all'interno della stessa Casa delle libertà, mentre ieri Rosy Bindi ha dato battaglia in aula contro i tagli alla sanità, i tagli alla ricerca e l'abbandono dei medici specializzandi a cui erano stati promessi mari e monti, dal governo che poi si è rimangiato tutto. In generale per i deputati dell'Ulivo, la finanziaria "apre in un futuro che non è neppure remoto una falla nella finanza pubblica". Pierluigi Bersani, responsabile economico dei Ds ed ex ministro, dice che la manovra correttiva di primavera appare ormai come una cosa sempre più probabile. Netto il giudizio di Fausto Bertinotti, segretario di Rifondazione comunista: "A quando l'alleanza con la mafia?", visti i tanti regali all'illegalità che il governo mette in atto anche con la legge finanziaria. Una sua collega di partito, Elettra Deiana, ci tiene poi a precisare che i tagli di Tremonti non sono tutti uguali. La finanziaria, infatti, prevede 50 milioni di euro per gli eurofigters, il caccia europeo. "Anche la finanziaria prepara la guerra".


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