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Libertà-Così la scuola rischia il caos

normativa approvata dal Senato "Così la scuola rischia il caos" Calciati: "Scandaloso abbassare l'età dell'obbligo" ...

14/03/2003
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Libertà

normativa approvata dal Senato
"Così la scuola rischia il caos"
Calciati: "Scandaloso abbassare l'età dell'obbligo"


Recentemente è stato approvato un regolamento che prevede regole comuni di accesso alle scuole di infanzia (eccezione fatta per l'ottavo circolo), che assegna un punteggio in proporzione all'età del bambino. Non esistono punti per chi ha due anni, come ha fatto notare Graziano Sartori, dirigente scolastico del IV circolo: "Abbiamo già una lunga lista d'attesa, i posti sono pochi e per soddisfare le richieste dovrebbero essere aperte nuove sezioni". Lo stesso problema si pone per le elementari, ma in maniera meno consistente "Dobbiamo prima attendere quanti saranno i nuovi alunni. In base allo stradario da noi dovrebbero arrivare circa 20 bambini, quasi una classe in più". Per Rino Curtoni, preside della scuola media Calvino, la riforma "Porterà problemi di carattere strutturale e organizzativo, e un ampliamento degli organici, che contrasta con i tagli apportati". Il sapere quanti alunni si iscriveranno a scuola va di pari passo con il dover sapere come definire l'organico, gli insegnanti. E anche qui si crea un problema, perché queste operazioni andrebbero chiuse il 18 marzo, come ha ricordato il direttore provinciale del Csa, ex provveditorato Armando Acri: "Sembra che le iscrizioni dei ragazzi debbano essere riaperte in tempi brevi, in questo modo o viene concessa una proroga a questa data, oppure le nuove iscrizioni non incideranno sull'organico". Se la valutazione complessiva del direttore provinciale sulla riforma non è del tutto negativa "E' adatta ai nostri tempi", ben diversa è l'opinione dei sindacati. Per Marina Molinari di Cisl Scuola "La stesura della riforma è stata condotta in maniera scandalosa, senza dialogare con il mondo della scuola, con gli studenti". Il dito viene punto in particolare contro la "canalizzazione" definita discriminante delle scuole superiori, che si divideranno tra licei e istruzione professionale, e ovviamente contro l'anticipazione delle iscrizioni, che causeranno un ingresso anticipato nel mondo della scuola di bambini "Che soffriranno in questo modo di un "gap" culturale". Massimiliano Borotti di Uil insiste sul fatto che i giochi non siano ancora conclusi "La nostra attenzione si deve focalizzare sui decreti di attuazione, certo è che questa legge ha punti oscuri, e porta con sé una svalutazione della funzione della scuola, che deve formare i cittadini del futuro". La nuova legge per Raffaella Morsia di CGIL scuola è particolarmente penalizzante per i ragazzi "L'introduzione di due canali separati al termine della scuola media cancella il principio costituzionale di istruzione come diritto allo studio in diritto - dovere, il conoscere diventa una merce. I ragazzi oggi hanno bisogno di avere mappe cognitive il più ampie possibile, e non di contrapporre la tecnologia al sapere". Anche la Gilda non si riconosce nella riforma della scuola, come recita il comunicato inviato dal coordinatore provinciale Fulvio Vassallo: "La legge delega non ha e non indica risorse economiche sui futuri impegni. Il ministero dell'Istruzione sembra non avere autonomia rispetto a quello dell'Economia". Forti perplessità vengono espresse dall'assessora provinciale alla Pubblica Istruzione Rossana Mazzoni: "Non si capisce se la riforma avrà una copertura finanziaria". La nuova legge, prosegue l'assessora svilisce l'idea di istruzione: "Obbligo formativo e obbligo scolastico sono sullo stesso piano", e segna definitivamente una spinta verso la liceizzazione. La divisione netta tra licei e istituti professionali lascia perplesso il preside del Romagnosi - Casali, Pierangelo Torlaschi: "Si chiede ai ragazzi di compiere una scelta precoce, e al tempo stesso crea un divario tra i due tipi di scuola". La preside del liceo Gioia Gianna Arvedi sottolinea i due punti negativi della riforma "L'abbassamento dell'età dell'obbligo, e la scelta anticipata per proseguire gli studi", ma sottolinea anche come non sia particolarmente innovativa "Paragonarla a quella di Gentile è eccessivo". Paola Pinotti
Sono passate appena quarantotto ore dal sì definitivo del Senato che ha fatto diventare legge la riforma Moratti, e già i primi effetti si sentono anche nel piacentino. I commenti raccolti a caldo nel vasto mondo della scuola puntano il dito in particolare su un aspetto del documento, che avrà ripercussioni immediate e non piacevoli a Piacenza: l'anticipo scolastico volontario nella prima classe di materne ed elementari. Il poter accogliere per l'anno 2003/2004 anche gli alunni che compiranno i tre anni entro il febbraio dell'anno prossimo nelle scuole per l'infanzia, e quelli che compiranno i sei sempre nello stesso mese alle elementari, con conseguente riapertura delle iscrizioni e delle graduatorie rischia di gettare nel caos la nostra città. "E' uno scandalo - ha detto l'assessora alla Formazione del Comune di Piacenza Giovanna Calciati - L'Italia è l'unico paese al mondo che abbassa l'obbligo scolastico di un anno, e che impone di scegliere a 13 anni il proprio futuro".


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