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Libertà-Scuola, la riforma zoppica

lettura al Senato Scuola, la riforma zoppica L'Ulivo pensa ad un referendum abrogativo ROMACi sarebbe un ...

12/02/2003
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Libertà

lettura al Senato
Scuola, la riforma zoppica
L'Ulivo pensa ad un referendum abrogativo


ROMACi sarebbe un errore "tecnico" relativo alla copertura finanziaria e la riforma della scuola potrebbe tornare al Senato per una terza lettura mentre l'opposizione ipotizza un ricorso al referendum contro il provvedimento. Il dubbio sull'errore è stato sollevato in Aula alla Camera durante l'esame delle questioni pregiudiziali (presentate dall'opposizione e respinte dall'assemblea) dal capogruppo Ds Luciano Violante. La riforma, ha spiegato Violante, è stata licenziata da palazzo Madama ai primi di novembre, cioè prima dell'approvazione della legge Finanziaria: il testo quindi fa riferimento al triennio 2002-2004 e andrebbe cambiato con triennio 2003-2006. Se così fosse, ha spiegato ancora il presidente dei deputati Ds, il provvedimento dovrebbe ripassare al Senato per il via libera definitivo e a questo punto si aprirebbe una possibilità per esaminare altri emendamenti al testo anche della stessa maggioranza. "Non siamo in grado di valutare questa possibilità - ha replicato a Violante in Aula la relatrice Angela Napoli (An) - anche perchè la commissione Bilancio ancora non ha espresso il parere. Il testo però è già stato approvato dal Senato con la relativa copertura. Non vedo quindi motivi per cui alla Camera dovrebbero sorgere problemi. Ci potrebbe essere una leggera modifica nelle date ma non prevediamo questo iter". Ma questo non sarebbe l'unico ostacolo per l'approvazione della riforma. L'Ulivo ha infatti puntato il dito anche sull'assenza del parere della commissione Bilancio, che, come prevedono i regolamenti parlamentari, deve certificare l'esistenza nel bilancio statale di fondi in grado di far fronte alle spese che un provvedimento prevede. La commissione ha chiesto al governo la relazione tecnica del provvedimento. Il dubbio della 'legge sbagliata' ha ravvivato il confronto, per la verità già di per sè abbastanza acceso, tra maggioranza e opposizione sulle pregiudiziali di costituzionalità. La parlamentare Ds Alba Sasso ha detto che "la legge di riforma della scuola del ministro Moratti non ha alcuna copertura finanziaria. Non si tratta di una legge ma di un piano programmatico, perché non c'è alcun stanziamento di fondi per i piani attuativi nè alcuna copertura finanziaria". Il capogruppo del Pdci alla Camera Marco Rizzo ha detto che con la riforma Moratti "si torna indietro di 50 anni nella scuola italiana", in quanto "riduce l'obbligo scolastico dagli attuali 15 a 13 anni e mezzo e costringerà preadolescenti poco più che tredicenni a scegliere tra istruzione e formazione professionale". Il Pdci avanza una proposta: il governo ritiri la legge sulle tasse delle eredità miliardarie e destini i 300 milioni di euro alla gratuità dei testi scolastici. Caustico anche il Verde Mauro Bulgarelli: "Delle tre 'ì di Berlusconi - ha detto - è rimasta solo quella di impresa", denunciando il "drastico ridimensionamento delle risorse che verranno destinate all'alfabetizzazione informatica e allo studio delle lingue straniere". Anche lo Sdi attacca: una riforma di cartapesta che non ha alcun carattere innovativo. Ma l'Ulivo punta a spostare la battaglia, ci sarà o no la 'navetta' al Senato per correggere l'errore nel testo, fuori delle aule parlamentari e ipotizza anche l'uso del referendum.



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