FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3774159
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto-A Roma un milione di tifosi per la pace

Manifesto-A Roma un milione di tifosi per la pace

A Roma un milione di tifosi per la pace Previsto per oggi nella capitale il più grande corteo contro la guerra dal `45 a oggi. Ricompare il subcomandante Marcos, con una lettera ai pacifisti che sa...

15/02/2003
Decrease text size Increase text size
il manifesto

A Roma un milione di tifosi per la pace
Previsto per oggi nella capitale il più grande corteo contro la guerra dal `45 a oggi. Ricompare il subcomandante Marcos, con una lettera ai pacifisti che sarà letta da Heidi Giuliani dal palco di piazza San Giovanni
ANGELO MASTRANDREA
ROMA
La novità dell'ultimora è la presenza di Marcos. Ovviamente virtuale, attraverso un messaggio recapitato via e-mail ieri pomeriggio agli organizzatori della manifestazione e che sarà letto dal palco di San Giovanni da Heidi Giuliani, mamma di Carlo, ucciso da un carabiniere durante il G8 di Genova. Il subcomandante che dalle foreste del Chiapas messicano aveva dato il via agli incontri contro il neoliberismo, ha pensato bene di rompere il silenzio degli ultimi anni (se si fa eccezione per la recente polemica epistolare con i guerriglieri dell'Eta sul tema della lotta armata) per far sentire la sua presenza in quella che si annuncia la più grande giornata di mobilitazione contro la guerra mai vista nel mondo dal dopoguerra a oggi. E in cui il corteo numericamente più consistente sarà proprio quello romano. Le stime parlano di un milione e mezzo di persone che scenderanno in piazza, anche se la prefettura continua a ridimensionare e ne prevede tra le 400 e le 600 mila. Ma, al di là dei balletti sulle cifre e sui velleitari tentativi di ridimensionamento e di oscuramento della manifestazione, l'eccezionalità dell'evento comincia ad essere percepita anche da chi, come Trenitalia, fino a ieri aveva nicchiato sull'allestimento di treni speciali e sulla riduzione delle tariffe. Di fronte all'evidenza dei 27 treni straordinari esauriti nell'arco di poche ore, ieri Trenitalia è scesa a più miti consigli e ha concesso agevolazioni tariffarie su tutti i treni ordinari, Eurostar esclusi. Così, un'andata e ritorno da potrà costare dai 12 ai 24 euro, a seconda della distanza da percorrere.

L'appuntamento è alle 14 a piazzale Ostiense, ma fin dalla primissima mattinata cominceranno ad affluire i manifestanti in arrivo con ogni mezzo da tutta Italia. Tanto che la partenza, come già era accaduto per la manifestazione fiorentina del 9 novembre, potrebbe essere anticipata alle 12, in modo da evitare che la piazza diventi inaccessibile agli ultimi arrivati. Alla testa del corteo, che attraverserà il centro della città per 15 chilometri, uno striscione senza sigle e la scritta "Fermiamo la guerra all'Iraq". Seguiranno "No alla guerra senza se e senza ma" e "Pace e giustizia in Medio Oriente". Poi sigle note e meno note, associazioni e centri sociali, disobbedienti e anarchici, girotondi e ambientalisti, partiti e sindacati, laici, cattolici e musulmani. E ancora la Basket Primavalle, l'associazione dei familiari delle vittime delle stragi, cinquemila agricoltori della Cia, e tanti giornalisti a titolo personale.

Le forze di opposizione saranno presenti quasi al completo. Unico assente, lo Sdi di Enrico Boselli. Per il resto, da Bertinotti a Di Pietro, passando per Rutelli, Diliberto e Pecoraro Scanio, con una comparsa di Clemente Mastella, saranno rappresentati tutti i partiti del centrosinistra, e ovviamente Rifondazione comunista. Sia pur con le dovute differenze: Ds e Margherita, ad esempio, hanno aderito sulla base di una propria piattaforma. Tra i sindacati, mobilitati in massa la Cgil e i sindacati di base, ma ci sarà anche la Cisl (il segretario Savino Pezzotta ha partecipato ieri a una veglia per la pace insieme ad associazioni cattoliche come Acli, Caritas, Focsiv e Comunità di Sant'Egidio). Non ci sarà invece la Uil, che si è apertamente dissociata dalla manifestazione. Alle porte c'è uno sciopero generale europeo contro la guerra, proposto dai Cobas e raccolto dalla Fiom, del quale i sindacati discuteranno domani pomeriggio a Roma e la prossima settimana a Bruxelles con gli altri sindacati europei. Sfilerà anche Amnesty international, dietro lo striscione "Non per i diritti umani", mentre Greenpeace, Bilanci di giustizia, Centro nuovo modello di sviluppo, Rete Lilliput e associazione Botteghe del mondo lanceranno, con la proiezione di un video alle 17,30 in piazza San Giovanni, una campagna di boicottaggio nei confronti della Esso, "la multinazionale Usa che fornirà il petrolio all'esercito americano". Un ponte per e Salaam Baghdad distribuiranno invece ai partecipanti 50 mila foto di volti di donne, uomini e bambini iracheni "per ricordare a tutti che questa guerra colpirà innanzitutto loro". A piazza San Giovanni, immagini dalle altre città su due maxischermi (un terzo a piazza Venezia), e interventi dal palco. Oltre al messaggio di Marcos, saranno letti quelli di Coleen Kelly, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime dell'11 settembre, e della pacifista Usa Cora Weiss.

L'obiettivo, ambizioso, è quello di fermare la guerra. O quantomeno di impedire che l'Italia vi partecipi: Per questo, spiega Piero Maestri del gruppo Bastaguerre del Forum sociale europeo (che ha organizzato la manifestazione) "dobbiamo impegnarci affinché i parlamentari e i partiti che partecipano alla manifestazione votino nei prossimi giorni alla Camera e al Senato con chiarezza contro la guerra, anche nel caso in cui il Consiglio di Sicurezza dell'Onu la legittimasse. E dobbiamo rilanciare l'iniziativa per ostacolare la "macchina della guerra", dal punto di vista militare (le basi sul nostro territorio in particolare), ma anche politico, economico e informativo (i partiti della guerra, le spese militari in aumento, le "banche armate", la censura dei media "arruolati")". "Chi ha deciso di trascinare l'Italia in guerra e di negare al nostro paese un ruolo importante per la soluzione pacifica della crisi deve assumersi tutte le proprie responsabilità davanti ai propri elettori", continua Flavio Lotti della Tavola della pace. E' per questo che agli oltre 130 parlamentari presenti, nonché alle centinaia di amministratori locali, viene chiesto un "vincolo di coerenza", cioè un impegno che vada al di là della semplice partecipazione a un corteo.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL