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Liberta-Niente risorse, meno insegnanti e meno diritti

"Niente risorse, meno insegnanti e meno diritti". E i sindacati confermano lo sciopero ROMA Una riforma 'ma...

13/03/2003
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Libertà

"Niente risorse, meno insegnanti e meno diritti". E i sindacati confermano lo sciopero


ROMA Una riforma 'manifesto' destinata a fallire ancor prima di trovare applicazione, tutta "ipotetica, virtuale" e da bocciare con "tre segni meno". L'Ulivo, compatto, spara a zero sulla legge delega di riforma del ministro Moratti approvata ieri in via definitiva dal Senato. Una bocciatura senza appello espressa da vari rappresentanti dell'opposizione - Soliani (Margherita), Cortiana (Verdi), Acciarini (Ds), Manieri (Sdi), Morando (Ds) e Pagano (Ds) - nel corso della conferenza stampa tenuta a Palazzo Madama subito dopo il sì definitivo al provvedimento da parte dell'aula. Niente risorse, meno insegnanti e meno diritti: questi i tre segni meno, hanno affermato i senatori dell'Ulivo, che caratterizzano la riforma Moratti, che si presenta "solo come una legge di facciata: dietro il nulla". Niente soldi, dunque, anzi, ha affermato Soliani, "ad oggi 2,1 mld di euro sono stati tolti all'istruzione; mai un simile salasso si era verificato in questo settore". Meno docenti: "con un taglio di 40.000 insegnanti in tre anni e di 8.500 sin dal prossimo settembre", ha proseguito. E meno diritti: "Perchè si elimina l'obbligo scolastico facendo frequentare ai ragazzi un anno in meno di scuola e perchè il tanto declamato anticipo è legato alle disponibilità dei comuni che, nella maggior parte dei casi, non hanno i soldi per attuarlo". Con questa legge "tornano indietro la scuola e l'Italia mentre i prossimi mesi - ha detto ancora Soliani - saranno di grande ricerca per il ministro Moratti che dovrà ripetutamenmte bussare alla porta di Tremonti". Cosa farà l'Ulivo? "Presenteremo ricorsi di incostituzionalità, incalzeremo sui decreti attuativi - hanno affermato i senatori dell'opposizione - prepereremo una proposta alternativa e daremo alla scuola consigli per sopravvivere in questo tempo di carestia". Ma l'Ulivo punta anche ad un coinvolgimento delle istituzioni locali e regionali, perchè vengano previsti dei "paletti" alla riforma approvata. Riforma scolastica approvata e nuove rassicurazioni in merito ad un rapido iter per la trattativa sul contratto della scuola da parte del ministro Moratti: ma la giornata di ieri non è bastata a smorzare il dissenso dei sindacati della scuola, che hanno confermato compatti lo sciopero proclamato per il 24 marzo. Al centro della protesta resta la mancata chiusura della trattativa per il rinnovo contrattuale e i tagli al settore. Con il contratto scaduto da quattordici mesi - è l'accusa di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda - "il governo non ha ancora creato le condizioni per la sua chiusura. In particolare, dopo l'impegno assunto il 20 dicembre 2002 dal ministro Moratti sulla quantificazione delle risorse da destinare alla valorizzazione professionale del personale docente e tecnico-amministrativo Ata, in relazione a quanto previsto dalla Finanziaria, a tutt'oggi non è stata ancora data da parte del governo effettiva disponibilità al loro utilizzo". Chiare le altre richieste delle organizzazioni: "Dare certezza di stato giuridico a tutto il personale; garantire la difesa del potere d'acquisto delle retribuzioni ferme al 2001; valorizzare le professionalità del personale docente ed ata; dare certezza alle relazioni sindacali a tutti i livelli, a partire da quello di scuola". Tra i motivi della protesta anche la mancata immissione in ruolo del personale docente e i tagli alla spesa e agli organici.


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