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Liberazione-Scuola, l'Europa è lontana

Riprende oggi la trattativa all'Aran. Ma le risorse a disposizione sono insufficienti Scuola, l'Europa è lontana Roberto Farneti Altro che salari europei. Se tutto andrà per il meglio,...

08/01/2003
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Liberazione

Riprende oggi la trattativa all'Aran. Ma le risorse a disposizione sono insufficienti
Scuola, l'Europa è lontana
Roberto Farneti
Altro che salari europei. Se tutto andrà per il meglio, il prossimo contratto di lavoro della scuola riuscirà a malapena a difendere le retribuzioni di docenti e personale Ata dagli assalti dell'inflazione. Quella certificata dall'Istat, ovviamente, perché se fosse quella indicata dall'Eurispes o dalle associazioni dei consumatori dovremmo parlare di ben altre cifre. La trattativa sul rinnovo riprende oggi all'Aran e così finalmente Cgil, Cisl e Uil sapranno se il governo è riuscito a reperire le risorse necessarie per rispettare gli impegni assunti nell'ottobre scorso dall'allora ministro della Funzione pubblica Franco Frattini (nel frattempo "emigrato" agli Esteri). Alla vigilia delle vacanze natalizie, il 20 dicembre scorso, la ministra dell'Istruzione Letizia Moratti rese note le cifre a disposizione del suo dicastero: 234 milioni di euro in più per il rinnovo, oltre ai 417 milioni di euro previsti per l'anno in corso; 85 milioni da destinare al personale tecnico, amministrativo e ausiliario e una ulteriore cifra di 145 milioni stanziati dalla finanziaria 2002, ma ancora da verificare. Basteranno per strappare una firma ai sindacati?
Cisl e Uil ostentano ottimismo, più prudente invece la Cgil. Secondo il segretario generale della Cisl Scuola, Daniela Colturani, "ci sono tutti i presupposti per fare il contratto e portare a casa il dovuto". E' un dato di fatto, rileva ancora Colturani, che "non ci siano stati segnali di investimento sulla scuola, ma almeno chiediamo di garantire il potere di acquisto dei salari, un'ambizione più che realista". Anche per il leader della Uil Scuola, Massimo Di Menna, "ci sono le condizioni per una rapida conclusione della trattativa, se non interverranno ulteriori ostacoli". Le questioni aperte, sottolinea, "restano due: il mantenimento del potere d'acquisto delle retribuzioni e l'utilizzo delle risorse a favore del personale".

Più prudente Enrico Panini, segretario della Cgil Scuola: "Per prima cosa - avverte - dovremo verificare se ci sono le risorse effettivamente disponibili per far scattare aumenti contrattuali superiori al 6,11%, così come convenuto con il governo per l'insieme dei contratti del pubblico impiego. Verificheremo inoltre - prosegue Panini - quali sono gli stanziamenti che il governo intende mettere in campo per avvicinare la retribuzione degli insegnanti e personale Ata ai livelli europei. Solo dopo potremo capire se ci sono le condizioni per proseguire la trattativa e arrivare alla firma del contratto".

Scuote la testa Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas Scuola: "Le dichiarazioni dei responsabili sindacali che andranno a trattare sono francamente ridicole. C'è addirittura chi parla di stipendi europei - osserva Bernocchi -, ma poi sentiamo dire dalla Uil che è disposta a firmare un recupero del 5% in due anni, nonostante gli istituti di rilevazione più "moderati" parlino di un'inflazione al 6% solo per l'anno passato. Sul piano economico un accordo del genere sarebbe perciò una disfatta". I Cobas Scuola invece chiedono un aumento di 300 euro uguali per tutti. "L'unica somma - spiega Bernocchi - che consentirebbe il recupero di quanto perso in questi ultimi anni, fermo restando che lo stipendio europeo resterebbe ancora lontano. La media italiana, infatti, è intorno ai 2milioni e 200mila delle vecchie lire: la media europea è di circa il doppio, in Germania addirittura il triplo".

Anche per Vittorino Delli Cicchi, del direttivo della Cgil Scuola e esponente della sinistra sindacale, l'obiettivo di avvicinare i salari dei lavoratori della scuola italiana a quelli dei colleghi europei non sarà raggiunto "Le risorse sono insufficienti e inadeguate - afferma - e in più sono state reperite con i tagli degli organici e la precarizzazione. E anche questo non va bene". Sarebbe invece un buon risultato, precisa Delli Cicchi, "se effettivamente riuscissimo a portare a casa un aumento di 116 euro, pari al 6, 11%, perché così - dice il sindacalista di Lavoro-Società - riusciremmo a garantire la tutela del potere d'acquisto delle retribuzioni per il biennio 2002-2003".


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